venerdì 15 aprile 2011

VIRGILIO.IT - 15/04/11 - PROCESSO BREVE/STUCCHI (LEGA): ORA PD SI CONFRONTI SU RIFORME

Dopo ennesima sconfitta parlamentare,non continui a leggere Cartapostato Roma, 14 apr. (TMNews) - "Dopo l'ennesima sconfitta parlamentare e preso atto che con questi numeri a favore del centrodestra non esistono le condizioni per dare una spallata al Governo, speriamo che il Pd riprenda il cammino del confronto sulle riforme e non continui invece nel prosieguo della legislatura a leggere in Aula la Costituzione". Lo afferma il deputato della Lega Nord e Segretario dell'Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi. "Sarebbe mortificante - aggiunge - per i parlamentari del Pd e deprimente per il Parlamento, così come per tutti i cittadini".

giovedì 14 aprile 2011

IL SOLE 24 ORE - 14/04/11 - GIUSTIZIA "ARCHIVIATA", SPUNTA L' ASSE PDL-LEGA SULLA CRESCITA

«Non ci possiamo permettere di perdere Milano». È una sintesi efficace che va dritta al punto quella che fa Giacomo Stucchi, deputato bergamasco della Lega, molto vicino a Maroni e Calderoli, che vuole archiviare in fretta la giornata di ieri. «C'era il processo breve da votare, l'abbiamo fatto, la maggioranza ne è uscita rafforzata ma ora dobbiamo concentrarci sulle elezioni amministrative. E la campagna non si fa con la nuova prescrizione ma con le misure economiche. Ripeto: non ci possiamo permettere di perdere Milano. Berlusconi e Tremonti lo sanno». Basta evocare quella sfida meneghina per capire come nella maggioranza ci sia la piena consapevolezza che ora vanno accantonate le battaglie del premier per ragionare davvero sulla priorità economica. È così che ora il pressing del partito di Bossi ma anche del Pdl si fa più forte sul ministro dell'Economia. E il programma di riforme presentato ieri viene considerato solo un assaggio. In realtà, nella maggioranza – e nel Carroccio – ci si aspetta qualche misura ad hoc per le piccole e medie imprese, partite Iva e artigiani a ridosso del 15 maggio, quando la bufera sul processo breve sarà lontana e i riflettori potranno essere tutti puntati sull'economia. Il Carroccio ci conta vista anche la sintonia con «l'amico Giulio».Pierluigi Bersani non ci crede. Non crede che davvero quella bassa crescita inchiodata all'1%, di cui ieri ha parlato di nuovo il Governatore Mario Draghi, diventi la priorità di Silvio Berlusconi. «Non lo è mai stata e dunque non mi aspetto che lo diventi adesso. L'economia per Tremonti e questo Governo è solo una technicality, qualcosa di cui non si discute perfino in consiglio dei ministri, figuriamoci in Parlamento. Abbiamo visto la creazione di una nuova Iri con un emendamento a un decreto, cose mai viste». Il leader del Pd scuote la testa mentre alla buvette consuma in fretta il suo pasto tra una votazione e l'altra sul processo breve. Forse ci saranno regali sotto elezioni? Forse la Lega farà pressing su Tremonti? «Forse. Ma finora da Bossi e dai lumbard ho sentito solo mugugni. E col mugugno – risponde il segretario – non si va da nessuna parte. Nemmeno con il loro elettorato del Nord».Lo scetticismo di Bersani si accompagna a quello dell'Udc dove non credono si faranno «interventi seri, semmai propaganda elettorale». La pensa così Gianluca Galletti, vice di Pier Ferdinando Casini alla Camera con la delega all'economia: «Ci proveranno di sicuro a fare qualcosa a ridosso delle amministrative – è la sua convinzione –. Prenderanno qualcosa dal programma di riforma di Tremonti per dare qualche segnale ma non funzionerà. Senza soldi non si può affrontare il tema della crescita». Certo, l'Udc seguirebbe il suo profilo di "opposizione repubblicana" nel dare il via libera a eventuali misure economiche. «Ci mancherebbe altro. Dopo aver usato il Parlamento un mese per il processo breve, ci farebbe piacere – dice Galletti – stare tra i banchi per esaminare qualcosa di utile al Paese, che affronti i problemi reali della gente. Non vediamo l'ora».Anche nel Pdl tira un'aria diversa. La morsa su Giulio Tremonti sembra meno stringente. «Oggi (ieri, ndr) lui era meno rigido, più dialogante con tutti. Credo che dopo la fase del rigore ora si avvierà quella del rilancio». Parlava così Osvaldo Napoli, vicepresidente del Pdl alla Camera, dopo le votazioni sul processo breve. Un voto che rafforza il premier – al momento – soprattutto dopo l'episodio dello scrutinio segreto che ha portato in dote sei voti in più al Cavaliere. E allora anche alla luce di un premier rafforzato, sembrava più facile ieri immaginare cordoni della borsa più lenti. «Dopo aver salvato i nostri conti, ora Tremonti darà uno stimolo al Pil. Senza contare che ora ci saranno due test importanti: Milano e Napoli. Dall'esito di queste due città dipenderà la maggiore o minore forza di Berlusconi e della sua legislatura», pronosticava sempre Napoli che, come tutti nella maggioranza, si aspetta misure proprio per affrontare un voto amministrativo che è in salita. Osvaldo Napoli (Pdl)Per il vicepresidente alla Camera del Popolo della libertà «dopo aver salvato i nostri conti, ora Tremonti darà uno stimolo al Pil»Napoli ricorda contare che a maggio ci saranno «due test importanti»: il voto amministrativo a Milano e Napoli. «Dall'esito di queste due città dipenderà la maggiore o minore forza di Berlusconi e della sua legislatura»Giacomo Stucchi (Lega)Deputato bergamasco del Carroccio molto vicino a Maroni e Calderoli, pensa che la maggioranza sia più forte dopo la giornata di ieri ma avverte: «Ora dobbiamo concentrarci sulle elezioni amministrative. E la campagna non si fa con la nuova prescrizione ma con le misure economiche. Non ci possiamo permettere di perdere Milano. Berlusconi e Tremonti lo sanno»

venerdì 8 aprile 2011

IL TEMPO.IT - 08/04/11 - SFASCISTI A MONTECITORIO

Anche i morti, a volte, possono diventare un ottimo argomento per insultare l'avversario politico. Purtroppo. Succede nell'Aula di Montecitorio che già nei giorni scorsi si era particolarmente distinta per alcune scene degne di una candid camera più che della Camera dei deputati. Succede dopo che il ministro dell'Interno Roberto Maroni termina la sua informativa sulle «misure adottate in relazione all'eccezionale flusso di immigrazione verso l'isola di Lampedusa». Un intervento iniziato esprimendo «il cordoglio mio personale e del Governo per la tragedia avvenuta nella notte tra il 5 e 6 aprile nel canale di Sicilia, nel corso della quale è affondato un barcone proveniente presumibilmente dalla Libia e diretto verso l'isola di Lampedusa con circa 200 persone a bordo». Maroni fa una prima ricostruzione dei fatti, poi passa a parlare dell'accordo siglato tra il governo e le Regioni e delle misure adottate. Alla fine l'emiciclo è unito nell'applaudire il titolare del Viminale. Tutti tranne uno. Il deputato pugliese dell'Idv Pierfelice Zazzera si alza ed espone un cartello con la scritta «Maroni assassino». Lo mostra ai fotografi in tribuna guadagnandosi i suoi dieci minuti di notorietà. I colleghi, Antonio Di Pietro in testa, sono sbigottiti. I deputati della Lega reagiscono immediatamente. Giancarlo Giorgetti raggiunge Zazzera, prende il cartello e glielo strappa. Dai banchi della maggioranza parte il grido «Fuori, fuori!». Silenzio attonito in quelli dell'opposizione. Gianfranco Fini ammonisce il parlamentare convocando subito l'ufficio di presidenza per le sanzioni. In Aula prende la parola Dario Franceschini che si «dissocia totalmente» dal cartello. Anche Di Pietro interviene chiedendo «scusa da parte del gruppo dell'Italia dei Valori». E mentre l'ufficio di presidenza decide sul suo «destino» anche Zazzera si scusa. Ma a metà: «Ho superato il limite e per questo chiedo scusa. Forse avrei dovuto scrivere "Lega assassina" per evitare tutte queste polemiche. Ma ci tengo a precisare, che il mio gesto non voleva essere un attacco personale al ministro Maroni, ma una provocazione e una denuncia politica per quanto sta accadendo con i migranti». Spiega che rinnoverà con una lettera a Maroni le proprie scuse. Il ministro le accetta e prova a gettare acqua sul fuoco: «Non sono permaloso». Scuse accolte anche dalla Lega con Giacomo Stucchi che sottolinea come «la presa di distanza del leader del partito è la sanzione più pesante». Rosy Bindi coglie la palla al balzo per rinfocolare la polemica giudicando «positive» le scuse di Zazzera «al contrario di quanto fatto dal ministro Ignazio La Russa». Il riferimento è al «Vaffa» lanciato dal titolare della Difesa in Aula. Per lui era arrivata una lettera di censura. Il deputato Idv dovrà scontare due sedute di sospensione che sono un avvertimento per il futuro: d'ora in poi non si accetteranno più intemperanze. Zazzera fa sapere che accetta la sanzione. Ci mancherebbe altro.

giovedì 7 aprile 2011

IL VELINO - 07/04/11 - IMMIGRATI, MARONI IN PARLAMENTO: PERMESSI PER CIRCOLARE IN UE

Oggi l'incontro con il ministro dell'Interno francese. I tunisini che sbarcheranno sulle coste italiane saranno rimpatriati. Barcone rovesciato era in acque maltesi.


“Nelle ultime settimane sono sbarcate sulle nostre coste 25.867 persone. Nello stesso periodo dello scorso anno erano state 25, a dimostrazione che il sistema di controllo e prevenzione delle partenze è scomparso". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, riferendo in aula alla Camera sulla questione dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa. “Si è verificato un fenomeno di intensità così forte in pochi giorni, che ha determinato la necessità di creare questi centri. Non c’era altra scelta, non c’era alternativa e credo che questi centri di prima accoglienza – ha aggiunto Maroni - siano stati utili, perché hanno consentito l’identificazione di questi cittadini, che consentirà di gestire il flusso per riportarli in Tunisia, per mettere nei Cie quelli che hanno precedenti penali, o per concedere il permesso temporaneo a quelli che hanno mostrato la volontà di recarsi in un paese europeo". Maroni ha sottolineato che "dall'inizio dell'anno gli sbarchi sulle coste italiani sono stati 390". “Ci sono segnali di ripresa che ci fanno pensare che possa intensificarsi il flusso di persone provenienti da paesi subsahariani, che fuggono da guerre e terribili condizioni umane e possono esser ricomprese nella categoria dei profughi''. Sul barcone con a bordo circa 300 migranti che si è ribaltato ha poi aggiunto che “Le autorità maltesi sostenevano di non avere assetti navali disponibili, per questo hanno contattato le autorità di Roma: in queste condizioni l'area SAR (Search and Rescue Council) impone l'intervento. Quello con le autorita' maltesi - ha proseguito - e' un problema che rimane aperto”. Sull'accordo con la Tunisia il titolare del Viminale ha spiegato che "Tutti i cittadini tunisini che sbarcheranno sulle coste italiane saranno rimpatriati". Questo passaggio dell'intervento e' stato sottolineato con applausi dai banchi del centrodestra. Il premier Silvio Berlusconi ha inoltre firmato il dpcm che prevede il rilascio di un "permesso di soggiorno temporaneo per protezione umanitaria" agli immigrati arrivati dalla Tunisia: si tratta di persone che hanno "mostrato la volontà di recarsi in un paese europeo, sono la stragrande maggioranza e l'iniziativa del governo consentirà loro di di girare nei paesi dell'area Schengen". Proprio sul permesso di soggiorno temporaneo, Maroni, nel corso dell'informativa svolta più tardi nell'aula del Senato, ha dichiarato che da parte della Francia c'è "un atteggiamento di ostilità" nei riguardi dell'Italia. "Il provvedimento - ha osservato il titolare del Viminale - permetterà a molti immigrati di lasciare l'Italia. La maggioranza dei tunisini vogliono andare in altri Paesi, a partire dalla Francia. Ma Parigi ha sin qui mantenuto un atteggiamento di ostilità. La libera circolazione nell'area Schengen è garantita da regole che devono essere rispettate''. Maroni ha aggiunto che la questione verrà affrontata il 26 aprile nel corso dell'incontro bilaterale Italia-Francia a cui parteciparanno il preisdente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il presidente francese Nicolas Sarkozy e i ministri dell'Interno e dell'Economia dei due paesi. Dopo l’intervento del ministro Maroni in aula si è scatenata la bagarre per via dell’iniziativa del deputato Idv Pierfelice Zazzera di esporre in aula uno striscione con su scritto "Maroni assassino". Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha immediatamente censurato il deputato, per il quale, a nome dell'Italia dei Valori, il segretario Antonio di Pietro ha chiesto scusa. L’ufficio di presidenza, ha poi deciso di sanzionare il deputato Idv con una censura e la sospensione di due giorni con decorrenza immediata. La decisone è stata presa all’unanimità sulla base della proposta del collegio dei Questori che ha tenuto conto del clima di questi giorni, dell'immediata presa di distanza del leader dell'Idv Antonio Di Pietro e delle scuse rivolte dallo stesso Zazzera al ministro Maroni. Zazzera è stato ascoltato dall'ufficio di presidenza: "Mi rendo conto di aver superato il limite - ha detto - chiedo scusa alla presidenza, all'aula e a tutti i colleghi, la mia voleva essere una denuncia politica". Il Pdl avrebbe voluto una sanzione più severa vista la "premeditazione" del gesto, ma si sono adeguati. Il rappresentante della Lega, Giacomo Stucchi, ha definito equa la sanzione e ha commentato: "Per quanto ci riguarda la sanzione più pesante è stata la presa di distanza di Di Pietro". Per parte sua il ministro Maroni considera chiuso l’incidente: “Non sono permaloso" ha detto ai cronisti al Senato. In serata il ministro durante la registrazione della puntata di 'Porta a porta' ha puntato l’indice contro la Francia, sostenendo che se intende negare ai cittadini extracomunitari la circolazione nel suo territorio dovrà “uscire da Schengen e sospendere il Trattato”. Secondo Maroni “un cittadino con un permesso di soggiorno, seppure provvisorio, può circolare liberamente” e l’unico modo per bloccare questa misura è che “la Francia esca da Schengen e che sospenda il trattato. Misure - ha concluso - che si adottano solo in casi veramente eccezionali”.