sabato 4 ottobre 2008

CORRIERE DELLA SERA 4/10/08- CATANIA, IL PARTITO DEMOCRATICO DEL NORD "SCAVALCA" LA LEGA"REGALATI 140 MILIONI PER IL DISASTRO FINANZIARIO DEGLI AMICI"

MILANO— Il Pd della Lombardia prova a «scavalcare» la Lega Nord sul salvataggio del comune di Catania; a Milano e in tutte le maggiori città della regione faranno nei prossimi giorni la comparsa 20.000 manifesti con uno slogan perentorio: «Ecco il federalismo di Berlusconi e della Lega: 140 milioni di euro regalati a Catania per il disastro finanziario degli amici». Identico messaggio sarà riprodotto su centinaia di migliaia di cartoline che saranno diffuse in tutta la Lombardia. Ma a nord del Po l’ossigeno finanziario concesso alla città siciliana sta provocando una serie di mugugni anche all’interno del centrodestra: Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia è tornato ad esternarli ieri; al suo si è aggiunto il commento poco entusiasta di Giacomo Stucchi, deputato leghista di Bergamo: «L’annunciata elargizione stride fortemente con il federalismo fiscale che il Parlamento si appresta a discutere».

venerdì 3 ottobre 2008

L'UNITA' - 03/10/08 - "RIVOLTA BIPARTISAN CONTRO I FONDI PER CATANIA E ROMA"

di Andrea Carugati

ROMA - Ormai è un coro bipartisan di sindaci e governatori di destra e di sinistra: perché il governo finanzia i buchi dei Comuni di Catania e Roma e tarda, invece, a coprire i buchi di bilancio di tutti gli altri, dovuti del resto al taglio dell’Ici? Proprio nel giorno in cui l’Anci, l’associazione dei Comuni, condiziona il suo sì alla discussione con il governo sul federalismo fiscale al rimborso dei tagli Ici, esplode la polemica sui 140 milioni di euro concessi al disastrato municipio di Catania per evitare la bancarotta e anche per i 500 milioni per tamponare il deficit di bilancio della Capitale.
Mercoledì avevano protestato i deputati Pd del Nord, al grido di «soldi a Catania e Roma, è questo il federalismo fiscale di Bossi e Calderoli?». Anche D’Alema e Bersani avevano criticato il governo. «Importante che operazioni di questo tipo non siano discrezionali o amicali», per l’ex vicepremier. Ieri, in concomitanza con la dura trattativa governo-Comuni su oltre 1,4 miliardi di euro che i sindaci devono ricevere dallo Stato, la protesta è dilagata. Una delle più arrabbiate era la milanese Letizia Moratti: «Finora sono stati premiati i Comuni che hanno fatto male, come Catania e Roma, adesso bisogna premiare i Comuni che hanno fatto bene...». Decisamente perplesso anche il governatore lombardo Formigoni: «Finanziamenti sorprendenti, sono curioso di sapere in quale modo saranno sottoposti al Parlamento. Ci sono anche altri comuni che hanno manifestato difficoltà...». Molto duro il sindaco di Torino Chiamparino (Pd), che è intervenuto al direttivo Anci che ha deciso lo stop al dialogo sul federalismo in attesa dello sblocco dei fondi: «È vergognoso stanziare questi fondi per Catania e Roma prima che tutti gli altri Comuni abbiano il dovuto». E il presidente Anci Domenici, sindaco di Firenze, ha parlato di una «incongruità» nella decisione del governo di sistemare prima Roma e Catania. Domenici ha parlato di una «diffusa perplessità» tra i sindaci, ma era un eufemismo. Il sospetto dei sindaci era questo: che i 640 milioni concessi a Roma e Catania fossero parte integrante dei soldi previsti per tutti i Comuni per compensare i tagli Ici.
Dura anche la Lega: «I soldi per Catania stridono con il federalismo fiscale», ha detto il deputato Giacomo Stucchi. Dopo la riforma ogni Comune dovrà pensare a sé: e chi sbaglia pagherà». E Filippo Penati, presidente Pd della Provincia di Milano: «Come facciamo a fidarci di un governo che stanzia 140 milioni per Catania, una cifra maggiore di quella prevista da qui al 2011 per l’Expo di Milano?».
Una vera insurrezione. Tanto che a sera, durante l’incontro a palazzo Chigi con l’Anci, Berlusconi ha mostrato notevole imbarazzo: «Su Catania mi sono dovuto mettere una mano sul cuore, come facevo a lasciarla andare alla deriva?». In compenso i Comuni, prima di entrare alle 21 alla Conferenza unificata con il governo e le Regioni per l’ultimo esame al testo del ddl sul federalismo fiscale (che sarà approvato stamattina dal Consiglio dei ministri) hanno strappato qualcosa: sempre oggi il Cdm dovrebbe (d’obbligo il condizionale) approvare un decreto che destina ai Comuni 945 milioni: 260 per l’Ici prima casa 2008, 585 per l’Ici fabbricati ex rurali 2007 e 100 milioni per i tagli ai costi della politica locale. Con un impegno a reperire i 700 milioni mancanti per la tranche 2008 dell’Ici ex rurali. Insomma, per i vertici dell’Anci una cifra sufficiente per entrare alla riunione sul federalismo. «Un passo avanti», ha detto Domenici, «c’è un accordo politico e Berlusconi si è impegnato in prima persona a valutare l’impatto dell’abolizione Ici sui bilanci comunali. Ma 100 milioni di rimborsi per i tagli ai costi della politica non sono sufficienti». «Sono soddisfatto, abbiamo trovato i soldi per i comuni che prima non c’erano», esulta Bossi, che annuncia per oggi l’agognato via libera al ddl sul federalismo. La Conferenza unificata era ancora in corso alla chiusura di questo giornale, ma le Regioni avevano già risolto gran parte dei loro contenziosi economici con il governo in un incontro mercoledì sera: palazzo Chigi si è impegnato a stanziare 434 milioni per evitare il ritorno dei ticket sulla diagnostica e a ridiscutere il fabbisogno sanitario per il biennio 2010-2011, che le Regioni considerano sottostimato di circa 7 miliardi.

REPUBBLICA - 03/10/08 - "RIVOLTA SUI FONDI A CATANIA, FORMIGONI CONTRO IL GOVERNO"

ROMA - Il Pd lombardo ha deciso di tappezzare i muri della regione con ventimila manifesti e di distribuire 100 mila cartoline con su scritto: "Ecco il federalismo di Berlusconi e della Lega: 140 milioni di euro regalati a Catania per il disastro finanziario degli amici". Attacco ad alzo zero che arriva proprio nel momento in cui a Roma l'ennesima bozza Calderoli sul federalismo fiscale approda stamani in Consiglio dei ministri. Un passo possibile dopo l'ultimo accordo fra l'Anci e il governo garantito e benedetto da Silvio Berlusconi in persona.
Il Cavaliere ha "chiuso" allargando i cordoni della borsa. Una scelta che soddisfa molti. Meni apprezzamenti riceve invece il "dono" fatto a Catania. E se l'attacco del Pd lombardo è abbastanza prevedibile lo è meno la mezza rivolta nel centrodestra per la decisione del governo di "aiutare", dopo la giunta romana di Alemanno, quella "amica" catanese. Roberto Formigoni, per esempio, trova «i fondi messi a disposizione di Catania e di Roma sorprendenti. Per carità conosciamo tutti la loro situazione amministrativa ma ce ne sono anche altri comuni nel paese che hanno manifestato queste difficoltà».
Il governatore lombardo non ci ha capito molto e si dice «curioso di sapere in quale modo questi fondi saranno sottoposti all'esame del Parlamento». Un problema che si è posto anche Mariapia Garavaglia. Quei soldi, spiega il ministro ombra dell'Istruzione, arrivano dal Fondo per le aree sotto utilizzate destinato al Programma istruzione. Erano denari, spiega la Garavaglia, che servivano «a sostenere le scuole nelle regioni meridionali». La decisione di Berlusconi non piace molto neanche a Letizia Moratti. «Non è possibile - dice il sindaco di Milano - che ci siano risorse per chi spende male e non per chi spende bene». Ma l'attacco più deciso arriva dal leghista Giacomo Stucchi «L'annunciata elargizione di 140 milioni di euro per salvare il comune di Catania - dice il deputato - stride fortemente con quel federalismo fiscale che ci accingiamo a discutere in Parlamento».
Perplesso sui soldi arrivati in Sicilia è anche Leonardo Domenici. Il presidente dell'Anci ieri sera ha guidato la delegazione dei sindaci che ha incontrato Berlusconi a Palazzo Chigi. Alla fine hanno trovato un'intesa. Domenici ha spiegato che il governo ha assicurato l'arrivo nelle casse comunali di 945 milioni di euro e l´impegno a trovarne altri 700 per coprire il fabbisogno del 2008. «Ci sono stati passi in avanti ma alcune questioni rimangono aperte, ci sono problemi da affrontare e risolvere e lo vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi», ha detto Domenici. Il sindaco di Firenze, ha spiegato che «c´è stato un impegno del premier per quanto riguarda i rimborsi per il mancato gettito Ici sulla prima casa e ci sarà una verifica sul bilancio comunale e l´impatto che ha avuto il mancato gettito».
Sulla base di queste assicurazioni l'Anci ha deciso di presentarsi alla Conferenza unificata convocata subito dopo la fine dell'incontro con Berlusconi. Il governo ha così incassato il via libera degli Enti locali. Quello delle Regioni era arrivato dopo aver allargato un po' i cordoni della borsa sulla spesa sanitaria e sulla base di un documento di intenti e impegni futuri.

L'ARENA - 03/10/08 - "FEDERALISMO, ACCORDO SU SANITA' E RIMBORSO ICI"

Accordo raggiunto tra Comuni e governo sul rimborso dei mancati introiti dell’Ici. Ieri i vertici dell’Anci, hanno deciso di disertare la Conferenza unificata Regioni-governo. Leonardo Domenici, presidente dell’Ancio, ha chiesto «una garanzia diretta e personale» di Berlusconi «prima di dare parere favorevole al testo sul federalismo fiscale». Il premier ha deciso di incontrare i rappresentanti dei Comuni ieri sera a Palazzo Chigi e Nell’incontro con i ministri Raffaele Fitto e Roberto Calderoli e per i Comuni oltre a Domenici il sindaco di Roma Alemanno), è stato raggiunto un accordo parziale. Domenici ha detto che sono stati garantiti 945 milioni di euro di cui 260 per l’Ici prima casa 2008, 585 per l’Ici per i fabbricati ex rurali 2007 e 100 per i costi della politica 2007; c’è anche un impegno a reperire i 700 milioni della seconda tranche dell’Ici ex rurali per il 2008. I Comuni si aspettano che il decreto di ratifica sia approvato oggi e hanno accettato di partecipare alla riunione notturna della Conferenza. L’altra sera era stato trovato l’accordo con le Regioni sempre in un incontro con Berlusconi definito dal presidente Vasco Errani «di segno positivo». Il premier aveva garantito l’impegno a finanziare i 434 milioni di euro che mancano alla copertura dei ticket sanitari 2009 e ieri mattina è stato firmato un documento che assicura i finanziamenti. L’intesa con le Regioni prevede di avviare subito il confronto per definire il Patto per la salute 2010-2012. Il governo si impegna a «nettizzare» il Patto di stabilità per le Regioni dai fondi comunitari per investimenti, previa verifica entro il 15 ottobre della neutralità dell’operazione ai fini dei saldi di finanza pubblica ed Eurostat. La bozza Calderoli dovrebbe quindi approdare al consiglio dei ministri per il sì prima del passaggio in Parlamento. Tra le novità dell’ultima versione, la compartecipazione all’Irpef e alle tasse di scopo per i Comuni. Per le Province una tassa sugli autoveicoli e per le Regioni forme di compartecipazione a tributi erariali e accise. Ed è sempre alta la polemica sui milioni stanziati dallo stato per salvare i Comuni di Catania e di Roma. «L’annunciata elargizione di 140 milioni di euro», osserva tra gli altri Giacomo Stucchi, Lega, «stride fortemente con il federalismo fiscale. Ma una volta approvata la riforma, sarà praticamente impossibile per qualsiasi ente locale fare ricorso a elargizioni straordinarie dello Stato».

LA PADANIA - 03/10/08 - STUCCHI: ”STRIDE IL ‘REGALO’ A CATANIA"

“L’annunciata elargizione di 140 milioni di euro per salvare il Comune di Catania dal crac finanziario, stride fortemente con quanto ci accingiamo a discutere in Parlamento nei prossimi giorni, e cioè il Federalismo fiscale”, spiega Giacomo Stucchi.

LA SICILIA - 03/10/08 - "AIUTO CHE STRIDE COL FEDERALISMO"

Di federalismo fiscale in merito ai finanziamenti di Roma e Catania interviene anche il deputato della Lega Nord, Giacomo Stucchi, segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera: «L’annunciata elargizione per salvare il Comune di Catania dal crac finanziario - afferma l’esponente leghista - stride fortemente con quanto ci accingiamo a discutere in Parlamento nei prossimi giorni, e cioè il federalismo fiscale. Su questa questione, però, ci sono due fronti di discussione. Uno è di natura strettamente tecnica, e riguarda il fatto che in futuro, una volta approvata la riforma sul federalismo fiscale, sarà praticamente impossibile per qualsiasi ente locale fare ricorso a elargizionì straordinarie da parte dello Stato per mettere a posto i propri conti. Ogni Comune dovrà pensare per sè, perché avrà gli strumenti, primo fra tutti quello della leva fiscale, per poterlo fare. L’altro aspetto - prosegue Stucchi - consiste, invece, nell’adozione di un principio, purtroppo in disuso, ma che tuttavia adesso deve diventare basilare, e cioè che chi sbaglia paga! I cittadini di Catania, o di qualsiasi altra parte si dovessero verificare dissesti diquesto tipo, dovrebbero essere i primi a pretendere giustizia, amministrativa e, ove occorra, anche penale».

LIBERO - 03/10/08 - "LA BASE LEGHISTA PROTESTA CONTRO IL CARROCCIO ROMANO"

Malumori per i 140 milioni a Catania. Il capogruppo Cota rischia il posto
«Quanti rospi dovremmo ingoiare prima che il federalismo fiscale sia approvato?». Questo interrogativo nelle ultime ore è rimbalzato nelle sezioni della Lega Nord di Umberto Bossi quando i militanti lumbard si sono trovati davanti a quello che considerano l’ennesimo schiaffo: i 140 milioni di euro annunciati dal governo per salvare il comune di Catania. In casa leghista questo ennesimo regalo al Sud non è proprio andato giù. E, tra i militanti, il malcontento è diventato rabbia. Che si è concretizzata in telefonate alla sede del partito e a Radio Padania. Tanto che sull’argomento il partito è stato costretto a intervenire, per bocca del deputato e segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera, Giacomo Stucchi. «L’annunciata elargizione dei soldi per Catania stride fortemente con i principi secondo cui si sta varando il federalismo fiscale», osserva Stucchi. «Una volta approvata la riforma», continua il leghista, «sarà impossibile per i comuni ricorrere a elargizioni straordinarie da parte dello Stato. Ogni ente locale dovrà essere più responsabile. E poi chi sbaglia paga».
Insomma, per la base è un boccone molto amaro da ingoiare. E anche i vertici, dal leader ai ministri fino ai sottosegretari, hanno vissuto la questione con un certo imbarazzo. Tanto più che anche il federalismo fiscale non procede spedito. Prima la lunga mediazione di Roberto Calderoli con il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto. Poi l’estenuante trattativa con gli enti locali. Con potenti governatori come Galan e Formigoni a rubare la scena al Carroccio e i sindaci del Norda protestarecometutti gli altri neiconfronti della riforma. Vedere duecento primi cittadini del Veneto contestare la riforma davanti a Montecitorio non ha certo fatto piacere ai parlamentari lumbard.
Oggi, comunque, la nuova bozza di Calderoli arriverà in consiglio di ministri, poi partirà l’iter parlamentare dal Senato. L’approvazione si preannuncia comunque come un grande successo per il Carroccio: il federalismo fiscale era il vecchio pallino di Gianfranco Miglio, quindi sarà una vittoria soprattutto politica, ma anche di immagine.
Qualche problema il partito di Bossi ce l’ha però alla Camera. Corre voce, infatti, che il capogruppo a Montecitorio, Roberto Cota, possa essere sostituito. E al suo posto tornerebbe Andrea Gibelli, presidente dei deputati nel precedente governo Berlusconi. I motivi che porterebbero alla sostituzione di Cota sono da collegarsi al malcontento diffuso all’interno del gruppo nei confronti del giovane presidente. Piemontese 40enne, segretario della Lega Nord in Piemonte, a quanto si apprende, Cota si sarebbe macchiato di qualche passo falso di troppo inimicandosi nonsolo i parlamentari lombardi e veneti (la vera truppa di fuoco leghista in Parlamento), ma anche gli stessi piemontesi. Poco tempo fa, per esempio, è quasi venuto alle mani con il deputato torinese Renato Togni, colpevole di un errore in una votazione: Cota lo ha aggredito verbalmente e l’altro ha reagito. Ma qualcuno gli imputa anche una cattiva gestione dei rapporti personali con i deputati, ripetute assenza durante i lavori parlamentari e alcune nomine che non sono piaciute ai vertici del partito. Come quella di Marco Reguzzoni come suo vice e poi come membro della commissione di vigilanza Rai, con grande arrabbiatura da parte di Davide Caparini. E la nomina di se stesso come membro del Copaco, giustificata col fatto che, nella precedente legislatura, Roberto Maroni aveva fatto lo stesso. Inoltre, secondo fonti leghiste, avrebbe tentato di cambiare lo statuto interno per essere riconfermato come capogruppo solo ogni due anni e mezzo e non ogni anno come avviene adesso. Infine, a inizio legislatura avrebbe fallito la trattativa per mettere un leghista tra i vicepresidenti della Camera o nell’ufficio dei questori. Insomma, il giovane piemontese avrebbe peccato di ingenuità e inesperienza, ma qualcuno dice anche che si sarebbe montato troppo la testa. Sempre più spesso, infatti, lo si è visto al fianco del Senatùr durante comizi e manifestazioni. E questo ha suscitato invidie e gelosie negli altri colonnelli. Che infatti non lo hanno difeso. E Bossi alla fine si sarebbe dovuto arrendere, accettando la sua sostituzione. Il tutto dovrebbe avvenire appena ci sarà il mini rimpasto di governo di cui si parla: Cota ufficialmente verrà promosso, entrando al governo come sottosegretario alle Attività Produttive, mentre al suo posto tornerà Gibelli. Per Roberto Castelli, invece, è pronto il posto di vice ministro alle Infrastrutture.

giovedì 2 ottobre 2008

LA PADANIA - 02/10/08 - "L'OPPOSIZIONE COLLABORI PER IL BENE DEI CITTADINI"

Se c'e' una cosa che un'opposizione seria dovrebbe fare, e' quella di essere propositiva. Invece, il principale leader dell'opposizione, non fa altro che buttare benzina sul fuoco per attizzare inutili polemiche. Mettere continuamente in discussione persino la tenuta democratica delle Istituzioni, significa avere sempre meno credibilita'".Lo ha detto Giacomo Stucchi, deputato della Lega Nord