lunedì 5 gennaio 2009

LA PROVINCIA DI SONDRIO - 05/01/09 - LE CARTUCCE BAGNATE DELLA CORAZZATA NORD

di Giorgio Spreafico
E' vero, l'ultima volta che marciarono su Roma poi arrivarono i tedeschi, ma non scommetteremmo che anche questa volta possa finire così. Ci vuole altro che una tardiva mobilitazione del famoso ma inconcludente Nord, corazzata dalla mirabolante potenza di fuoco ma guardacaso con le cartucce in costante ammollo e dunque in perenne cilecca, perché in cielo si materializzino d'amblé i reattori di Lufthansa. Loro, i jet della compagnia che sola rilancerebbe Malpensa, i giganti del cielo di Germania che Berlusconi - tra un cucù e l'altro - aveva fatto sapere alla cancelliera Merkel di vedere molto bene come partner di Alitalia. Peccato che il Cavaliere avesse detto le stesse cose anche ai russi o agli inglesi. Peccato che se l'avesse avuto a tiro le avrebbe ripetute - in perenne decollo da piacione qual è - anche all'Emiro di Nonsocché a proposito di Air Boh.Respinta da un sindacato dalla vista più corta di un pipistrello, messa alla porta da uno spregiudicato sussulto di italianità elettorale cavalcato dalle armate di Berlusconi - con contorno retorico di imprenditori "patrioti" ma con più prosaico scarico di debiti sulle casse pubbliche, cioè sulle nostre spalle - Air France è rientrata dalla finestra senza neppure dover infrangere un vetro. Al dunque, ha trovato i battenti spalancati, anche perché in troppi (ma va?) si erano dimenticati la penale di 200 milioni che l'uscita dal consorzio Sky Team avrebbe costretto a pagare. E dunque sì, anzi oui, la compagnia d'Oltralpe che ieri era il nemico e che oggi invece merita coccole si prenderà il 25% di Alitalia. Diventerà di gran lunga l'azionista singolo più forte e prenoterà fette di torta ancora più consistenti, perché non si vede chi altri potrebbe fronteggiare gli ulteriori e massicci investimenti necessari per reggere il volo. Si accettano scommesse, dunque. Andrà così. Andrà che i potentissimi francesi (con il benefit di rotte interne in monopolio e dunque di certo più care...) scuciranno soldi per aumenti di capitale che altri soci non finanzieranno, e andrà che di conseguenza il pacchetto azionario (pur senza le cessioni dirette, escluse dai patti sino al 2013) si riassesterà rinforzando le posizioni transalpine. E l'italianità? Tanti saluti. E Malpensa uscita penalizzata a beneficio di Fiumicino, hub di riferimento di Air France? Tanti saluti anche a quella, come ai grandi imprenditori che l'altro ieri tuonavano contro la vergogna ma poi, svelti, si sono accomodati in cabina. Mai visto il Nord più rappresentato al governo, ma ciò non ha impedito di ritrovarsi in questa condizione. Con più spese a carico del pubblico, più licenziamenti, cassa integrazione e tensioni sociali, meno voli e quant'altro. Una beffa che mette in imbarazzo anche plenipotenziari traditi del centrodestra come Formigoni e la Moratti, che rischiano di dover sfilare contro il governo insieme a Penati, il "rosso" presidente della provincia di Milano.Non un comunista ma un leghista come il deputato lombardo Giacomo Stucchi ha detto (preferendo prendersela con un alleato piuttosto che con Bossi e i suoi colonnelli, fin qui sonnecchianti e ora a denti sguainati in cerca di rimonta) che se questa è la situazione Berlusconi rischia di passare alla storia come il becchino di Malpensa. Se? Al momento lo stato dell'arte è questo e non altro.Ricordate? Dopo la gita in una Napoli coperta di rifiuti, avevano annunciato il secondo consiglio dei ministri a Malpensa, ma le difficoltà dei collegamenti con l'aeroporto devono averci messo lo zampino. Non si è visto nessuno, anche se dai giorni della promessa a oggi il governo avrebbe avuto tutto il tempo di arrivare quassù anche a piedi, e a passo lento. Non ci resta che verificare se la scarpinata in direzione opposta, vale a dire la strombazzata "marcia" nordista su Roma, sarà più puntuale ed efficace. Non vediamo l'ora, ma non vorremmo che a indicarcela, quell'ora, fosse un cucù.

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