mercoledì 24 agosto 2016

IL GIORNALE (MILANO) - 23/08/16 - "ALTRO CHE 3.300 IN CITTA' IL NUMERO DEI MIGRANTI OGGI NON E' CALCOLABILE

Giacomo Stucchi, presidente del comitato di controllo sui  servizi (Copasir), senatore leghlsta, bergamasco, qual è oggi la situazione dei migranti? «C'è un errore clamoroso del govemo.Quando si accolgono persone nel territorio nazionale, a prescindere dal fatto che scappino o meno, si fa una scelta sbagliata. Bisogna rifarsi all'Onu, aiutare i veri profughi e rifugiati, non i migranti economici che poi diventa un modo elegante per definire clandestini.  Milano, il Comune  ha parlato di  3.300 migranti in città i numeri veri sono impossibili da definire. Questa tendenza sarà costante". Non sono più di passaggio. La prima cosa che fanno è domanda di protezione umanitaria, che coi tempi delle commissioni e dell'appello garantisce di restare assistiti per circa 4 anni. E questo vuoi dire qualche decina di migliaia di euro, circa 40mila curo a testa. E non è neanche vero che le spese sono coperte dall'Europa». Alfano dice che Ventimiglia non è la nostra Calais. Como e Milano?  l francesi sono molto attenti a fare controlli soprattutto dopo quei terribili attentati. La Svizzera ha una possibilità anche maggiore di controllo, perché non essendo nell'Ue. pur aderendo all'area di libero transito, ha gli strumenti per impedire arrivi  incontrollati".  Oggi anche al governo ammettono che fra i migranti potrebbero infiltrarsi anche cellule dell'lsis. «Ogni tanto ci sono indagini che testimoniano come si sia passati dalla possibilità alla probabilità. Per fortuna. grazie al lavoro del comparto sicurezza, non ci sono segnalazioni specifiche di soggetti con intenzioni ostili fra i presenti. L'arresto presunto In Libia di Moez Al  Fezzani, che ha vissuto a Milano? Mi limito a dire che voglio avere la conferma  che ci sia stato questo arresto. Fezzani ha frequentalo un centro lslamico di Milano. In base alle analisi di cui si può disporre, qual è la situazione su questo fronte?  C'è un'osservazione fatta per chiarire cosa viene detto e cosa viene professato,nei centri islamici e in altre realtà possibili punti di aggregazione di soggetti che porrebbero avere intenzioni "da chiarire". Questo controllo ha dato ottimi risultati, credo sia efficace. Ma ci sono strumenti per tracciare i flussi di denaro in arrivo dall'estero? La guerra di che c'è stata nella sua Bergamo è inquietante.  C'è un'attività importante dell' intelligence sulla reale provenienza di questi fondi. E ora c'è anche un ausilio, il Gift della Guardia di Finanza. Su Bergamo ho presentato un'interrogazione . Dei 25 milioni dalla Quatar Charity Foundatition ne sono arrivati 5, gestiti in modo ambiguo".  Approva la legge dalla Lombardia sulle moschee? «S'i, ogni Comune nel pgt deve disciplinare in modo puntuale la destinazione delle aree. Se ci sono aree previste si possono realizzare edifici di culto, , altrimenti non si deve costuire un edificio di culto, senza distinzione fra religioni". Burqa e burkini? Vietati? Il burqa è già vietato dalle legge Reale del '75, che impedisce di girare senza mostrare il volto. E andrebbe fatta applicare. Il burkini è una cosa diversa ma collegata. perché si tratta di un mezzo di sottomissione dei diritti della donna. E' inaccettabile per quello. Passi indietro verso il medioevo non si possono fare".

venerdì 19 agosto 2016

AFFARI ITALIANI 19/08/16 - - ISLAM, STUCCHI (PRESIDENTE DEL COPASIR): BURQA E BURKINI VIETATI IN ITALIA

In base alle informazioni in suo possesso, c'è il rischio concreto che potenziali terroristi islamici arrivino in Italia con i barconi? Ci sono già stati casi in tal senso? E quanti? "Non esiste nessun caso accertato fino ad ora della presenza in Italia di potenziali terroristi islamici arrivati sulle nostre coste sui barconi che attraversano il Mediterraneo. La possibilità che gli uomini di Daesh utilizzassero questo tipologia di trasporto era certamente remota in passato ma, probabilmente, lo è meno oggi. Lo dimostra anche il recente arresto in Tunisia di un soggetto pericoloso che cercava di raggiungere via mare l'Europa. Bisogna continuare a tenere elevato il livello dei controlli e a monitorare attentamente ogni singola situazione".Quanti sono i cosiddetti "lupi solitari" pronti a colpire seguiti dall'intelligence italiana? "Non è possibile dare una risposta. I lupi solitari si attivano autonomamente, spesso senza condividere con nessuno le proprie intenzioni e questo rende più difficile la loro individuazione preventiva. Ad oggi però, parlando in generale, grazie anche al prezioso lavoro svolto da chi opera nel comparto sicurezza, non vi sono evidenze di specifiche e puntuali progettualità ostili riferite al nostro Paese". L'intelligence italiana è preparata per garantire la sicurezza dei cittadini ed evitare attentati sul nostro territorio? "L'intelligence ricopre un ruolo strategico a tal fine. Se fino ad ora l'Italia non è stata interessata da eventi terroristici dalle conseguenze drammatiche lo si deve anche al grande impegno profuso quotidianamente dalle nostre Agenzie, oltre che a quando viene fatto, a valle, dalle Forze dell'ordine e dalle Procure". Il governo sta facendo abbastanza in termine di prevenzione contro il rischio di attentati terroristici? "Io credo che, in una logica di maggiore sicurezza complessiva, occorra potenziare ulteriormente il controllo del territorio con nuove risorse, mezzi e soprattutto personale. Inoltre è necessario capire con certezza chi è presente - o cerca di entrare - nel nostro Paese, valutando la loro reale situazione e allontanare tutti coloro che sono in Italia senza averne titolo ed in violazione delle norme in vigore". Ritiene che il burkini e il burqa debbano essere vietati anche in Italia? "Il divieto di mostrarsi in luoghi pubblici con il volto coperto è previsto dalla Legge Reale del 1975 quindi, a prescindere dagli aspetti religiosi della questione, l'utilizzo del burka, che nasconde completamente il volto della persona che lo indossa, non è consentito. Ma quello che più mi preme sottolineare è che burka e burkini sono due "strumenti" di negazione dei diritti delle donne. Sono la manifesta negazione di tante conquiste, la più importante quella della parità tra uomo e donna, costate spesso anche la vita a tante eroine nei secoli e nei decenni passati".

giovedì 18 agosto 2016

LA PRESSE - 18/08/16 - STUCCHI (COPASIR): CI SONO SEGNALI DI RADICALIZZAZIONE ISLAMICA

Ma aggiunge: "Cerchiamo tutti di non cedere alla paura e alla fobia"
"L'arresto in Libia di Al Fezzani, più noto come Abu Nassim, è certamente una buonissima notizia. Tocca ora agli inquirenti svelare gli intrecci che Al Fezzani poteva avere in Italia". Giacomo Stucchi presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza, commenta con la LaPresse l'arresto in Libia la notizia dell'arresto dell'uomo considerato il principale reclutatore dell'Isis in Italia. Presidente, dunque abbiamo la prova che nel nostro paese agiscono persone che si preoccupano di reclutare terroristi per conto dello Stato Islamico. E' prematuro dire che nel nostro paese esista e lavori una struttura che si occupa di reclutare terroristi. Ci sono in corso indagini dei nostri apparati di sicurezza ed è bene che li si lasci lavorare evitando di anticipare conclusioni. Ma allora le preoccupazioni da cosa derivano? Dal fatto che c'è una indubbia radicalizzazione nel mondo islamico conalcuni fenomeni anche nel nostro paese che non possono essere sottovalutati. Ricordo che pochi mesi fa è stato arrestato un giovane pugile marocchino che secondo le indagini, voleva partire con la moglie per unirsi all'Isis. Inoltre il giovane si diceva pronto per attentati a Roma e al Vaticano. Dunque segnali preoccupanti ci sono e vanno attentamente segnalati e controllati. E' questo il motivo per cui nelle ultime settimane si è alzato per così dire il livello di pericolo per possibili attentati nel nostro paese? Non ci sono segnali specifici. C'è come dicevo prima il segnale di una possibile crescente radicalizzazione di alcuni settore dell'islam in Italia. Parlo non a caso di preoccupazione e di attenzione che sono cose ben diverse dalla fobia. Però è difficile per la gente comune in vacanza distinguere come fa lei e come ha fatto il ministro degli Interni Alfano. Non c'è dubbio però ricordiamoci che dar conto della naturale preoccupazione che c'è per possibili attentati anche in Italia serve anche a tenere alta la tensione dei nostri apparati investigativi e far capire che la guardia non va abbassata. Poi sono consapevole che l'Italia come tutto l'occidente non può dirsi esente da attentati, non c'è e non esiste, insomma come è stato più volte spiegato, un rischio zero. Una paura condivisa dai nostri vicini francesi che dicono le statistiche, proprio in questi giorni di vacanza, abbandonano le loro spiagge per riversarsi sulle nostre spaventati da nuove possibili tragedie come quella recente di Nizza. E' vero che i francesi scelgono il nostro paese perchè si sentono più sicuri. Ho potuto verificarlo io stesso visto che sono in Liguria, molto frequentata dai nostri vicini, per alcune manifestazioni politiche. Detto questo mi preme lanciare un appello alla calma: cerchiamo tutti di non cedere alla paura e alla fobia e cerchiamo soprattutto di non cambiare nulla, o il meno possibile, nella nostra vita di tutti i giorni.

domenica 14 agosto 2016

IL MATTINO - 14/08/16 - "ISIS ALLO SBANDO IN FUGA SUI BARCONI"


"Affiliati lsis in fuga dalla Libia sui barconi": Giacomo Stucchi, presidente del Copasir,Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, rilancia l'allarme in un'intervista al Mattino. «Roma - spiega Stucchi è una metafora, vuol dire cristianità, Occidente: la minaccia è quindi generica, non necessariamente riferita a un progetto ostile verso la capitale. Ma il presidente del Copasir sottolinea: Con la liberazione di Sirte il rischio che i cani sciolti dell'lsis decidano di raggiungere l'Europa oon i barconi dei clandestini è diventato concreta.  E' quindi urgentissimo aumentare mezzi e personale per migliorare i controlli».Quella scritta in arabo su un muro di Sirte, «Da qui la porta per Roma, non stupisce né aggiunge preoccupazione alle non  poche preoccupazioni del senatore leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. "Roma è una metafora, Roma vuol dire cristianità, vuoi dire Occidente: la minaccia è quindi generica, non necessariamente riferita a un progetto ostile verso la capitale" assicura Stucchi. Che indica invece altri e più pressanti motivi di allarme, in questo ponte di Ferragosto sospeso tra le nuove speranze  dei libici finalmente  liberi di tagliarsi barbe e levare burka e la sottile sensazione di attesa che anima, al di qua del Mediterraneo, popolazioni che si sentono sotto attacco. Con la liberazione dì Sirte - dice Stucchi - il rischio che cani sciolti dcll'Isis decidano di raggiungere I'Europa con i barconi dei clandestini è diventato concreto». Presidente Stucchi, finora questo scenario è stato considerato poco realistico: mai l'lsis avrebbe rischiato di "condannare'" a un sempre possibile naufragio propri affiliati, addestrati all'odio ed equipaggiati per uccidere. Cosa spingerebbe oggi quegli stessi uomini ad affrontare la traversata? "La logica che spinge da sempre i soldati di qualsiasi esercito in rotta. Quelli che ieri erano combattenti del Califfato, inquadrati e fedeli alla causa, oggi sono militanti in fuga, uomini sconfitti in cerca di una via d'uscita. Sappiamo che in molti si stanno dirigendo verso il sud della Libia, verso il deserto. Ma non possiamo escludere che altri, pochi o molti che siano, cerchino di raggiungere in qualche modo l'Europa.Verrebbero «in pace», con l'intenzione cioè di nascondersi e cambiare vita, o al contrario per portare a termine le "missioni" a loro affidate dai capi dell'lsis? « Trattandosi di gente allo sbando è davvero difficile dirlo. Certo, la sconfitta può rendere piu' feroce l'odio fondamentalista,la volontà di rivalsa,anche attraverso gesti "eroici" del lupo solitario di turno». Se questo è il rischio, esistono possibilità di difesa? "E' evidente che la difesa passa attraverso la capacità degli Stati nei quali approdano i barconi, l'Italia in primo luogo, di identificare tutti quelli che arrivano sulle proprie coste". Presidente, è quello che Bruxelles ci chiede c che noi non riusciamo a fare: i centri di prima accoglienza scoppiano, e dalle strutture che ospitano l migranti le fughe sono quotidiane. "Lo so bene: bisogna investire di più nel sistema di controlli, utilizzare più uomini, coordinare le banche dati, accelerare tutti i tempi. Al governo lo chiedo da tempo. Dovrebbe aiutarci l'Europa, ma se aspettiamo quella stiamo freschi". Il governo non vi dà ascolto? " Se aumentano gli sbarchi, se aumentano i soggetti in arrivo e non puoi incrementare attrezzature, il personale, lo scambio di informazioni allora ottenere efficacia diventa  difficile. Intervenire non è solo necessario, è urgentissimo".La scritta minacciosa su Roma è la quasi contemporanea decisione d innalzare il livello di allerta nei porti hanno diffuso nel Paese nuove paure. L'Italia è nel mirino? L'Italia è  nel mirino dei terroristi del Daesh come lo sono tutti gli Stati occidentali. Lo è oggi come lo è stata fino a ieri: se finora abbiamo evitato eventi tragici è perché abbiamo uno tenuto la guardia alta, in un quadro ottimale di sinergia tra le istituzioni, la magistratura e le forze dell'ordine. Ciò premesso, fra il muro di sirte e l'allerta nei porti non c'è alcun collegamento. Quella scritta è propaganda, è uno dei tanti proclami contro l'Occidente e i suoi valori, contro le sue radici laico - cristiane. Non è certo una novità che il Daesh abbia Roma fra i suoi obiettivi, ma al momento non esiste nessuna evidenza di progetti ostili alla capitale». Il rischio è generico, insomma? E? sempre alto ma generico. A Roma come altrove. Diciamo che la scritta di Sirte va intesa come un monito a non abbassare la guardia mai. Neanche adesso che Daesh è costretta a ritirarsi grazie ai raid americani". La stretta sui porti è un segnale in questo senso?  "Nei porti si è semplicemente provveduto ad  allineare il livello di sicurezza a quello già in vigore in aerostazioni e grandi stazioni ferroviarie. Dato il volume dei movimenti nella stagione estiva, è star o un adeguamento necessario. L'ottica è sempre quella della prevenzione". Secondo voci attribuite ai servizi segreti di Tripoli, tra le carte ritrovate a  Sirte ce ne sarebbero alcune che fanno riferimento a una rete jihadista in azione nella provincia di Milano, composta da clementi libici, tunisini e sudanesi. Il Copasir ne ha contezza? «Si tratta evidentemente di materia che interessa la magistratura, di indagini coperte dal segreto istruttorio. Nel Milanese ci sono state inchieste, arresti, espulsioni. Le carte di Tripoli potrebbero far riferimento a persone passate in quella zona e che adesso si trovano altrove.  lo posso solo confermare che in Italia la collaborazione tra intelligence, procura e polizia giudiziaria funziona molto bene, sapendo che sul terrorismo ogni informazione può fare la. Differenza e che nulla va sottovalutato». Questa sinergia funziona anche sul piano internazionale? C'è consapevolezza che non solo occorre scambiarsi informazioni,  ma bisogna farlo in tempo reale. La collaborazione fra servizi segreti è valida, mentre quella giudiziaria inciampa sull' ostacolo del segreto istruttorio. Se la procura di un Paese indaga su un soggetto che si è spostato lì da un altro Paese, dovrebbe poter conoscere le carte dell' inchiesta del Paese di provenienza. In attesa della nascita, che chissà se avverrà mai, di una superprocura europea, questo luogo di scambio di informazioni andrebbe  individuato". A proposito di luoghi dove si  scambiano informazioni, quanto è penetrante il controllo della nostra intelligence sulla rete? "Sappiamo che la radicalizzazione in Europa avviene in prima istanza utilizzando il web; lì avvengono i contatti tra potenziali attentatori, si cercano anche sistemi per immolarsi, si lanciano proclami. ll controllo sulla rete da parte dei Servizi e degli inquirenti è garantito, ma se vogliamo vincere la guerra non possiamo fermarci, dobbiamo correre sempre di più. Qualcuno non corre abbastanza? Non quanto corre la tecnologia: non facciamo in tempo ad adeguare i nostri strumenti, che ne vengono fuori altri più avanzati. I nostri "nemici" tengono il passo, noi facciamo fatica». Nella legge di stabilità il governo ha stanziato i 50 milioni per la cybersicurezza.  Non basteranno? Il punto è che bisogna investirli in fretta, mi auguro che lo si faccia. Oltre ai mezzi, serve personale già addestrato: quando si lavora per disinnescare pericoli non si può perdere tempo in corsi di aggiornamento». Come si concilia la necessità di agire in fretta e di  raccogliere il maggior numero di informazioni con il diritto alla privacy degli utenti che con il terrorismo non c'entrano niente? I controlli vanno fatti in modo mirato. Per dirla con una metafora: dobbiamo pescare nel grande  fiume del web le bottiglie di plastica che lo inquinano- i terroristi e i loro complici senza disturbare i pesci, i cittadini per bene".

giovedì 4 agosto 2016

GEOPOLITICALCENTER - 04/08/16 - Le sfide dell’intelligence: intervista al presidente del COPASIR on. Stucchi

Oggi vi proponiamo un’intervista al Presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, organo di controllo del parlamento sull’attività dei Servizi di Intelligence italiani, on. Giacomo Stucchi. Le sue risposte, ad alcune nostre domande sulle attuali questioni legate al terrorismo e alla difesa della Repubblica, ci offrono una visione chiara del pensiero di un importante esponente delle nostre istituzioni. GPC:Alla luce dell’attuale “ermeticità” degli ambienti islamisti quanto sarebbe importante ricorrere ancora a sistemi più classici dell’intelligence (HUMINT) alla luce del fatto che intercettazioni e controllo del web sembrano strumenti indispensabili ma non sufficienti ad eradicare il fenomeno terroristico? Pres. COPASIR:Nell’attuale complesso scenario, determinato anche da una rapida evoluzione delle interconnessioni di gruppi e individui che a diverso titolo operano in questa galassia del terrore che è il terrorismo di matrice islamica, un’attività di intelligence svolta attraverso la raccolta di informazioni con contatti interpersonali è fondamentale. Bisogna però tenere in considerazione che l’elemento preponderante del fenomeno terroristico di matrice islamica dell’ultimo periodo è l’indeterminatezza, sia delle persone che prendono parte all’azione sia delle modalità di esecuzione dell’atto terroristico. Tuttavia nulla deve rimanere intentato per fermare la “razionale follia” che determina l’azione dei terroristi. GPC:Foreing Fighetrs: da tempo il nostro gruppo propone la revoca della cittadinanza agli italiani che si recano a combattere in Siria. È possibile pensare ad una proposta di legge in tal senso? Pres. COPASIR:Si, non bisogna aver timore di ragionare anche in questa direzione. GPC: Contrasto alla radicalizzazione: risulta oggi molto complicato sanzionare le persone che vengono a radicalizzare prima di una loro azione, tuttavia potrebbe essere utile denunciare e fermare chi è parte attiva nel processo di radicalizzazione. Servirebbero nuovo reati come ad esempio “apologia di terrorismo”. Il parlamento sta lavorando in questa direzione? Pres. COPASIR:La legislazione vigente ha permesso che importanti operazioni antiterrorismo andassero in porto grazie all’ottimo lavoro delle procure, delle forze dell’ordine e dell’intelligence. Una sinergia che, sino a oggi, ha dato i suoi frutti sul fronte della prevenzione. Tutto bene quindi? Certamente no. Per questo anche la vostra idea potrebbe trovare spazio. GPC:Forze speciali: emerge da parte del governo sempre pi ù forte il desiderio di nominare membri dei servizi un numero sempre maggiore di operatori delle forze speciali da impiegare all’estero in operazioni militari “coperte”. Dove termina il ruolo di operatori dei servizi e dove inizia il ruolo di militari in missione operativa? Il COPASIR può verificare, mantenendo il dovuto segreto, il corretto impiego dei nostri militari/agenti all’estero? Pres. COPASIR:Più che un desiderio ritengo sia una necessità. In ogni caso il Copasir è già intervenuto quando si è trattato di manifestare al governo la necessità di modifiche normative alla legge quadro sui servizi, anche alla luce delle esperienze positive degli apparati di altri paesi, o di operare nelle pieghe delle leggi in vigore. Di certo i limiti dei ruoli ai quali lei fa riferimento sono sempre più sottili, ma si tratta di una diretta conseguenza dell’evoluzione degli scenari internazionali. GPC:Spesso e volentieri fenomeni di radicalizzazione avvengono in piccoli centri abitati. Quali possono essere gli “anticorpi” che Governo, Regioni e, soprattutto, Comuni possono istituire per prevenire tali fenomeni? Pres. COPASIR:Ho già sottolineato quanto sia vitale a monte il ruolo dell’intelligence e a valle il coordinamento tra forze dell’ordine e procure, sul quale bisogna andare avanti, per un efficace contrasto a tutte le forme di terrorismo; ma non c’è dubbio che, sul fronte della prevenzione, molto può essere fatto anche dagli enti che amministrano un territorio. Non ne farei però una questione connessa alla dimensione del luogo, cioè di un piccolo paese o di una grande città, piuttosto mi rifarei alla qualità dell’integrazione. La radicalizzazione può avvenire ovunque. Ma se, per esempio, in una determinata realtà un imam predica istigando alla violenza, chi ne fosse a conoscenza non può far finta di niente ma deve segnalare la cosa alla forze dell’ordine. Sindaci e amministratori, dal canto loro, devono fare la loro parte nel divulgare questa cultura della sicurezza. Per fortuna da noi al momento non ci sono né i numeri né le entit à dei problemi connessi all’integrazione che esistono in altre realtà, come la Francia o la Germania; tuttavia questo non autorizza nessuno, né a livello centrale né a quello periferico, a fare come lo struzzo nascondendo la testa sotto la sabbia facendo finta di non vedere situazioni di disagio che comunque esistono. GPC:All’indomani del fallito golpe in Turchia, in Austria e in Germania sono state organizzate manifestazioni a supporto del presidente Erdogan. In Austria, nella cittadina di Wiener Neustadt, il sindaco ha vietato l’esposizione da balconi e finestre la bandiera della Turchia, il governo tedesco ha impedito un discorso di Erdogan. Tenendo presente che, ancora oggi, stiamo assistendo a migliaia di dimissioni e arresti in Turchia, è possibile che possano innescarsi tensioni sociali all’interno dei paesi europei con le comunità turche? Pres. COPASIR: E’ difficile rispondere a questa domanda. Anche perchè prima bisognerebbe capire come sono andate veramente le cose nella fatidica notte del golpe. In tal senso credo che occorrerà ancora parecchio tempo prima che una qualche verità possa venire fuori. Nel frattempo, però, l’Europa e le comunità turche che da noi vivono non possono che stare dalla parte della democrazia e dei suoi valori di riferimento e quindi condannare apertamente tutte le scelte di Erdogan che vanno nella direzione opposta.