Giacomo Stucchi, presidente del
comitato di controllo sui servizi (Copasir),
senatore leghlsta, bergamasco, qual è oggi la situazione dei migranti? «C'è un errore
clamoroso del govemo.Quando si accolgono persone nel territorio nazionale, a
prescindere dal fatto che scappino o meno, si fa una scelta sbagliata. Bisogna
rifarsi all'Onu, aiutare i veri profughi e rifugiati, non i migranti economici che
poi diventa un modo elegante per definire clandestini. Milano, il Comune ha parlato di
3.300 migranti in città i numeri veri sono impossibili da definire.
Questa tendenza sarà costante". Non sono più di passaggio. La prima cosa
che fanno è domanda di protezione umanitaria, che coi tempi delle commissioni e
dell'appello garantisce di restare assistiti per circa 4 anni. E questo vuoi
dire qualche decina di migliaia di euro, circa 40mila curo a testa. E non è
neanche vero che le spese sono coperte dall'Europa». Alfano dice che
Ventimiglia non è la nostra Calais. Como e Milano? l francesi sono molto attenti a fare controlli
soprattutto dopo quei terribili attentati. La Svizzera ha una possibilità anche
maggiore di controllo, perché non essendo nell'Ue. pur aderendo all'area di
libero transito, ha gli strumenti per impedire arrivi incontrollati". Oggi anche al governo ammettono che fra i
migranti potrebbero infiltrarsi anche cellule dell'lsis. «Ogni tanto ci sono
indagini che testimoniano come si sia passati dalla possibilità alla
probabilità. Per fortuna. grazie al lavoro del comparto sicurezza, non ci sono
segnalazioni specifiche di soggetti con intenzioni ostili fra i presenti. L'arresto
presunto In Libia di Moez Al Fezzani,
che ha vissuto a Milano? Mi limito a dire che voglio avere la conferma che ci sia stato questo arresto. Fezzani ha frequentalo
un centro lslamico di Milano. In base alle analisi di cui si può disporre,
qual è la situazione su questo fronte? C'è un'osservazione fatta per chiarire cosa
viene detto e cosa viene professato,nei centri islamici e in altre realtà
possibili punti di aggregazione di soggetti che porrebbero avere intenzioni
"da chiarire". Questo controllo ha dato ottimi risultati, credo sia efficace.
Ma ci sono strumenti per tracciare i flussi di denaro in arrivo dall'estero? La
guerra di che c'è stata nella sua Bergamo è inquietante. C'è un'attività importante dell' intelligence
sulla reale provenienza di questi fondi. E ora c'è anche un ausilio, il Gift
della Guardia di Finanza. Su Bergamo ho presentato un'interrogazione . Dei 25 milioni
dalla Quatar Charity Foundatition ne sono arrivati 5, gestiti in modo
ambiguo". Approva la legge dalla Lombardia
sulle moschee? «S'i, ogni Comune nel pgt deve disciplinare in modo puntuale la
destinazione delle aree. Se ci sono aree previste si possono realizzare edifici
di culto, , altrimenti non si deve costuire un edificio di culto, senza
distinzione fra religioni". Burqa e burkini? Vietati? Il burqa è già vietato
dalle legge Reale del '75, che impedisce di girare senza mostrare il volto. E
andrebbe fatta applicare. Il burkini è una cosa diversa ma collegata. perché si
tratta di un mezzo di sottomissione dei diritti della donna. E' inaccettabile
per quello. Passi indietro verso il medioevo non si possono fare".
mercoledì 24 agosto 2016
venerdì 19 agosto 2016
AFFARI ITALIANI 19/08/16 - - ISLAM, STUCCHI (PRESIDENTE DEL COPASIR): BURQA E BURKINI VIETATI IN ITALIA
In base alle informazioni in suo possesso, c'è il
rischio concreto che potenziali terroristi islamici arrivino in Italia con i
barconi? Ci sono già stati casi in tal senso? E quanti? "Non esiste
nessun caso accertato fino ad ora della presenza in Italia di potenziali
terroristi islamici arrivati sulle nostre coste sui barconi che attraversano il
Mediterraneo. La possibilità che gli uomini di Daesh utilizzassero questo
tipologia di trasporto era certamente remota in passato ma, probabilmente, lo è
meno oggi. Lo dimostra anche il recente arresto in Tunisia di un soggetto
pericoloso che cercava di raggiungere via mare l'Europa. Bisogna continuare a
tenere elevato il livello dei controlli e a monitorare attentamente ogni
singola situazione".Quanti
sono i cosiddetti "lupi solitari" pronti a colpire seguiti
dall'intelligence italiana? "Non è possibile dare una
risposta. I lupi solitari si attivano autonomamente, spesso senza condividere
con nessuno le proprie intenzioni e questo rende più difficile la loro
individuazione preventiva. Ad oggi però, parlando in generale, grazie anche al
prezioso lavoro svolto da chi opera nel comparto sicurezza, non vi sono
evidenze di specifiche e puntuali progettualità ostili riferite al nostro
Paese". L'intelligence
italiana è preparata per garantire la sicurezza dei cittadini ed evitare
attentati sul nostro territorio? "L'intelligence ricopre
un ruolo strategico a tal fine. Se fino ad ora l'Italia non è stata interessata
da eventi terroristici dalle conseguenze drammatiche lo si deve anche al grande
impegno profuso quotidianamente dalle nostre Agenzie, oltre che a quando viene
fatto, a valle, dalle Forze dell'ordine e dalle Procure". Il governo sta facendo abbastanza in
termine di prevenzione contro il rischio di attentati terroristici? "Io
credo che, in una logica di maggiore sicurezza complessiva, occorra potenziare
ulteriormente il controllo del territorio con nuove risorse, mezzi e
soprattutto personale. Inoltre è necessario capire con certezza chi è presente -
o cerca di entrare - nel nostro Paese, valutando la loro reale situazione e
allontanare tutti coloro che sono in Italia senza averne titolo ed in
violazione delle norme in vigore". Ritiene
che il burkini e il burqa debbano essere vietati anche in Italia? "Il
divieto di mostrarsi in luoghi pubblici con il volto coperto è previsto dalla
Legge Reale del 1975 quindi, a prescindere dagli aspetti religiosi della
questione, l'utilizzo del burka, che nasconde completamente il volto della
persona che lo indossa, non è consentito. Ma quello che più mi preme
sottolineare è che burka e burkini sono due "strumenti" di negazione
dei diritti delle donne. Sono la manifesta negazione di tante conquiste, la più
importante quella della parità tra uomo e donna, costate spesso anche la vita a
tante eroine nei secoli e nei decenni passati".
giovedì 18 agosto 2016
LA PRESSE - 18/08/16 - STUCCHI (COPASIR): CI SONO SEGNALI DI RADICALIZZAZIONE ISLAMICA
Ma aggiunge: "Cerchiamo tutti di
non cedere alla paura e alla fobia"
"L'arresto
in Libia di Al Fezzani, più noto come Abu
Nassim, è certamente una buonissima notizia. Tocca ora agli
inquirenti svelare gli intrecci che Al Fezzani poteva avere in Italia".
Giacomo Stucchi presidente
del Copasir,
il comitato parlamentare per la sicurezza, commenta con la LaPresse l'arresto
in Libia la notizia dell'arresto
dell'uomo considerato il principale reclutatore dell'Isis in Italia. Presidente,
dunque abbiamo la prova che nel nostro paese agiscono persone che si
preoccupano di reclutare terroristi per conto dello Stato Islamico. E'
prematuro dire che nel nostro paese esista e lavori una struttura che si occupa
di reclutare terroristi. Ci sono in corso indagini dei nostri apparati di
sicurezza ed è bene che li si lasci lavorare evitando di anticipare
conclusioni. Ma
allora le preoccupazioni da cosa derivano? Dal fatto
che c'è una indubbia radicalizzazione nel mondo islamico conalcuni fenomeni
anche nel nostro paese che non possono essere sottovalutati. Ricordo che pochi
mesi fa è stato arrestato un giovane pugile marocchino che secondo le indagini,
voleva partire con la moglie per unirsi all'Isis. Inoltre il giovane si diceva
pronto per attentati a Roma e al Vaticano. Dunque segnali preoccupanti ci sono
e vanno attentamente segnalati e controllati. E'
questo il motivo per cui nelle ultime settimane si è alzato per così dire il
livello di pericolo per possibili attentati nel nostro paese? Non ci sono
segnali specifici. C'è come dicevo prima il segnale di una possibile crescente
radicalizzazione di alcuni settore dell'islam in Italia. Parlo non a caso di
preoccupazione e di attenzione che sono cose ben diverse dalla fobia. Però
è difficile per la gente comune in vacanza distinguere come fa lei e come ha
fatto il ministro degli Interni Alfano. Non c'è
dubbio però ricordiamoci che dar conto della naturale preoccupazione che c'è
per possibili attentati anche in Italia serve anche a tenere alta la tensione
dei nostri apparati investigativi e far capire che la guardia non va abbassata.
Poi sono consapevole che l'Italia come tutto l'occidente non può dirsi esente
da attentati, non c'è e non esiste, insomma come è stato più volte spiegato, un
rischio zero. Una
paura condivisa dai nostri vicini francesi che dicono le statistiche, proprio
in questi giorni di vacanza, abbandonano le loro spiagge per riversarsi sulle nostre
spaventati da nuove possibili tragedie come quella recente di Nizza. E' vero che
i francesi scelgono il nostro paese perchè si sentono più sicuri. Ho potuto
verificarlo io stesso visto che sono in Liguria, molto frequentata dai nostri
vicini, per alcune manifestazioni politiche. Detto questo mi preme lanciare un
appello alla calma: cerchiamo tutti di non cedere alla paura e alla fobia e
cerchiamo soprattutto di non cambiare nulla, o il meno possibile, nella nostra
vita di tutti i giorni.
domenica 14 agosto 2016
IL MATTINO - 14/08/16 - "ISIS ALLO SBANDO IN FUGA SUI BARCONI"
"Affiliati lsis
in fuga dalla Libia sui barconi": Giacomo Stucchi, presidente del Copasir,Comitato
parlamentare per la sicurezza della Repubblica, rilancia l'allarme in un'intervista
al Mattino. «Roma - spiega Stucchi è una metafora, vuol dire cristianità, Occidente:
la minaccia è quindi generica, non necessariamente riferita a un progetto
ostile verso la capitale. Ma il presidente del Copasir sottolinea: Con
la liberazione di Sirte il rischio che i cani sciolti dell'lsis decidano di raggiungere
l'Europa oon i barconi dei clandestini è diventato concreta. E' quindi urgentissimo aumentare mezzi e
personale per migliorare i controlli».Quella scritta in arabo su un muro di
Sirte, «Da qui la porta per Roma, non stupisce né aggiunge preoccupazione alle non poche preoccupazioni del senatore leghista
Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica. "Roma è una metafora, Roma vuol dire
cristianità, vuoi dire Occidente: la minaccia è quindi generica, non necessariamente
riferita a un progetto ostile verso la capitale" assicura Stucchi. Che indica
invece altri e più pressanti motivi di allarme, in questo ponte di Ferragosto
sospeso tra le nuove speranze dei libici
finalmente liberi di tagliarsi barbe e levare
burka e la sottile sensazione di attesa che anima, al di qua del Mediterraneo,
popolazioni che si sentono sotto attacco. Con la liberazione dì Sirte - dice
Stucchi - il rischio che cani sciolti dcll'Isis decidano di raggiungere I'Europa
con i barconi dei clandestini è diventato concreto». Presidente Stucchi, finora
questo scenario è stato considerato poco realistico: mai l'lsis avrebbe rischiato
di "condannare'" a un sempre possibile naufragio propri affiliati,
addestrati all'odio ed equipaggiati per uccidere. Cosa spingerebbe oggi quegli stessi
uomini ad affrontare la traversata? "La logica che spinge da sempre i soldati
di qualsiasi esercito in rotta. Quelli che ieri erano combattenti del Califfato,
inquadrati e fedeli alla causa, oggi sono militanti
in fuga, uomini sconfitti in cerca di una via d'uscita. Sappiamo che in molti
si stanno dirigendo verso il sud della Libia, verso il deserto. Ma non possiamo
escludere che altri, pochi o molti che siano, cerchino di raggiungere in qualche
modo l'Europa.Verrebbero «in pace», con l'intenzione cioè di
nascondersi e cambiare vita, o al contrario per portare a termine le
"missioni" a loro affidate dai capi dell'lsis? « Trattandosi di gente
allo sbando è davvero difficile dirlo. Certo, la sconfitta può rendere piu' feroce
l'odio fondamentalista,la volontà di rivalsa,anche attraverso gesti
"eroici" del lupo solitario di turno». Se questo è il rischio,
esistono possibilità di difesa? "E' evidente che la difesa passa attraverso
la capacità degli Stati nei quali approdano i barconi, l'Italia in primo luogo,
di identificare tutti quelli che arrivano sulle proprie coste". Presidente,
è quello che Bruxelles ci chiede c che noi non riusciamo a fare: i centri di
prima accoglienza scoppiano, e dalle strutture che ospitano l migranti
le fughe sono quotidiane. "Lo so bene: bisogna investire di più nel
sistema di controlli, utilizzare più uomini, coordinare le banche dati, accelerare
tutti i tempi. Al governo lo chiedo da tempo. Dovrebbe aiutarci l'Europa, ma se
aspettiamo quella stiamo freschi". Il governo non vi dà ascolto? " Se
aumentano gli sbarchi, se aumentano i soggetti in arrivo e non puoi
incrementare attrezzature, il personale, lo scambio di informazioni allora
ottenere efficacia diventa difficile.
Intervenire non è solo necessario, è urgentissimo".La scritta minacciosa
su Roma è la quasi contemporanea decisione d innalzare il livello di allerta
nei porti hanno diffuso nel Paese nuove paure. L'Italia è nel mirino? L'Italia
è nel mirino dei terroristi del Daesh come
lo sono tutti gli Stati occidentali. Lo è oggi come lo è stata fino a ieri: se
finora abbiamo evitato eventi tragici è perché abbiamo uno tenuto la guardia alta,
in un quadro ottimale di sinergia tra le istituzioni, la magistratura e le forze
dell'ordine. Ciò premesso, fra il muro di sirte e l'allerta nei porti non c'è
alcun collegamento. Quella scritta è propaganda, è uno dei tanti proclami contro
l'Occidente e i suoi valori, contro le sue radici laico - cristiane. Non
è certo una novità che il Daesh abbia Roma fra i suoi obiettivi, ma al momento
non esiste nessuna evidenza di progetti ostili alla capitale». Il rischio è generico,
insomma? E? sempre alto ma generico. A Roma come altrove. Diciamo che la
scritta di Sirte va intesa come un monito a non abbassare la guardia mai. Neanche
adesso che Daesh è costretta a ritirarsi grazie ai raid americani". La stretta
sui porti è un segnale in questo senso?
"Nei porti si è semplicemente provveduto ad allineare il livello di sicurezza a quello già
in vigore in aerostazioni e grandi stazioni ferroviarie. Dato il volume dei movimenti
nella stagione estiva, è star o un adeguamento necessario. L'ottica è sempre quella
della prevenzione". Secondo voci attribuite ai servizi segreti di Tripoli,
tra le carte ritrovate a Sirte ce ne
sarebbero alcune che fanno riferimento a una rete jihadista in azione
nella provincia di Milano, composta da clementi libici, tunisini e sudanesi. Il
Copasir ne ha contezza? «Si tratta evidentemente di materia che interessa la magistratura,
di indagini coperte dal segreto istruttorio. Nel Milanese ci sono state
inchieste, arresti, espulsioni. Le carte di Tripoli potrebbero far riferimento
a persone passate in quella zona e che adesso si trovano altrove. lo posso solo confermare che in Italia la collaborazione
tra intelligence, procura e polizia giudiziaria funziona molto bene, sapendo
che sul terrorismo ogni informazione può fare la. Differenza e che nulla va sottovalutato».
Questa sinergia funziona anche sul piano internazionale? C'è consapevolezza che
non solo occorre scambiarsi informazioni, ma bisogna farlo in tempo reale. La collaborazione
fra servizi segreti è valida, mentre quella giudiziaria inciampa sull' ostacolo
del segreto istruttorio. Se la procura di un Paese indaga su un soggetto che si
è spostato lì da un altro Paese, dovrebbe poter conoscere le carte dell'
inchiesta del Paese di provenienza. In attesa della nascita, che chissà se
avverrà mai, di una superprocura europea, questo luogo di scambio di informazioni
andrebbe individuato". A proposito
di luoghi dove si scambiano
informazioni, quanto è penetrante il controllo della nostra intelligence sulla
rete? "Sappiamo che la radicalizzazione in Europa avviene in prima istanza
utilizzando il web; lì avvengono i contatti tra potenziali attentatori, si cercano
anche sistemi per immolarsi, si lanciano proclami. ll controllo sulla rete da parte
dei Servizi e degli inquirenti è garantito, ma se vogliamo vincere la guerra non
possiamo fermarci, dobbiamo correre sempre di più. Qualcuno non corre abbastanza?
Non quanto corre la tecnologia: non facciamo in tempo ad adeguare i nostri
strumenti, che ne vengono fuori altri più avanzati. I nostri "nemici"
tengono il passo, noi facciamo fatica». Nella legge di stabilità il governo ha
stanziato i 50 milioni per la cybersicurezza. Non basteranno? Il punto
è che bisogna investirli in fretta, mi auguro che lo si faccia. Oltre ai mezzi,
serve personale già addestrato: quando si lavora per disinnescare pericoli non
si può perdere tempo in corsi di aggiornamento». Come si concilia la necessità
di agire in fretta e di raccogliere il maggior
numero di informazioni con il diritto alla privacy degli utenti che con il terrorismo
non c'entrano niente? I controlli vanno fatti in modo mirato. Per dirla con una
metafora: dobbiamo pescare nel grande fiume del web le bottiglie di plastica che lo
inquinano- i terroristi e i loro complici senza disturbare i pesci, i cittadini
per bene".
giovedì 4 agosto 2016
GEOPOLITICALCENTER - 04/08/16 - Le sfide dell’intelligence: intervista al presidente del COPASIR on. Stucchi
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