giovedì 26 settembre 2013

IL SECOLO XIX - 26/09/13 - COPASIR, ALLARME SICUREZZA

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto, per un colloquio privato, il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè. Il colloquio, dopo che Bernabè era stato audito in Senato, si è svolto attorno alle ore 13.00, ora in cui il manager è stato visto entrare nel palazzo del Quirinale. La cessione del controllo di Telecom agli spagnoli di Telefonica «pone seri problemi di sicurezza nazionale, visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate». A lanciare l’allarme all’ANSA è il presidente del Copasir Giacomo Stucchi.Su questo tema - annuncia Stucchi - «faremo una riflessione come Comitato e chiederemo che venga a riferire in audizione il direttore del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza, Giampiero Massolo».Brutte notizie, poi, dalla Borsa: giornata sotto pressione per Telecom (-4,67% a 0,57 euro) su cui pesa l’ipotesi di un aumento di capitale. Forti gli scambi: sono passate 254 milioni di azioni contro una media quotidiana dell’ultimo mese di 161 milioni di “pezzi”. In Brasile Tim Partecipacoes cede il 4,87%. A Madrid Telefonica poco mossa (+0,27%).«Se il Copasir ci chiederà un’audizione» sulla vicenda Telecom, «il governo andrà ovviamente a riferire». Così il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, a margine della capigruppo della Camera, risponde a chi gli domanda delle perplessità espresse dal Copasir.Catricalà: «Il Governo avvertito a cose fatte»In merito al riassetto Telco: «Il governo è stato avvertito a cose fatte» ha affermato il viceministro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, nel corso di un’audizione al Senato.Poi ha sottolineato che «se per scorporo della rete si intende separazione societaria questa si può imporre con una legge: quello che non si può fare è un esproprio senza indennizzo», aggiungendo di sperare comunque che l’imposizione non sia necessaria.E ai cronisti che gli chiedevano se si andasse quindi nella direzione di imporre la separazione societaria, Catricalà ha risposto: «Spero di no». Per il viceministro, infatti, «questa sarebbe una buona occasione per accelerare la procedura di separazione societaria con una governance indipendente». L’eventuale imposizione della legge, ha spiegato Catricalà, potrebbe prevedere l’obbligo «di dividere il servizio dalla rete telefonica». L’audizione di Bernabè. È andata avanti per pochi minuti, l’attesa audizione di Franco Bernabè, presidente della Telecom, davanti alla commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato. Rispondendo indirettamente a quanto detto da Antonio Catricalà, viceministro dello Sviluppo economico, secondo cui «nessuno ci ha avvertiti» (dell’operazione Telecom-Telefonica), Bernabè ha detto che «abbiamo avuto conoscenza ieri dalla lettura dei comunicati stampa della recente modifica dell’accordo parasociale tra gli azionisti di Telco». Secondo Bernabè, comunque, il riassetto azionario «porterà Telefonica ad avere il controllo di Telco e quindi a diventare l’azionista di riferimento di Telecom Italia, che resterà tuttavia una società quotata con circa l’85% del capitale sul mercato, incluse le azioni di risparmio». Pertanto, «le prospettive della società non riguardano solo Telefonica, ma l’intera platea degli azionisti».Inoltre, per evitare il rischio di “downgrade”, Telecom potrebbe procedere «a un aumento di capitale, aperto a soci attuali o nuovi»: questa opzione darebbe solidità finanziaria, valorizzando le potenzialità dei nuovi investimenti e contribuirebbe al rilancio dell’economia.Quanto alla vendita delle partecipazioni in America Latina di Telecom Italia, Bernabè ha detto che «determinerebbe un forte ridimensionamento del profilo internazionale del gruppo e delle sue prospettive di crescita, e comunque potrebbe non essere realizzabile in tempi brevi, compatibili con la necessità di evitare il rischio “downgrade”».La rete Telecom è «interesse strategico», per cui «saremo molto, molto attenti, non vogliamo perdere su questo aspetto strategico dell’operazione». Queste invece le prole di Enrico Letta in un’intervista a Bloomberg Tv.

THE HORSEMOON POST - 26/09/13 - Stucchi, Copasir: su Telecom Italia garantire la sicurezza nazionale. Audizione di Massolo, DIS, ai primi di ottobre


Roma – Nell’operazione Telecom «è necessario che venga garantita la sicurezza nazionale, con riferimento al carattere particolarmente sensibile e delicato delle reti di trasmissioni dati» ha dichiarato all’Adnkronos il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi. «L’operazione Telecom nei dettagli non è ancora nota – ha detto Stucchi – soprattutto per i punti più sensibili che attendono alle competenze del Copasir. Da una parte occorre tutelare la privacy e garantire la sicurezza nella comunicazione dei dati, ad esempio delle imprese più importanti». «La rete – ha sottolineato il presidente del Copasir – è una infrastruttura strategica per tutto il Paese. Il Comitato per la Sicurezza della Repubblica verificherà che il traffico dati sulle rete avvenga senza preoccupazione alcuna per la sicurezza nazionale, nel pieno rispetto delle norme in vigore in tema di trasmissione dati. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia» ha osservato il numero uno di Palazzo San Macuto. «Nel prossimo ufficio di presidenza – ha anticipato Stucchi – il Copasir chiederà l’audizione del direttore del Dis, Giampiero Massolo (nella foto a sinistra), per avere il quadro della situazione sulla sicurezza della rete» dopo l’operazione Telecom Italia. L’audizione di Massolo si terrà dopo la missione che il Comitato presieduto da Stucchi farà a Washington la prossima settimana, per una serie di incontri legati alla questione del trattamento dei dati. «Al prossimo ufficio di presidenza – ha spiegato Stucchi – io e il vice presidente, Giuseppe Esposito, porremo in evidenza la necessità di audire Massolo sui temi della sicurezza delle reti», aggiungendo poi di aver già «sentito il direttore del Dis, Giampiero Massolo. Mi ha assicurato - ha confermato il presidente del comitato di controllo sull’intelligence – che invierà nelle prossime ore un’informativa al Copasir sui possibili rischi in termini di sicurezza nazionale di un’operazione di questo tipo, trattandosi di un’infrastruttura strategica come le rete Telecom». L’audizione di Massolo sarebbe prevista per i primi giorni di ottobre, ha confermato Stucchi, che peraltro ha anche confermato che «se in ufficio di presidenza del Comitato si ravviserà l’esigenza di approfondire alcune questioni con il premier Enrico Letta o con il sottosegretario Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, daremo seguito a queste richieste di audizioni» Il Quirinale, probabilmente anche per gli aspetti che attengono alla sicurezza nazionale, ha informato che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto ieri il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè.«Telecom è un’impresa privata quindi il ruolo del Governo in fase preventiva è molto modesto» ha detto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, parlando a “Otto e ½” su La7, ma «c’era un lavoro per adattare la norma che consente di intervenire su settori strategici anche privati, di società non controllate dallo Stato. Adesso questi lavori saranno accelerati» ha confermato Saccomanni.

mercoledì 25 settembre 2013

CORRIERE DELLA SERA - 25/09/13 - Telecom, allarme del Copasir: «Sicurezza nazionale in pericolo»

La cessione del controllo di Telecom agli spagnoli di Telefonica «pone seri problemi di sicurezza nazionale, visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate». A lanciare l'allarme all'agenzia Ansa è il presidente del Copasir Giacomo Stucchi. Allarme compreso dal premier Letta, in visita negli Stati Uniti: «Ci sono poi gli asset strategici, come la rete, che non vogliamo perdere», ha detto Enrico Letta, parlando a Bloomberg Tv. Della loro importanza, «siamo molto consapevoli e vogliamo seguirne lo sviluppo, perché non vogliamo perdere questi aspetti strategici dell'operazione. Non è un problema di nazioni, ma un problema di interessi strategici», ha concluso. LA RETE- Dunque l'allarme del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica è sulla rete Telecom, che deve far capo allo Stato: «Questo deve accadere e controlleremo che ciò accada. Se l'indirizzo del Governo è questo, sarà condiviso dal Comitato e faremo di tutto perché ciò avvenga veramente», afferma Stucchi, senatore della Lega Nord. Il presidente del Copasir ha aggiunto che «è necessario appurare quel che sta accadendo ed è opportuno che Giampiero Massolo (direttore del dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr) venga a riferire al Copasir sui dettagli dell'operazione» che ha portato la spagnola Telefonica al controllo di Telecom «e sulle problematiche che possono discenderne in termini di sicurezza». LA GOLDEN SHARE - Intanto il viceministro dello Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, a margine di un'audizione in commissione al Senato su Telecom Italia risponde ai cronisti sulla possibilità di utilizzo della Golden share: «Per la verità da diversi giorni stiamo lavorando a questo regolamento e a quello sulle strutture strategiche di carattere difensivo e di sicurezza. Non siamo giunti a una definitiva conclusione. Le decisioni spettano al presidente Letta, aspettiamo che rientri dagli Usa». Il premier riferirà alla Camera martedì mattina. Per giovedì 26, invece, è prevista l'audizione in Senato del presidente della Consob Giuseppe Vegas. «ABBIAMO LE MANI LIBERE» - Catricalà ha anche aggiunto: «Sul piano tecnico abbiamo lavorato tanto, ma ormai è una decisione di carattere politico, di vertice». In ogni caso, «la parte buona di una medaglia che non si presenta buona» è che «come non hanno detto niente a Bernabè così hanno fatto con noi, volevano farla nel loro legittimo privato - ha concluso - Siccome non siamo stati informati abbiamo le mani libere, perché nessuno ha detto sì». TITOLO AL -4,6% IN BORSA - Nel frattempo i mercati non hanno reagito bene. Il titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso, era arrivato a perdere quasi il 5%, ed è entrato in asta di volatilità. Riammesso alle contrattazioni, cede alla chiusura di Piazza Affari il -4,6%. In ribasso le azioni collegate anche all'estero: in Brasile Tim, dopo aver guadagnato martedì circa il 10%, corregge circa del 5%; a Madrid Telefonica perde lo 0,31%. Intensi gli scambi, pari a 221 milioni di pezzi passati di mano a fronte dei 162 milioni di media in un'intera seduta dell'ultimo mese. I PICCOLI AZIONISTI - Nel frattempo si muove l'Associazione dei piccoli azionisti Telecom (Asati), che chiede nuovamente la convocazione di un'assemblea straordinaria per l'aumento di capitale da 3 miliardi euro, riunione a cui dovranno partecipare «tutti i principali azionisti, fondi italiani ed esteri», «per superare il blocco previsto di Telco». Inoltre, invita tra gli altri il governo ad approvare «celermente» i regolamenti attuativi per la «Golden Power», e la Consob e la Sec a controllare che gli accordi tra i soci Telco non aggirino l'obbligo di opa. Qualora queste azioni non venissero adottate, «Asati si attiverà presso tutte le Autorità nazionali e internazionali, non ultima la magistratura e il Tribunale Europeo di Straburgo per i diritti dell'uomo, per denunciare tutti quei consiglieri che nel corso del prossimo cda del 3 ottobre possano ledere con le loro decisioni, supportando Telco, gli interessi di tutte le minorities, dei livelli occupazionali, anche in riferimento a tutti i dipendenti azionisti in servizio e in pensione». ZANONATO-SINDACATI - Tra le reazioni alla vendita di Telecom anche quella dei sindacati. Con una lettera i segretari generali dei sindacati, Camusso, Bonanni e Angeletti, chiedono un incontro urgente su Telecom al ministro per lo sviluppo economico, Flavio Zanonato. «Li incontro volentieri» ha risposto il ministro in un tweet.

IL FATTO QUOTIDIANO - 25/09/13- Telecom, Copasir: “La cessione a Telefonica pone problemi di sicurezza nazionale”

Il passaggio in mano straniera della rete della compagnia telefonica preoccupa il presidente Giacomo Stucchi: "E' la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate". Franceschini: "Se il Comitato lo chiederà, il governo andrà a riferire.

Le informazioni riservate di interesse nazionale in mano straniera. Questo è lo scenario che preoccupa Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, dopo la cessione di Telecom agli spagnoli di Telefonica. L’operazione “pone seri problemi di sicurezza nazionale“, spiega l’esponente della Lega Nord, “visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate”.“Ho già sentito il direttore del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr), Giampiero Massolo“, fa sapere Stucchi. “Mi ha assicurato che invierà nelle prossime ore un’informativa al Copasir sui possibili rischi in termini di sicurezza nazionale di un’operazione di questo tipo, trattandosi di un’infrastruttura strategica come le rete Telecom”. Agli inizi di ottobre l’ambasciatore Massolo sarà poi ascoltato in un’audizione alla sede del Copasir, rende noto il presidente. Che non esclude un incontro con il premier: “Se in ufficio di presidenza del Comitato si ravviserà l’esigenza di approfondire alcune questioni con il premier Enrico Letta o con il sottosegretario Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, daremo seguito a queste richieste di audizioni”. Da parte dell’esecutivo risponde Dario Franceschini, ministro dei Rapporti con il Parlamento: “Se il Copasir ci chiederà un’audizione, il governo andrà ovviamente a riferire“.A Stucchi fa eco il vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. ”Non solo l’Italia sta perdendo quote di potere economico, ma adesso rischia di non poter più controllare porzioni di sicurezza nazionale”, dice il senatore Pdl Giuseppe Esposito in un’intervista a Libero. “Attraverso la rete fissa di Telecom passano tutti i dati sensibili relativi alle comunicazioni di ambasciate e ministeri, il governo deve intervenire per salvaguardare i processori di sicurezza nazionale. Chiedo a Palazzo Chigi una task force per monitorare quanto sta accadendo nei grandi gruppi che stanno per finire in mani straniere. Dalla rete passano tutte le comunicazioni strategiche del Paese”.Le compagnie telefoniche ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione di dati sensibili. Basti pensare alla collaborazione con la magistratura e con le forze dell’ordine per permettere le intercettazioni delle utenze legate a un’indagine. La stessa Telecom proprio su questo fronte ha fatto un discreto scivolone finito al centro della bufera giudiziaria concentrata attorno alla figura di Giuliano Tavaroli. Nel periodo in cui era capo della security dell’azienda all’epoca presieduta da Marco Tronchetti Provera, è stata portata avanti una vasta operazione di dossieraggio a danno di oltre 4mila persone e 132 società spiate illegalmente.

IL SOLE 24 ORE RADIOCOR - 25/09/13 - Telecom: Stucchi (Copasir), la rete deve essere pubblica, Massolo riferisca

La rete Telecom deve far capo allo Stato: "Questo deve accadere e controlleremo che cio' accada. Se l'indirizzo del Governo e' questo, sara' condiviso dal Comitato e faremo di tutto perche' cio' avvenga veramente". Lo ha dichiarato a Radiocor il presidente del Copasir Giacomo Stucchi, senatore della Lega Nord. Il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha aggiunto che "e' necessario appurare quel che sta accadendo ed e' opportuno che Giampiero Massolo (direttore del dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr) venga a riferire al Copasir sui dettagli dell'operazione" che ha portato la spagnola Telefonica al controllo di Telecom "e sulle problematiche che possono discenderne in termini di sicurezza".

giovedì 19 settembre 2013

GONEWS.IT - 19/09/13 - PRIMARIE, PER L'ISTITUTO FRENI IL 68% DEGLI ELETTORI DI CENTRODESTRA LE VOGLIONO

Sarebbero almeno 18mila i votanti. Intanto il senatore Stucchi (Lega Nord) annuncia: "Mario Razzanelli è il nostro candidato"

Secondo il sondaggio dell’Istituto Freni il 68 % degli elettori di centrodestra condivide le primarie per la scelta del candidato a Sindaco ed il 58 % vi parteciperebbe. Almeno diciottomila: tanti sarebbero coloro che andrebbero a votare il loro candidato alle Primarie. Il dato indica senza ombra di dubbi che la maggioranza degli elettori dello schieramento avverso al sindaco Renzi e al PD ė favorevole all’utilizzo dello strumento delle Primarie per la scelta del candidato a sindaco alle prossime amministrative.“Questo significa che, se il centrodestra imboccherà questa strada, come Lega Nord e Fratelli d’Italia chiedono, sarà capace di esercitare una capacità di richiamo uguale o maggiore di quella messa in campo dal PD per le Primarie che consacrarono Renzi come candidato sindaco (e che videro la partecipazione di 37mila persone), e circa 20mila fiorentini potranno scegliere il loro sindaco di centrodestra, imprimendo una svolta davvero epocale alla vita politica di Firenze degli ultimi anni” ha dichiarato il capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli, committente del sondaggio, presentandolo oggi a Palazzo Vecchio con il senatore del Carroccio Giacomo Stucchi e il segretario regionale del partito Manuel Vescovi. Presenti anche gli esponenti di Fratelli d’Italia Francesco Torselli e Paolo Marcheschi.Alcuni dei dati che emergono dal sondaggio: si dichiarano interessati a prendere parte alle primarie il 58% degli elettori di centrodestra contro il 75% degli elettori di centrosinistra (schieramento che ovviamente risulta avvantaggiato dall’aver scelto per primo questo strumento di partecipazione). “La scelta del candidato a mezzo di elezioni “primarie aperte” risulta largamente acquisita all’interno di entrambi gli schieramenti (anche se in effetti lo schieramento di centro-destra non l’ha mai utilizzata) – si legge nell’analisi dei risultati del sondaggio –. Peraltro, come attesta la nostra rilevazione, è percepibile presso gli elettori del centrodestra l’esigenza di adeguarsi al modello proposto dal PD e di disporre quindi di un candidato legittimato e sanzionato dal consenso popolare (invece che calato dall’alto dalla segreteria dei partiti), sul quale possano convergere i voti di tutte le ispirazioni e le componenti dello schieramento”.Analizzate anche, nel lavoro dell’Istituto Freni, le emergenze di Firenze. “I problemi del traffico a Firenze e dell’inquinamento restano predominanti, ma gli elettori del centrodestra accentuano pesantemente l’urgenza di questa problematica rispetto a quelli del centrosinistra. Si riscontra invece un peso pressoché analogo fra gli elettori dei 2 principali schieramenti politici per quello che riguarda il decoro urbano (degrado dell’immagine della città). Una significativa novità per Firenze è rappresentata dalla preoccupazione per la situazione economica e dell’occupazione, molto più intensa fra gli elettori del centrodestra (uno su 3). Anche la tematica dell’insicurezza/microcriminalità evidenzia un analoga divaricazione tra centrodestra (34%) e centrosinistra (22%)”. Il senatore Stucchi ha annunciato: “Il nostro candidato per le primarie è Mario Razzanelli. Lavorerò con il segretario Maroni perché anche tutti gli altri partiti della coalizione aderiscano a questo progetto”.