giovedì 13 novembre 2008

LA REPUBBLICA - 13/11/08 - FINANZIAMENTI AI PARTITI SPARITI NO BIPARTISAN ALLA SCURE DELL'IDV

Ma Udc e Proidiani si astengono. Restano i doppi stipendi. I fondi ora spettano anche a chi non ha più rappresentanza parlamentare

ROMA - Abolire il doppio stipendio per ministri e parlamentari, cancellare il rimborso elettorale quinquennale in caso di fine prematura di una legislatura, cancellare dalla mappa istituzionale le Comunità montane. Idee che ieri pomeriggio l´Italia dei Valori ha proposto all´approvazione dell´aula di Montecitorio, durante la discussione sulla Finanziaria. Idee che i deputati hanno bocciato in maniera bipartisan. Oltre alla maggioranza ha votato contro anche il Pd e la cosa ha suscitato molto malumore nelle file dei dipietristi già in fibrillazione con Veltroni e i suoi per il caso Orlando. L´Udc ha scelto la via dell´astensione. Così come ha fatto un gruppetto di prodiani. Ed ad aggiungere tensione fra dipietristi e democratici è arrivata ieri anche la nomina di due segretari d´aula al Senato: l´Idv è rimasta fuori e ha accusato Pd e Pdl di inciuco.Alla Camera il partito di Di Pietro ha aperto le ostilità chiedendo di abolire le Comunità montane. Dopo breve dibattito e un invito al ritiro da parte del Pd la proposta è bocciata da 432 deputati su 488. Oltre all´Idv vota a favore anche la pattuglia radicale. Subito dopo tocca al deputato Francesco Barbato chiedere di tagliare uno dei due stipendi per chi è contemporaneamente ministro (o sottosegretario) e parlamentare. «Il caso più clamoroso è qui in aula - denuncia Barbato - . Vediamo la sedia centrale del banco del governo, del nostro comandante in capo, che è vuota da sei mesi. Se da sei mesi egli non è presente e, quindi, non svolge il lavoro da deputato - ne siete tutti voi testimoni - perché deve prendere lo stipendio da deputato?». Barbato è subito attaccato dal Popolo della libertà. Carla Castellani, medico, invoca per Barbato un «trattamento sanitario obbligatorio: i contenuti del suo intervento sono decisamente demenziali». E il leghista Giacomo Stucchi se la prende direttamente con Di Pietro. Lo accusa: «Invece di essere in aula a lavorare, sta facendo il cicerone illustrando i beni artistici della Camera a una trentina di persone proprio in questi minuti». Fioccano i no. Ma l´intervento più bruciante è sicuramente quello di Giulio Santagata. Perché l´ex ministro del governo Prodi, ulivista doc, annuncia l´astensione sua, imitato da un gruppo di prodiani, ma prega «gli amici dell´Italia dei Valori, avendo operato credo attivamente su questo argomento, di evitare di riaprire in termini populistici una questione di grande delicatezza: se continuiamo ad attizzare in maniera sbagliata questo tipo di sensibilità, credo che non facciamo del bene alla democrazia». Si arriva al voto e anche questa volta 439 deputati sui 501 presenti dicono no alla proposta. Con 13 astenuti. Barbato cede il microfono ad Antonio Borghese. Questa volta l´argomento è ancora più spinoso. Il deputato dipietrista chiede di cancellare quella norma del "Porcellum" che prevede il rimborso elettorale per i partiti anche in caso di fine prematura della legislatura. Una norma che permette anche a chi resta fuori dal Parlamento di continuare ad avere i soldi. I casi tipici sono quelli di Udeur, Pdci, Verdi e Rifondazione che prenderanno fino al 2011 i rimborsi per la legislatura iniziata nel 2006 e finita nel 2008. Anche a questa propostasi associa la radicale Rita Bernardini. Ma fioccano i no: 417. A favore solo 29 deputati, 58 gli astenuti. Silvio Buzzanca

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