giovedì 11 dicembre 2014

IL SOLE 24 ORE - 11/12/14 - Mafia Capitale, Stucchi (Copasir): "Verfichiamo tutto, abbiamo chiesto aggiornamenti costanti"

Il Copasir ha chiesto di essere aggiornato costantemente nel caso emergano, nell'inchiesta su Roma Capitale, coinvolgimenti di uomini dei servizi. A dirlo è Giacomo Stucchi, presidente del comitato, intervenuto a Effetto Giorno: "Prima di tutto nell'indagine coordinata da Pignatone non Mafia Capitale, Stucchi (Copasir): "Verfichiamo tutto, abbiamo chiesto aggiornamenti costanti"risulta iscritto nel registro degli indagati nessun appartenente ai servizi. Questo è un dato di fatto. Se parliamo dell'esistenza di personaggi che vengono identificati di volta in volta come appartenenti ai servizi, confidenti dei servizi, fonti dei servizi, servizi deviati dobbiamo dare un nome a queste persone, altrimenti restiamo nel campo delle ipotesi. Naturalmente per fugare ogni dubbio - spiega Stucchi - il Comitato ha chiesto fin dalla settimana scorsa un'informativa urgente al direttore dell'AISI Esposito e proprio ieri abbiamo chiesto di essere aggiornati costantemente su quelli che sono gli sviluppi delle informazioni, qualora che dovesse verificarsi che qualcuno dell'agenzia, magari negli anni passati, abbia preso parte a qualche operazione che viene oggi attenzionata dalla magistratura. Ad oggi è escluso, ma è nostra intenzione verificare tutto". Stucchi prosegue: "Lì si tratta di un branco di delinquenti che facevano affari sulla pelle dei cittadini e spesso sui loro bisogni primari. Va fatta piena luce perché ogni volta che si parla di forze dell'ordine corrotte o servizi deviati, sento un po' la puzza che si voglia spostare l'attenzione da quelli che sono i reali responsabili dei comportamenti. Comunque faremo tutti gli accertamenti per verificare il rispetto delle norme e dei regolamenti da parte dei nostri agenti nei servizi". Ci sono anche intercettazioni che parlano di trasferimento di denaro da parte degli uomini dei servizi che si trovano all'Estero verso l'organizzazione coinvolta: "Anche questa intercettazione riporta dei sentiti dire, delle cose che nessuno mai ha avuto modo di verificare di persona, anche qui siamo nel campo delle ipotesi. Le stiamo verificando, però non prendiamo per buone le intercettazioni di soggetti che non sono stinchi di santo e che spesso parlavano sapendo di essere intercettati". Sa dire se Carminati in passato avesse ricevuto coperture da uomini dei servizi? "Lo abbiamo chiesto e ci stiamo già lavorando. Sui contatti, coperture non mi sembra il termine adeguato".

venerdì 24 ottobre 2014

IL GIORNALE.IT - 24/10/14 - Nel nostro Paese 200 jihadisti sorvegliati

Porre la «massima attenzione» per evitare il «gesto estemporaneo ed emulativo» di singoli soggetti che potrebbero entrare in azione anche nel nostro Paese. È l'invito che il Viminale ha rivolto a questure e prefetture all'indomani dell'attentato al Parlamento canadese. Un'apposita circolare chiede di attuare una «attenta vigilanza» su obiettivi sensibili e sedi istituzionali, di attivare tutte le fonti investigative e di monitorare sia i luoghi dove si ritrovano i soggetti più vicini alle posizioni radicali, sia i forum e i siti frequentati dagli estremisti, nuova frontiera del jihadismo fai-da-te e dell'attentatore "isolato". L'Antiterrorismo ha già individuato 48 cosiddetti foreign fighters , combattenti «legati in qualche modo all'Italia in termini di transito o di passaggi vari effettuati nel nostro Paese». L'allerta è stata invece elevata per i cosiddetti “ufficiali di collegamento” tra il nostro territorio e la galassia fondamentalista: monitorati costantemente, ma nessun ritiro del passaporto. Secondo l'intelligence, almeno 200 soggetti “attenzionati”, ritenuti pericolosi perché rientrati in Italia dopo un periodo di addestramento in basi segrete all'estero, principalmente in Afghanistan e in Malesia, o collegati all'estremismo di matrice islamica. Oggi più legato ai siti Internet, che non alle moschee. Alcuni forum non vengono oscurati dall'intelligence proprio per permettere di raccogliere elementi di indagine. Un punto, questo, ribadito nella circolare inviata a prefetti e questori italiani dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno. Secondo Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), in Italia «la situazione è sotto controllo: c'è una giusta preoccupazione ma l'allarmismo è ingiustificato». Ogni giorno si ricevono segnalazioni e l'intelligence di tutti i Paesi, compresa quella italiana, le esamina nel dettaglio, stabilendone l'attendibilità. Più allarmi anche nella stessa giornata, spiega al Giornale «verificati nel silenzio più rigoroso, il che aiuta a evitare possibili attacchi». Nel caso dell'attentato di Ottawa, c'è stata probabilmente una «sottovalutazione»”, sostiene Stucchi: Zehaf Bibeau, il canadese convertito all'islam ucciso dalla polizia, era stato condannato in Quebec a 60 giorni di reclusione per possesso di stupefacenti (nel 2004). Gli avevano confiscato a luglio il passaporto, considerandolo dopo la conversione «un viaggiatore ad alto rischio». In Italia «non ci sono stati provvedimenti di questo tipo», almeno non ancora, spiega il presidente del Copasir. Un altro obiettivo è «evitare la possibilità di infiltrazione di jihadisti nelle carceri italiane», dice al Giornale Luigi Pagano, reggente del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria): 10.400 i detenuti di fede musulmana in Italia, di cui il 70% si dichiara praticante e fa richiesta di dieta halal, spiega Pagano. Solo 14 sono accusati o condannati per terrorismo internazionale. Tutti nel carcere di Rossano (Cosenza). Nel 2010 erano più di 80, dislocati in tre strutture: Macomer, Benevento, Rossano.

martedì 30 settembre 2014

AFFARI ITALIANI - 30/10/14 - Isis, la Gran Bretagna: "E' una minaccia nucleare"

Ancora esecuzioni da parte dei jihadisti dello Stato islamico. Quasta volta non si tratta di occidentali, ma di quattro peshmerga, i miliziani curdi che da oltre dieci giorni tentano di respingere l'avanzata dell'Is verso la città di Kobane, non distante dal confine tra Siria e Turchia. Secondo Osservatorio nazionale per i diritti umani, i jihadisti hanno decapitato i quattro curdi, di cui tre donne, caduti nelle loro mani durante i combattimenti. L'ong ha riportato anche un dettaglio macabro: le teste delle vittime sono state esposte nella città di Jarablus. Il britannico John Cantlie, ostaggio dei jihadisti dell'Is appare per la terza volta in un video, diffuso in nottata e intitolato "prestatemi ascolto" e "messaggi del detenuto britannico John Cantlie". Un video di 5 minuti e mezzo in cui il 43enne giornalista che ha lavorato per una serie di testate tra cui il Sunday Times appare vestito con la stessa tuta arancione, seduto a un tavolo. Ora il filmato è stato rimosso da Youtube e decine di account twitter pro-is sono stati chiusi. L'Is incalza e l'America continua a rimbalzare colpe e respondabilità. LA MINACCIA NUCLEARE - Lo Stato Islamico come minaccia nucleare. A sostenerlo e' stata il ministro dell'Interno britannico, Theresa May, parlando dal palco del congresso dei conservatori in corso a Birmingham. "L'Isis potrebbe presto entrare in possesso di armi chimiche, biologiche o persino nucleari", ha detto May, aggiungendo che questo "e' il primo vero e proprio Stato terrorista al mondo". I toni allarmistici di May sono stati subito appoggiati dagli interventi di altri delegati che, insieme al ministro, hanno ripetuto che "l'Isis e' una seria minaccia che dobbiamo fermare", anche perche', come ha ribadito il titolare degli Interni, "stanno operando a poche ore di volo dal nostro Paese". May, che corre anche per la leadership del partito dei Tory nei prossimi anni, ha poi ricordato un allarme lanciato dallo stesso primo ministro David Cameron: "Questa battaglia dovra' essere combattuta per molti anni in futuro. La lezione della storia ci dice che quando i nostri nemici dicono di volerci attaccare, lo vogliono fare veramente. Non dobbiamo scappare di fronte alle nostre responsabilita', ora". COPASIR - "Una giusta preoccupazione deve realisticamente esserci. Quello che va evitato e' un clima di eccessivo allarmismo". Lo ha detto Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, al termine dell'audizione del presidente del consiglio Matteo Renzi. "Non c'e' stato nessun focus particolare sul Vaticano", ha aggiunto Stucchi, "ma si sono individuati alcuni obiettivi sensibili su cui concentrare l'attenzione. Non abbiamo parlato di ostaggi", ha concluso.

lunedì 29 settembre 2014

LAPADANIA - 29/10/14 - Passati dall'Italia 48 militanti islamisti

Sono 48 i combattenti stranieri passati dall'Italia ed entrati nelle file dei jihadisti dell'Isis. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margini di una conferenza di alto livello sulla sicurezza a Bruxelles. «Abbiamo fatto un monitoraggio che teniamo sempre aggiornato e che ci indicava un numero di 48 persone, in qualche modo legate a vario titolo all'Italia in termini di transito o di passaggi vari effettuati nel nostro Paese». Alfano ha sottolineato che «il comitato analisti strategica antiterrosrimo si riunisce ogni settimana. Abbiamo sempre valutazioni aggiornata e teniamo sotto controllo la situazione». L'allerta per l'Italia «è elevata, anzi elevatissima, pur in assenza di una minaccia specifica» perché l'Italia è parte di quella grande comunità occidentale che contrasta il terrorismo, perchè è sede della cristianità e perché ha fatto delle scelte importanti in Parlamento anche negli ultimi mesi e noi siamo parte di quella grande comunità che è sotto attacco da parte di un califfo e di un sedicente Stato e di una organizzazione criminale che ha condizioni, soldi e uomini che nessuno ha mai avuto». Alfano ha parlato alla vigilia di un'audizione del Copasir che vedrà protagonista il premier Matteo Renzi. «Nel corso del nostro confronto - ha spiegato il leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir - saranno affrontate con il premier tematiche di attualità, scenari internazionali e altri argomenti. E saranno formulate domande e richieste di chiarimenti da parte dei membri del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il nostro interesse è confrontarci su terrorismo e minaccia dell'Isis, ma anche su Ucraina, Libia e altre questioni sul tappeto. Il lavoro di intelligence che il nostro comparto sta portando avanti ha garantito finora un controllo reale della minaccia nel nostro Paese».

sabato 20 settembre 2014

IL MESSAGGERO - 20/09/14 - L'esperto: concreto il rischio che terroristi Isis compiano attentati in Italia

Cittadini europei o statunitensi addestrati alla morte in Siria e Iraq possono tornare nelle proprie nazioni. Sono i jihadisti della porta accanto, e possono colpire. Molti di loro sono andati a combattere sotto la bandiera dell'Is, in Siria e Iraq o ingrossano le fila dei gruppi terroristici e delle milizie in conflitti non convenzionali. «Il rischio ''foreign fighters'' è concreto anche in Italia», mette in guardia Andrea Margelletti, presidente del CeSi (Centro Studi Internazionali), che spiega: «Mentre disegniamo giotteschi buchi nel terreno, frutto di armi intelligenti più che della strategia che le utilizza, c'è il pericolo che cittadini europei o statunitensi addestrati alla morte in Siria e Iraq, possano tornare nelle proprie nazioni attraversando le maglie della nostra presunzione e, potenzialmente, provare a mettere a segno attentati nel cuore dell'Occidente. Combattono con l'esercito nero -sottolinea l'esperto di strategia militare- ma non sono organici allo Stato islamico. È questa la minaccia che può far davvero male all'Europa. La campagna militare contro l'Is -rimarca Margelletti- potrà essere tanto efficace quanto saranno mirati e strategici gli interventi dell'intelligence dei paesi occidentali, ma occorre riconquistare anche le tribù sunnite della provincia di Al Anbar, che in passato avevano combattuto contro Al Qaeda. I miliziani di queste tribù rappresentano infatti l'ossatura del cosiddetto esercito di Abu Bakr al Baghdadi», l'autoproclamato Califfo dello Stato islamico. Usa, Iran e Siria che non si parlavano da tempo ora hanno ripreso il confronto. Per il presidente del CeSi, «finora il vero successo ottenuto nella lotta contro l'Isis, è il fatto che nazioni che non si parlavano da tempo, come Usa, Iran e Siria, ora abbiano ripreso il confronto. L'ideologia senza senso ha lasciato spazio a una ''Realpolitik'' più concreta e in grado di attrezzarsi di fronte alla minaccia terroristica. Il salto dell'amministrazione Usa che dal bombardare Assad ora lo considera uno dei suoi validi alleati, spiega come la politica Washington sia ancora confusa e priva di una strategia a lungo termine». Per Margelletti, «ci sarebbe da augurarsi che l'Europa o perlomeno nazioni come la Francia -particolarmente capace nell'avviare azioni militari e molto meno nel firnirle, e più interessata ad avere un palcoscenico per la propria industria della difesa che a risolvere effettivamente i problemi- siano in grado di proporre concrete idee piuttosto che appiattirsi su posizioni precotte da altri. La lotta all'Isis -taglia corto il presidente del CeSi- forse è l'ultima possibilità occidentale per mettere del buonsenso e provare a rimediare ai disastri fatti negli ultimi anni in Medioriente». A San Pietro resta alta l'allerta su possibili attacchi. L'attenzione dell'intelligence resta alta. E niente, dell'impianto di sicurezza, viene trascurato per fronteggiare possibili minacce dopo l'allerta su possibili atti terroristici contro il Papa o il Vaticano. Al momento non risulta un rafforzamento dell'organico della Polizia di Stato in Vaticano, ma in luoghi come San Pietro, da sempre considerati tra gli obiettivi sensibili per quanto riguarda possibili attacchi del terrorismo internazionale, l'allerta delle forze di polizia è costante anche in assenza di minacce specifiche La possibile minaccia terroristica al Vaticano, peraltro, è stata più volte al centro dei lavori del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto da Giacomo Stucchi. Il tema è stato infatti affrontato durante l'audizione del direttore del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo e a quanto si apprende anche giovedì scorso, quando a palazzo San Macuto è stato sentito il capo degli 007 di Forte Braschi, il generale Alberto Manenti, direttore dell'Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). La questione, riferiscono le stesse fonti qualificate, sarà uno dei temi al centro dell'audizione al Copasir del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in programma il prossimo 30 settembre.

mercoledì 10 settembre 2014

"IL SOLE 24 ORE" 10/09/14 - Terrorismo, Stucchi (Copasir): "Se si notano situazioni strane, bisogna segnalarle alle forze dell'ordine

"Condivido la preoccupazione di Alfano. E' una preoccupazione reale che non viene messa lì per creare allarme...

"Condivido la preoccupazione di Alfano. E' una preoccupazione reale che non viene messa lì per creare allarme, ma per cercare di far capire a tutti che ci stiamo confrontando con una realtà potenzialmente pericolosa". Così Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, intervenuto a Terrorismo, Stucchi (Copasir): "Se si notano situazioni strane, bisogna segnalarle alle forze dell'ordine". Effetto Giorno, su Radio24 in merito all'allarme terrorismo. Secondo Stucchi "Bisogna porre la massima attenzione ad ogni singola situazione che si possa verificare sul nostro territorio, possa sembrare strana e magari riferirla alle forze dell'ordine perché possano prevenire gesti che possono essere molto cruenti o avere effetti negativi sulla tranquillità dei cittadini". Per quanto riguarda il reclutamento di persone che vanno a combattere in Siria o Iraq e quello di persone che possano colpire i Paesi occidentali Stucchi spiega che "Il reclutamento è un'operazione che avviene nel nostro Paese e che per fortuna non riguarda grandi numeri. Quelle poche persone che hanno deciso di seguire queste proposte che vengono fatte non si trovano più nel territorio del nostro Paese, spesso sono figli di stranieri e oggi sono cittadini italiani, che tornano verso i Paesi d'origine. Per quanto riguarda il reclutamento di soggetti che potrebbero compiere attentati nel nostro Paese è un'operazione che viene compiuta più all'esterno, con obiettivi occidentali, più che italiani. Anche questo è un lavoro che viene seguito dalla nostra intelligence con molta attenzione, perché comunque tutti i soggetti che potrebbero essere problematici, già nel momento dell'arrivo o subito dopo danno segnali che potrebbero far suonare il campanello d'allarme". Ci sono minacce specifiche? "No, però si lavora per cercare di coglierle appena dovessero manifestarsi".

domenica 24 agosto 2014

IL GIORNALE - 24/08/14 - Salvini offre la solidarietà della Lega all'imprenditore che uccise un ladro

«Si è difeso durante una rapina. Punto e basta». Il segretario della Lega Matteo Salvini con Giacomo Stucchi e Daniele Belotti ha incontrato ieri ad Arzago d'Adda Antonio Monella, l'imprenditore bergamasco che la settimana prossima rischia di finire in galera dopo una condanna a sei anni e due mesi per aver ucciso un rapinatore che otto anni fa gli era entrato in casa. «Giustizia da matti - ha detto ieri Salvini dopo l'incontro - Spacciatori tranquilli a spasso e chi si difende in galera». Di qui la raccolta di firme organizzata per chiedere la grazia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al ministro della Giustizia Andrea Orlando. In un paese di 2.800 anime, oltre 2mila quelle raccolte per evitare a Monella la prigione. A organizzare la richiesta di grazia anche il sindaco di Arzago Gabriele Riva, segretario provinciale di Bergamo del Pd. Da dire che l'imprenditore dopo aver addirittura messo per iscritto il suo pentimento, ha già risarcito la famiglia del dicianovenne albanese con 200mila euro. Tanto che i giudici gli hanno concesso le attenuanti generiche. «Entro la prossima settimana - spiega Salvini - aspettiamo un provvedimento di grazia. Altrimenti rischia forte. Ma noi non lo abbandoneremo».

sabato 23 agosto 2014

LA PADANIA - 23/08/14 - Stucchi: «Minacce preoccupano. Renzi chiarisca»

Il presidente del Copasir: «Necessario fare il punto sullo scenario internazionale, sulle minacce Isis e l'innalzamento in Italia del livello di allerta sugli obiettivi sensibili»

Appena rientriamo, la settimana prossima, dovremmo avere il premier in audizione al Comitato, al massimo entro i primi 15 giorni di settembre. Lì verrà tracciato lo scenario a 360 gradi, anche su queste minacce che preoccupano molto», e rispetto alle quali, «bisogna tenere alta la guardia». Lo ha dichiarato il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi (Lega Nord), sottolineando la necessità di fare il punto, con il presidente del Consiglio, sullo scenario internazionale, le minacce Isis e l'innalzamento in Italia del livello di allerta sugli obiettivi sensibili. L'audizione del premier, in realtà, era già in agenda: avrebbe dovuto tenersi a metà luglio. «Poi le riforme costituzionali e gli altri impegni l'hanno fatta slittare», ha spiegato Stucchi. Adesso ci siamo e «sarà l'occasione giusta per far luce su quanto sta avvenendo». «In realtà, c'è un'attenzione costante - assicura Stucchi - contatti quotidiani con i responsabili delle agenzie. C'è preoccupazione, ed è giusto fare con il premier una panoramica completa, prendendo tutto il tempo necessario e di cui avremo bisogno». In agenda non ci sono, per ora, audizioni del ministro dell'Interno, Angelino Alfano. «Quando viene audito il premier - spiega il presidente Copasir - fa una panoramica complessiva, anche su temi di competenza di Interni, Difesa e collegati. Matteo Renzi darà tutte le informazioni aggiornate a mezz'ora prima». Stucchi non nasconde che la preoccupazione «è tanta. Purtroppo lo scenario internazionale in questo momento desta parecchia preoccupazione, che tuttavia deve essere razionale e non sconfinare in un eccessivo allarmismo». Anche perché l'intelligence sta facendo un «controllo capillare, sulla base delle preoccupazioni che ci sono. C'è accertamento e prevenzione. Ora attendiamo l'appuntamento con Renzi».

LA PADANIA - 23/08/14 - Iraq, rischio massacro per gli sciiti di Armeli. In Italia governo assente

Adesso, sono gli sciiti turcomanni di Armeli - nord Iraq, vicino a Kirkuk - che rischiano la carneficina. Dopo l'assedio agli Yazidi dell'area del monte Sinjar, gli jihadisti iracheni da diverse settimane circondano Armeli. Ieri, l'ayatollah Ali al-Sistani, la massima autorità religiosa sciita dell'Iraq, aveva lanciato l'allarme e chiesto alle autorità di «andare in soccorso degli abitanti di questa città». Anche il rappresentante speciale dell'Onu, Nickolay Mladenov, si è detto «seriamente allarmato» da quanto sta succedendo ad Amerli, assediata dalle milizie dello Stato islamico, e dalle condizioni precarie in cui vivono gli abitanti, considerati apostati dall'Is, milizia jihadista sunnita.  E che gli integralisti di Iraq e Siria stiano alzando il tiro e guardando per le loro azioni anche all'estero, lo dimostrano il crescente allarme dei servizi antiterrorismo degli Stati Uniti, oltre alla presa di posizione del presidente del Copasir, il leghista Giacomo Stucchi. Anche il Mattinale, il foglio di informazione di Forza Italia ha lanciato un appello al ministro dell'Interno Angelino Alfano, affinchè faccia chiarezza sul pericolo terrorismo in Italia. «Alfano rispondi. Il fenomeno del jihadismo in Italia è un fatto che va conosciuto nella sua sostanza numerica e nelle sue contiguità culturali e religiose. Il ministro dell'Interno informi il Parlamento e gli italiani di quale pericolo sia in Italia il movimento islamista», ha scritto il Mattinale. Ieri è stato trovato dalla madre e consegnato alla polizia, che ne ha trasmesso una copia alla Procura di Genova, il diario di Giuliano Ibrahim Delnevo, il 23enne jihadista genovese presumibilmente morto l'estate scorsa in Siria mentre combatteva con i ribelli contro le milizie di Bashar al Assad. Nei confronti del giovane genovese e di altre 4 persone, un italiano e 3 maghrebini, la Procura del capoluogo ligure aveva aperto un fascicolo con l'accusa di addestramento con finalità di terrorismo internazionale prima che Delnevo partisse per la Siria. Intanto, si registra una durissima del ministro degli Interni britannico Theresa May: «Coloro che insistono per andare a combattere in Siria e in Iraq saranno indagati dalla polizia e dai servizi di sicurezza», ha detto il ministro di Sua Maestà, annunciando che sta lavorando a nuove leggi contro l'estremismo britannico, dopo le notizie del coinvolgimento di jihadisti "made in Gran Bretagna" nella decapitazione del giornalista James Foley. Il ministro ha detto di voler prendere in considerazione l'idea di togliere la cittadinanza ai cittadini britannici che si recano a combattere in Siria e in Iraq e ha annunciato che potrebbero essere dichiarati fuorilegge anche quei gruppi non coinvolti direttamente in azioni terroristiche. Per coloro che hanno la doppia nazionalità, «ho il potere di revocare la cittadinanza e di espellerli dal Paese», ha chiarito la May. Sarebbe di almeno 6 i morti il bilancio dell'attacco kamikaze nel centro di Baghdad, compiuto ieri con un'autobomba contro il quartier generale dei servizi dell'intelligence del ministero degli Interni iracheno. L'esplosione ha inoltre provocato 32 feriti. Nessun gruppo ha rivendicato l'attentato, ma questo genere di azioni sono in genere opera dei ribelli sunniti, che appartengono all'organizzazione ultraradicale dello Stato Islamico (IS).

venerdì 8 agosto 2014

LA PADANIA - 08/08/14 - Siria: Stucchi, bene l' impegno di Vanessa e Greta, ma imprudenti

L'attenzione è massima e sicuramente la situazione è complessa. Il senatore della Lega Nord, Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, parlà così, in un'intervista al nostro microfono, del rapimento in Siria delle due cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. Il contesto siriano è complesso. Chiunque decida di muoversi qui deve farlo in modo consapevole e attrezzato. Le ragazze, di cui sono ammirevoli l'entusiasmo e la buona volontà, non operavano però all'interno di un coordinamento di livello governativo. Le Ong in zona seguono procedure standard ben diverse e che garantiscono più sicurezza.

venerdì 1 agosto 2014

LA PADANIA - 01/08/14 - Riforme: Stucchi: Grasso vittima sindrome di Calimero

"Ogni volta che si parla della qualità della gestione dei lavori d'aula, Grasso pensa che si stia facendo una critica a lui evidentemente per la consapevolezza della sua manifesta incapacità. I latini dicevano excusatio non petita, accusatio manifesta. Ho cercato di spiegare al Presidente Grasso che anche lui può sbagliare. Ho capito però una cosa: è vittima della 'Sindrome Di Calimero' . "Quando assumiamo un incarico dobbiamo tutti fare un esame di coscienza sulla capacità di saperlo portare avanti e di essere in grado di garantire il funzionamento delle istituzioni". Così il senatore della Lega Nord, Giacomo Stucchi, intervenendo nel dibattito in Aula sulle riforme. "Così' - ha aggiunto Stucchi - quando parliamo della riduzione del numero dei parlamentari, dobbiamo capire se si va nella direzione corretta o se si procura un danno alla macchina costituzionale. Ma la dimostrazione pratica che si può ridurre il numero dei deputati senza creare nessun problema all'efficienza dell'attività legislativa è quella offerta dall'Aula del Senato che fa lo stesso lavoro della Camera con la metà dei componenti

sabato 7 giugno 2014

LA PADANIA - 7/06/14 - "Gente nuova e preparata. Gli alleati GUARDINO a quel che ha fatto la Lega"


Giacomo Stucchi spiega le condizioni del Carroccio per una nuova coalizione e rivela i lavori in corso nel Palazzo: " Alfano lascerà la segreteria del Ncd per raccogliere i parlamentari di Sc. E gli ex grillini andranno a fare da ruota di scorta a Renzi"
di Alessandro Montanari

Giacomo Stucchi, cominciamo parlando di casa sua. Silvio Berlusconi ha detto che il centrodestra deve ripartire dal “modello Bergamo”. Politicamente questo che cosa vuol dire?«Vuol dire ripartire da persone che si sono dimostrate valide e da programmi condivisi dai partiti e dagli elettori. Questo rende molto più facile, poi, definire una squadra che sappia lavorare insieme per la città».

Nelle parole di Berlusconi era sottinteso un salto di qualità dell’alleanza, dal livello locale di Bergamo a quello nazionale. A livello nazionale però c’è parecchio da ricostruire...
«Sì, è vero, c’è molto da ricostruire. Penso innanzitutto agli attori principali perché non si può affidare la ricostruzione a chi è responsabile di situazioni disastrose. E’ bene che tutti si convincano che è necessario fare come abbiamo fatto noi della Lega, cioé dare spazio a facce nuove e a gente preparata...»

Pensa a qualcuno in particolare?
«Per quanto riguarda Forza Italia penso, ad esempio, al sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo. Può essere un buon “giocatore” al fianco del nostro “centravanti” Matteo Salvini».

Dunque la prima condizione per rifare il centrodestra è il ricambio generazionale...
«No, la correggo. Per me non è un problema di ricambio generazionale, l’anagrafe non è fondamentale. E’ un problema di persone, di voglia di fare e di capacità di fare politica. Se chi ha già dato tanto oggi non ha più le energie necessarie, allora è giusto che venga sostituito da qualcun altro. Giovane o meno giovane non importa. Quel che importa è che abbia entusiasmo».

...per caso alludeva a Berlusconi?
«Berlusconi ha rappresentato un passaggio importante della storia politica italiana, ma se devo guardare al futuro non posso certamente pensare a lui».

Al di là delle persone, però, contano i programmi. Quali sono i paletti della Lega?
«Sicurezza, difesa dell’occupazione, stop all’immigrazione clandestina e questione europea».

Su questi temi un riavvicinamento con Forza Italia sembra possibile. Molto meno invece con Angelino Alfano.
«Alfano ha dimostrato varie volte di muoversi secondo l’opportunità del momento. Vedremo cosa farà. Chi gli sta vicino, però, giudica finita la sua esperienza come segretario del Nuovocentrodestra e dice che probabilmente darà vita ad un nuovo contenitore insieme a Pierferdinando Casini per raccattare i deputati e senatori in libera uscita di Scelta Civica».

Per restare a sinistra oppure per confluire nella nuova alleanza di centrodestra?
«Per restare a sinistra».

A proposito di movimenti di Palazzo. Renzi, che è uscito molto forte dal voto ma che non ha la stessa forza in Parlamento, sembra voler aprire una breccia nel gruppo dei grillini. Secondo lei ce la farà a puntellare la maggioranza con qualche fuoriuscito CinqueStelle?
«Lo scenario sta in piedi ma prima mi permetta di fare una considerazione che spesso è trascurata...»

Prego.
«La maggioranza di cui dispone oggi Renzi al Senato è di un senatore in più rispetto alla maggioranza di Berlusconi del 2008. Quindi non si tratta certo di una maggioranza esigua. Garantire la maggioranza dall’assenza dei senatori in Aula è un altro discorso e quello che dice lei dei grillini è vero. Da quello che sappiamo noi, infatti, la settimana prossima nascerà un gruppo di ex grillini formato da 12-14 senatori che si metterà a disposizione della maggioranza come ruota di scorta. Ma che potrà anche sostituire il Nuovocentrodestra...».

Uno scenario politico interessante. La notizia di giornata, però, è di cronaca e riguarda Vodafone. La compagnia telefonica ha detto che i governi di alcuni paesi accedono ai dati dei loro clienti. Da presidente del Copasir cosa ci può dire a riguardo?
«Che questo in Italia non accade. Come Copasir, comunque, presto effettueremo una visita al Vodafone Village di Milano per verificare tutte le procedure che la compagnia usa per proteggere i dati e impedire qualunque tipo di accesso illegale».
Alessandro Montanari

07 Giugno 2014

giovedì 6 febbraio 2014

F! FORMICHE - 06/02/14 - Snam, Terna e Alitalia, perché i capitali esteri possono nuocere alla sicurezza nazionale. Parla Stucchi (Copasir)

Il processo di privatizzazioni di Cdp Reti, il veicolo di Cassa depositi e Prestiti a cui è stato ceduto il 15% di Snam e a cui dovrà essere conferito il 29,9% di Terna è entrato nel vivo. A fine gennaio è scaduto il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse, che sarebbero pervenute da qualche fondo sovrano dei Paesi del Golfo Persico, da compagnie australiane e canadesi e dal colosso delle reti di Pechino, State Grid of China.
L’operazione consentirà, nelle intenzioni del governo, di incassare 7 miliardi di euro. Ma la possibilità che il controllo o la partecipazione in infrastrutture strategiche come le reti energetiche possano avere come soci forti compagnie o governi stranieri preoccupa il senatore leghista Giacomo Stucchi (nella foto), presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
In una conversazione con Formiche.net, il numero uno del Copasir spiega perché fare cassa con Cdp Reti potrebbe non coincidere con l’interesse nazionale dell’Italia. E sull’affare Alitalia-Etihad dice…
Presidente, come valuta l’intenzione del governo di aprire all’entrata di società straniere in Cdp Reti?
Ogni volta che si parla di cedere o condividere con soci non italiani realtà di questo tipo, ovvero infrastrutture strategiche e delicate come sono le reti energetiche – ma non solo -, bisogna andare coi piedi di piombo, sia che meditino di entrare nel capitale con quote di minoranza o di controllo. È importante che i singoli dossier vengano valutati con estrema attenzione e che ne siano analizzati non solo i vantaggi, ma anche le ripercussioni.
Quali crede siano le scelte che opererà il governo? E come valuta il suo operato sinora su questa vicenda?
La tendenza mi pare sia quella di fare cassa quanto più possibile. Senza dubbio è importante attrarre investimenti stranieri, ma ciò che porta più denaro – almeno in questi settori – può non essere la cosa migliore per il Paese. Bisogna evitare che scelte oggi felici sul piano finanziario, possano essere devastanti negli anni a venire, diventando controproducenti.
Di quali strumenti di pressione nei confronti di Palazzo Chigi intende avvalersi il Comitato che lei presiede?
In attesa di conoscere gli orientamenti del Ggverno, auspico che il Comitato venga informato in modo puntuale e completo. Solo così potremo offrire un contributo alla salvaguardia del bene collettivo. Proveremo ad avere notizie già nelle prossime settimane quando ascolteremo l’Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, il senatore Marco Minniti. Spero che comunque Palazzo Chigi, come nel caso Telecom, tenga quantomeno in considerazione le nostre preoccupazioni, peraltro evidenziate in molti rapporti dell’intelligence, che fa un buon lavoro di informazione. E soprattuto auspico che chi di dovere sappia analizzare le tante comunicazioni sull’argomento dette – e non solo scritte – dai Servizi.
Tra i potenziali investitori, quali sono i partner più auspicabili secondo lei?
Sicuramente con australiani e canadesi c’è maggiore affinità culturale rispetto al mondo arabo o alla Cina. Ma il vero discrimine, a mio parere, è il tipo di investimento che si vuole operare. Se i nuovi partner sono interessati a un investimento puramente finanziario o se vogliono avere voce in capitolo nelle scelte gestionali e quindi orientare anche le politiche del nostro Paese in tema di approvvigionamento, autonomia e sicurezza energetica. In questo senso credo che solo le offerte mediorientali corrispondano al primo criterio. E dico di più: questi parametri andrebbero adottati anche in altre vicende che occupano le cronache di questi giorni, come l’affare tra Alitalia ed Etihad.
Che relazione c’è tra la sicurezza delle reti e il trasporto aereo?
Apparentemente nessuna, con i problemi analizzati fino ad ora. Eppure, anche in questo caso, non si può prescindere da una valutazione di interesse generale nel lungo periodo. È vero che la società degli Emirati potrebbe sembrare una soluzione ottimale, ma non vorrei che fosse l’ennesimo “cavallo di Troia” per entrare nel mercato europeo e poi abbandonare l’Italia al suo destino. Aspetti sui quali il governo dovrà chiedere le opportune garanzie.

venerdì 17 gennaio 2014

17/01/14 - L'ALTRO QUOTIDIANO - Carceri e immigrazione dividono e uniscono

di Francesco Maria Provenzano

Al termine della seduta antimeridiana vado a trovare nel suo ufficio a San Macuto il presidente del Copasir il senatore leghista Giacomo Stucchi, al quale chiedo un parere sul tema della legge elettorale. “Le motivazioni della Corte - mi risponde - reintroducono di fatto un sistema di voto da Prima Repubblica che pensavamo sepolto per sempre, insieme alle pessima politica di quegli anni. Non il sottoscritto ma esperti costituzionalisti fanno notare inoltre che molti aspetti della sentenza della Consulta lasciano perplessi e contraddicono l’indicazione del legislatore che aveva operato sulla base di un referendum popolare. La verità è che vogliono portarci indietro di vent’anni con una legge elettorale che favorisce gli inciuci dei partiti romani e taglia fuori dal Parlamento rappresentanze democratiche e fortemente radicate sul territorio “.