martedì 25 novembre 2008

APCOM -25/11/08- STUCCHI: IVA DI CASSA MISURA CONCRETA

L'Iva di cassa è una misura "concreta", e "un passo avanti nella direzione auspicata" dalla Lega nord: a sostenerlo è il deputato della Lega Nord, e Segretario dell'Ufficio di presidenza della Camera, Giacomo Stucchi.
"Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi che derivano da uno stato di crisi economica che, come concordano osservatori ed esperti di tutto il mondo, si sta rivelando come la peggiore del dopoguerra. Ciò che rende la strada ancor più in salita, almeno per quanto riguarda l'Italia, è l'enorme debito pubblico, che non consente interventi di ampio respiro da parte del Governo. In questo quadro - spiega l'esponente del Carroccio - i provvedimenti anti crisi annunciati da Palazzo Chigi costituiscono delle soluzioni possibili per venire incontro alle esigenze delle famiglie indigenti ma anche delle imprese che non ce la fanno ad andare avanti".
"Il lato positivo della situazione - aggiunge il deputato leghista - è che in questo contesto c'è la possibilità di rapidi cambiamenti. Mi riferisco, per esempio, alla volontà espressa dal presidente del Consiglio di introdurre l'Iva di cassa, ovvero la possibilità di versarla solo quando si riceve a propria volta il pagamento. La misura è una di quelle proposte, avanzate da tempo dalla Lega Nord, per venire incontro alle esigenze soprattutto delle piccole e medie aziende che - conclude Stucchi - nella Padania costituiscono l'ossatura principale del tessuto economico. Si tratta di un altro passo che va nelle direzione da noi auspicata, e che costituisce anche una netta inversione di tendenza rispetto ad uno Stato vessatore al quale, purtroppo, siamo stati abituati dai governi di centrosinistra".

venerdì 21 novembre 2008

AVVENIRE - 21/11/08 - IL PDL LASCIA IL PD NEL GUADO

Il Pdl lascia la patata bollente della presidenza della commissione di Vigilanza Rai in mano al Pd. I presidenti ed i vice presidenti del centrodestra al Senato ed alla Camera, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino, in una nota congiunta ribadiscono la «disponibilità a sostenere un’intesa che porti all’elezione a presidente della Vigilanza del senatore Zavoli. Ma ciò sarà ovviamente possibile solo se ve ne saranno le condizioni. Non c’è nessuna norma che possa condurre alla sostituzione di un presidente contro la volontà dello stesso». Ancora una volta esprimono «rispetto per il senso di responsabilità del senatore Villari che ha consentito di sbloccare una situazione ferma da troppo tempo». E adesso il problema «è tutto interno al Pd» e se questo «non persevera in una logica sbagliata, si è ancora in tempo».Posizioni su cui tutto il Pdl è compatto. «Dopo le scelte di Villari, non resta che constatare l’ennesimo fallimento della gestione Veltroni. Dal segretario Pd è venuta grande prepotenza, ma complessivamente nel quadro di una gestione dilettantesca. Un altro autogol di Veltroni. L’impressione è che il Pd stia davvero per implodere», afferma il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone. «Ora il Pd faccia i conti con Villari», dice Maurizio Lupi. Un applauso a Riccardo Villari arriva da A- lessio Buti di An: «Ha dimostrato un grande senso di responsabilità istituzionale e una grande dignità». E aggiunge: «Finché le condizioni istituzionali e politiche non saranno diverse da quelle attuali non possiamo certo far dimettere un presidente regolarmente eletto, perché è una scelta che spetta esclusivamente a lui. Ma restiamo disponibili ad accedere all’accordo sul nome di Sergio Zavoli ». Sottolinea Osvaldo Napoli: «Le mancate dimissioni sono il primo gesto di ribellione contro un partito autocratico e nient’affatto democratico ». E Luca Barbareschi: «Con il caso Villari siamo alle purghe staliniste: assurdo che un democratico, quale si proclama Veltroni, applichi questi metodi che ricordano l’antica Russia». Anche per la Lega, dice Rosi Mauro, Villari «si è comportato in maniera onorevole, consentendo di sbloccare una situazione di stallo che durava da oltre cinque mesi». Sottolinea Giacomo Stucchi: «Semmai è singolare la pretesa del Pd che chiede le sue dimissioni ». E Francesco Storace de La Destra commenta: «Con il gesto di Villari a Veltroni rimane solo il suicidio». (Pa.Co.) I capigruppo della maggioranza: pronti a rispettare l’accordo, se ci saranno le condizioni...Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

mercoledì 19 novembre 2008

LA REPUBBLICA - 19/11/08 - IL CASO ORTOMERCATO ALLA CAMERA INTERROGAZIONI DI PD E LEGA

Due interrogazioni parlamentari, un’interpellanza in consiglio regionale, un’altra in consiglio comunale. Fatte da maggioranza e opposizione, perché temi come il lavoro nero e la sicurezza sul lavoro riguardano tutti. L’inchiesta di Repubblica sul lavoro irregolare all’Ortomercato ha provocato le reazioni di Partito democratico, Lega, Verdi. Che chiedono immediati controlli e rassicurazioni su cosa davvero avviene in via Lombroso dove, come documentato dall’inchiesta per due euro e mezzo l’ora si lavora in totale irregolarità. Anche il prefetto Gian Valerio Lombardi ha chiesto una relazione su quanto denunciato da Repubblica. I deputati del Pd Emanuele Fiano, Daniele Marantelli e Antonio Misiani chiedono al Ministro dell’Interno “se sia a conoscenza di tale gravissima situazione, se esista e come sia dimensionato un sistema di controllo e contrasto da parte delle forze dell’ordine” e “quali provvedimenti intenda intraprendere per porre rimedio a questa clamorosa violazione della legge in una struttura gestita da una società di proprietà pubblica”. La gravissima situazione è quella che, anche secondo le indagini delle forze dell’ordine (l’ultimo blitz della guardia di finanza aveva scoperto 35 stranieri irregolari), riguarderebbe ogni notte decine e decine di lavoratori, spesso irregolari e clandestini, impegnati a scaricare cassette lì dove la Sogemi, la società che gestisce l’Ortomercato, ha promesso un anno e mezzo fa tornelli, pass e telecamere mai installati. Lì dove a gestire il lavoro nero non ci sarebbe più “ soltanto la criminalità organizzata ma anche probabilmente nuove e autonome organizzazioni di sfruttamento della manovalanza clandestina”. Si rivolge ai ministri di Interno, Giustizia e Lavoro, Salute e Politiche sociali l’onorevole leghista Giacomo Stucchi, che parla delle inchieste passate sull’Ortomerecato e di quello che lì avviene ogni notte. Sottolinea anche come gli extracomunitari lo considerino “l’unico posto dove si trova lavoro senza problemi, gestito da cooperative che spesso chiudono l’attività, per poi riaprirla sotto altre identità”, chiede interventi per “verificare la gravità di quanto descritto” al fine di “intraprendere, con i mezzi e le modalità proprie, urgenti iniziative, per porre fine a questo stato di illegalità e per tutelare la sicurezza e i diritti dei lavoratori”. In Regione il consigliere dei Verdi Marcello Saponaro, in Comune il suo collega di partito Maurizio Baruffi evidenziano anche un altro tema. “In vista di Expo 2015 – scrivono nelle loro interpellanze – Sogemi è promotrice di uno dei principali progetti di azione presentati nel dossier di candidatura”. Per questo chiedono “quale possa essere il contributo positivo per sviluppare una cultura della legalità e del rispetto dei diritti di ogni lavoratore offerto dalla integrazione dei progetti di Sogemi nell’ambito di Expo 2015”. Da parte sua il presidente della Sogemi Roberto Predolin, in’intervista radiofonica, ieri ha contrattaccato: “Non è solo colpa nostra, anche la magistratura e le forze dell’ordine dovrebbero fare di più”. Oriana Liso

giovedì 13 novembre 2008

LA REPUBBLICA - 13/11/08 - FINANZIAMENTI AI PARTITI SPARITI NO BIPARTISAN ALLA SCURE DELL'IDV

Ma Udc e Proidiani si astengono. Restano i doppi stipendi. I fondi ora spettano anche a chi non ha più rappresentanza parlamentare

ROMA - Abolire il doppio stipendio per ministri e parlamentari, cancellare il rimborso elettorale quinquennale in caso di fine prematura di una legislatura, cancellare dalla mappa istituzionale le Comunità montane. Idee che ieri pomeriggio l´Italia dei Valori ha proposto all´approvazione dell´aula di Montecitorio, durante la discussione sulla Finanziaria. Idee che i deputati hanno bocciato in maniera bipartisan. Oltre alla maggioranza ha votato contro anche il Pd e la cosa ha suscitato molto malumore nelle file dei dipietristi già in fibrillazione con Veltroni e i suoi per il caso Orlando. L´Udc ha scelto la via dell´astensione. Così come ha fatto un gruppetto di prodiani. Ed ad aggiungere tensione fra dipietristi e democratici è arrivata ieri anche la nomina di due segretari d´aula al Senato: l´Idv è rimasta fuori e ha accusato Pd e Pdl di inciuco.Alla Camera il partito di Di Pietro ha aperto le ostilità chiedendo di abolire le Comunità montane. Dopo breve dibattito e un invito al ritiro da parte del Pd la proposta è bocciata da 432 deputati su 488. Oltre all´Idv vota a favore anche la pattuglia radicale. Subito dopo tocca al deputato Francesco Barbato chiedere di tagliare uno dei due stipendi per chi è contemporaneamente ministro (o sottosegretario) e parlamentare. «Il caso più clamoroso è qui in aula - denuncia Barbato - . Vediamo la sedia centrale del banco del governo, del nostro comandante in capo, che è vuota da sei mesi. Se da sei mesi egli non è presente e, quindi, non svolge il lavoro da deputato - ne siete tutti voi testimoni - perché deve prendere lo stipendio da deputato?». Barbato è subito attaccato dal Popolo della libertà. Carla Castellani, medico, invoca per Barbato un «trattamento sanitario obbligatorio: i contenuti del suo intervento sono decisamente demenziali». E il leghista Giacomo Stucchi se la prende direttamente con Di Pietro. Lo accusa: «Invece di essere in aula a lavorare, sta facendo il cicerone illustrando i beni artistici della Camera a una trentina di persone proprio in questi minuti». Fioccano i no. Ma l´intervento più bruciante è sicuramente quello di Giulio Santagata. Perché l´ex ministro del governo Prodi, ulivista doc, annuncia l´astensione sua, imitato da un gruppo di prodiani, ma prega «gli amici dell´Italia dei Valori, avendo operato credo attivamente su questo argomento, di evitare di riaprire in termini populistici una questione di grande delicatezza: se continuiamo ad attizzare in maniera sbagliata questo tipo di sensibilità, credo che non facciamo del bene alla democrazia». Si arriva al voto e anche questa volta 439 deputati sui 501 presenti dicono no alla proposta. Con 13 astenuti. Barbato cede il microfono ad Antonio Borghese. Questa volta l´argomento è ancora più spinoso. Il deputato dipietrista chiede di cancellare quella norma del "Porcellum" che prevede il rimborso elettorale per i partiti anche in caso di fine prematura della legislatura. Una norma che permette anche a chi resta fuori dal Parlamento di continuare ad avere i soldi. I casi tipici sono quelli di Udeur, Pdci, Verdi e Rifondazione che prenderanno fino al 2011 i rimborsi per la legislatura iniziata nel 2006 e finita nel 2008. Anche a questa propostasi associa la radicale Rita Bernardini. Ma fioccano i no: 417. A favore solo 29 deputati, 58 gli astenuti. Silvio Buzzanca

mercoledì 12 novembre 2008

LA REPUBBLICA 24 ORE - 12/11/08 - ALITALIA: STUCCHI (LEGA), SE CAI FALLISCE TUTTI A CASA

Roma, 18:20
"C'e' una norma costituzionale che riconosce il sacrosanto diritto dei lavoratori a scioperare, ma nel rispetto delle leggi vigenti in materia. Ecco e' proprio questo il punto. La normativa in questione vieta gli scioperi selvaggi, ovvero quelli senza preavviso, che da strumento di lotta per alcuni lavoratori si trasformano in lesione delle liberta' individuali di altri. Per il futuro di tutti i lavoratori (che comunque, nel caso di Alitalia, nella peggiore delle ipotesi godono di ammortizzatori sociali dalle caratteristiche davvero uniche, se si considerano i contratti di tutte le altre categorie), a noi pare che perseguire su questa strada di muro contro muro non serva proprio a nulla".

mercoledì 5 novembre 2008

LA PADANIA - 05/11/08 GRANDI OPERE STUCCHI: "DALL' EUROPA UNA BUONA NOTIZIA"

Onorevole Giacomo Stucchi, finalmente dall’Europa una buona notizia: il traforo del Frejus sarà finanziato.
“Un’ottima notizia, unita al fatto che si tratta di infrastruttura di valenza europea. Di solito dall’Ue i soldi vanno verso le zone meno sviluppate (quindi il Mezzogiorno). Ora dobbiamo dimostrare che quei pochi soldi che ci tornano dall’Europa siamo in grado di farli fruttare”.
Perché pochi soldi?
“Perché siamo contribuenti in credito nei confronti dell’Ue. Nel senso che il saldo tra quanto versiamo come contribuenti all’Europa e quanto ci torna è di quattro milioni di euro. Cioè paghiamo più di quanto riceviamo. Quindi dobbiamo essere concreti ed ottimizzare i fondi che arrivano da Bruxelles. Il finanziamento del Frejus non è la panacea di tutti i mali, ma sicuramente un buon risultato ottenuto”.
Ci sono altri finanziamenti in arrivo?
"E’ molto interessante guardare al recupero delle aree ex-industrializzate. Soprattutto la Padania ha molte aeree dove sorgevano grandi industrie che ormai non ci sono più. E anche le grandi città industrializzate, come Milano, Torino, Venezia, possono trarre benefici dai fondi ad hoc per questo tipo di interventi legati alla riqualificazione di zone che un tempo vivevano principalmente di industria. E’ un’opportunità direi quasi esclusivamente padana. Le aree deindustrializzate stanno soprattutto dalle nostre parti".
Esiste poi il problema dei fondi che non si riescono a spendere.
“Il Fondo Sociale Europeo viene suddiviso tra gli stati membri in base ai progetti che vengono presentati. Se i soldi non vengono spesi, la beffa è doppia. Già finanziamo i “paesi poveri” con quattro miliardi, con cui ci fanno concorrenza. Se poi i nostri finanziamenti non riusciamo a spenderli, quello che avanza viene distribuito tra gli stessi Stati che godono delle nostre tasse europee”.
Insomma, ciò che non spendiamo deve essere restituito?
“Sì. Anzi, non viene nemmeno dato. Adesso, contrariamente al passato, viene erogato solo il finanziamento rispetto a quanto fatto, il resto rimane a Bruxelles”.
Il piano del Fondo Sociale europeo 2008-2013 è stato fatto un paio di anni fa. Oggi, alla luce della crisi, le condizioni socio economiche sono cambiate. Non crede valga la pena rinegoziare con Bruxelles quel piano?
“Deve essere rinegoziato sia l’importo complessivo dei fondi, sia la destinazione. Ricerca e sviluppo vanno incrementati, così come va rivista la politica agraria comune, chiedendosi se deve continuare ad essere una priorità, oppure se quei fondi debbano essere spesi in un altro modo. Ancora. I fondi infrastrutturali devono essere rivisti in funzione della necessità di considerare “europee” anche quelle da realizzare in zone considerate già abbastanza sviluppate. Un rafforzamento delle infrastrutture in tali zone serve ad affrontare in modo più ottimistico la crisi. Teniamo conto che il bilancio europeo è stato progettato e approvato in un altra era geologica, quando c’era una situazione completamente diversa. Oggi le esigenze dei singoli stati membri e dei loro cittadini sono diverse. L’Unione deve riflettere: non può rimanere con un bilancio ingessato fino al 2013 e pensato nel 2005, nel frattempo è cambiato il mondo, speriamo che anche a Bruxelles se ne accorgano”.

martedì 4 novembre 2008

LIBERO - 04/11/08 - NESSUN DUBBIO DALLA LEGA. TUTTI PER JOHN

Vuole i dazi per tutelare l'economia. Promette meno tasse. Nel 2006 disse sì a un muro anti-clandestini al confine col Messico. Ecco qui il Barack Obama che potrebbe piacere alla Lega. Potrebbe. Perché a parole gli esponenti del Carroccio non lo possono vedere: molti di loro si sono iscritti al gruppo "John McCain for President" di Facebook. «Voterei McCain» ha già chiarito Bossi. «Obama? Non riesco a capire che cos'è – ha aggiunto - È un po’ ambiguo. Dice di essere un afro-americano. Mi chiedo: che cosa vuol dire?». Roberto Castelli, sottosegretario alle Infrastrutture, afferma: «Voterei McCain: sul suo credo religioso Obama non è mai stato chiaro». E poi, continua, «non sopporterei la retorica della sinistra italiana che leggerebbe nell'eventuale affermazione di Obama una sua vittoria». Il deputato Giacomo Stucchi aggiunge: «Barack sembra troppo socialista per l'America».

IL MATTINO - 04/11/08 - "EFFERATA VIOLENZA E PESANTE INTIMIDAZIONE"

di Luisa Maradei

«Efferata violenza» e «pesante intimidazione». Sono queste le parole utilizzate dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per condannare con fermezza l’ultimo episodio di cieca brutalità che offende, per l’ennesima volta, la sua Napoli già ferita. Quei cinque ragazzi gambizzati sabato notte, tra gli 11 e i 16 anni, scuotono il Colle e mostrano il volto più feroce di una camorra che non rispetta nemmeno i più elementari codici comportamentali: donne e bambini vanno tenuti fuori dalla guerra fra clan. Uno schiaffo ai semi di speranza che parroci silenziosi e associazioni di volontariato continuano comunque a coltivare, con instancabile tenacia, in questa periferia supermarket della droga. E così, dopo un incontro urgente con il ministro dell’Interno Roberto Maroni, Napolitano - in una nota diffusa dal Quirinale - ha «apprezzato l’impegno concreto delle forze dello Stato e delle istituzioni per individuare i responsabili e riaffermare il principio della legalità». E tutto il mondo politico s’interroga sulla ricetta da adottare per stroncare la terribile spirale di odio, sopraffazione e omertà che, in buona parte della periferia napoletana, domina sovrana. Il gruppo del Pd al Senato ha chiesto al presidente Renato Schifani di chiamare subito in aula il ministro dell’Interno per riferire sull’agguato. «La camorra ci ha voluto far sapere che può uccidere anche i bambini» fa sapere il vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda. Gli fa eco la deputata Luisa Bossa (Pd). «Dobbiamo trarre due conseguenze da questo raid: la barbarie camorrista ha confezionato l’ennesimo messaggio mediatico di brutale efferatezza ”non si risparmiano nemmeno i bambini” - dice - e, non certo l’Esercito, ma solo una scuola pubblica può provare a sottrarre quegli stessi bambini a certe sale giochi così distanti dal gioco e così prossime alla morte». D’accordo, su questo punto, anche il deputato Franco Barbato (Idv) che dice: «Lo Stato deve rispondere offrendo servizi, cultura e politiche sociali al territorio, non solo in modo scenografico inviando i militari». Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, da Pescara, fa sapere: «Se la criminalità impazza in Campania, allora bisogna verificare l’adeguatezza dei provvedimenti presi». E aggiunge: «Per noi l’impiego dell’Esercito è stato inefficace, bisogna partire dall’organico della polizia di Stato, carente di 8mila unità». Si schiera, invece, per la scelta dell’invio dei militari il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «L’agguato di Secondigliano giustifica ancora di più la scelta fatta dal governo di inviare l’Esercito in Campania». Ma, per non riaccendere le aspre polemiche con il Viminale scoppiate per la gestione dei militari al lavoro nel Casertano, dopo l’agguato del 18 settembre agli immigrati di Castelvolturno, si affretta a precisare: «La situazione della criminalità in Campania lasciamola valutare al ministro dell’Interno, che ha la responsabilità e il merito di contrastare con ogni forza quello che sta succedendo in quella regione». E poi aggiunge: «Se i militari possono aiutare le forze dell’ordine nel controllo del territorio, sfido chiunque a dire che non è un fatto positivo. In questi casi mi aspetto condivisione e solidarietà, non polemiche». Della stessa opinione il deputato della Lega Nord e segretario dell’ufficio di presidenza della Camera Giacomo Stucchi che, partendo dalla premessa - «nessuno nella maggioranza ha mai nascosto il grado di difficoltà nella lotta dello Stato contro la camorra, nemmeno il ministro Maroni» - ha invitato «maggioranza e opposizione a fare quadrato intorno alle istituzioni, perché sconfiggere la criminalità è una vittoria di tutti». E c’è anche chi non si meraviglia più del feroce agguato come Ernesto Caffo (Telefono Azzurro): «Non è una novità che la camorra entri con violenza nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza».