venerdì 17 giugno 2011

AGENPARL - 17/06/11 - MASSA CARRARA: STUCCHI (LNP) PORRE FINE AL BIVACCO DEI CLANDESTINI

Da circa un anno un gruppo di clandestini bivaccherebbe nelle piazze di Massa Carrara, protestando contro il mancato rilascio del permesso di soggiorno. E' quanto denuncia il deputato della Lega Nord, Giacomo Stucchi in un'interrogazione al Ministro dell'Interno e al Ministro del Lavoro. I clandestini lamentano di essere stati truffati da un'agenzia interinale che avrebbe promesso loro l'assunzione presso alcune famiglie, circostanza che secondo Stucchi non è stata provata in alcun modo. Il deputato leghista chiede quindi di poter mettere fine a questa situazione e che il Ministro del Lavoro verifichi i requisiti dell'agenzia interinale.

giovedì 2 giugno 2011

IL SOLE 24 ORE - 02/06/11 - FONTANA: VOTERO' DUE SI' SULLE RISORSE IDRICHE

In una Lega che già si dibatte in vista di Pontida e della verifica parlamentare dell'ultima settimana di giugno è arrivata pure la tegola del referendum. In realtà era stato lo stesso Umberto Bossi a mostrare di gradire il test sull'acqua dal momento che il Carroccio ha sempre avuto un approccio decisamente più pubblico sulla gestione dei servizi locali rispetto agli altri partiti di maggioranza e opposizione. Infatti, non erano in pochi i padani contrari alla legge Fitto-Ronchi tant'è che si erano beccati il marchio di «statalisti» dalle forze dell'opposizione. «Oggi invece ci troviamo nel paradosso che quelli che ci puntavano il dito contro adesso cavalcano i referendum, tra questi ci sono perfino Udc e Fli: siamo alla demagogia». La sorpresa è di Massimo Garavaglia, vicepresidente leghista alla Bilancio del Senato, l'uomo attraverso cui "passano" tutte le norme economiche che decide in stretto collegamento con Giancarlo Giorgetti (e Giulio Tremonti). E proprio lui che quella legge la conosce bene, spiega la ragione per cui un doppio sì costituirebbe un problema nonostante la simpatia per quel quesito. «Il punto non è politico, da quel punto di vista ci ritroviamo. Il nodo è tecnico perché il quesito è posto male e da quell'impostazione ne deriverà un irrigidimento su tutta la normativa che riguarda i servizi pubblici locali costringendo alla gestione in house. Tra l'altro credo che difficilmente la nuova versione possa essere accolta da Bruxelles». Questi sono i dubbi ma come ammette lo stesso Garavaglia «sono cose che capiscono in pochi, solo i tecnici e gli esperti mentre questi referendum sono guidati da altro e mirano ad altro».Il riferimento è sempre quello: Silvio Berlusconi. È il bersaglio grosso dei quesiti con il legittimo impedimento e, se verrà colpito, sarà un problema in più per il Senatur nell'andare avanti con questo Governo. «Sui referendum una decisione verrà assunta lunedì dai vertici di Via Bellerio ma credo che l'ipotesi più ragionevole sia quella della libertà di voto, sarebbe difficile articolare gli orientamenti sui 4 quesiti». È quello che si sente di anticipare Gianni Fava, deputato leghista, anche se la base sembra già pronta a bocciare con quattro sì il Cavaliere. Questo segnalerebbero i vari siti o gli ascoltatori di Radio Padania anche se c'è chi gli umori li conosce bene e cerca di distinguere. È Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, appena rieletto al ballottaggio e molto amico di Roberto Maroni. È lui il primo a sparigliare annunciando il «sì» sull'acqua. «Sono contrario alla legge attuale dunque da cittadino darò il mio voto». Una dichiarazione che fa subito scattare scenari ulteriori di un addio al Cavaliere ma Fontana frena. «Non voterò contro il legittimo impedimento, anzi, bisognerebbe restaurare lo spirito garantista della Costituzione. Inoltre – conclude Fontana – non credo che a questi referendum debba essere data una valenza politica». Il sindaco ammette che il malumore nella base c'è «ma non con le esasperazioni dei giornali, non per abbattere Berlusconi».Del resto a frenare letture catastrofiste è soprattutto chi è a stretto contatto con i vertici come Giacomo Stucchi, deputato bergamasco molto vicino a Calderoli: «Il voto amministrativo ha già dato un segnale, non credo che il referendum possa aggravare o cambiare questo dato. Ci vuole uno scatto e lo annunceremo a Pontida. Per quanto riguarda i quesiti l'unico per noi interessante è sull'acqua ma è posto in modo tale che complicherebbe le cose perché estremizza e irrigidisce tutta la normativa sui servizi pubblici». E pensare che l'appuntamento di Pontida era stato fissato al 12 giugno, data dei referendum, e poi spostato al 19 per bon ton istituzionale verso il Colle.