lunedì 7 luglio 2008

LA NAZIONE - 7/07/08 "RIDATECI LE FESTIVITA' SOPPRESSE"

di d. c. n.
Il Parlamento vuole regalare agli italiani sei giorni di vacanza in più all'anno
CELEBRAZIONE Schieramento in armi per la Festa delle Forze Armate del 4 novembre
ROMA - SOPPRESSE alla fine degli anni '70 dal governo Andreotti, sotto la pressione della crisi petrolifera e la spinta ideologica , alcune feste religiose potrebbero tornare ad avere valenza anche civile. In Parlamento c'è un 'partito' trasversale che chiede di ripristinare sei festività cancellate con la legge 54 del 1977, che fece sparire l'Epifania (poi ripristinata nel 1985), San Giuseppe, l'Ascensione di Gesù, il Corpus Domini e la festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, riammessa nel club delle festività a tutti gli effetti otto anni dopo ma solo per la capitale. ORA, A DISTANZA di 30 anni, si profila un ritorno all'antico. Per il ripristino delle feste di matrice religiosa si sono schierati in Parlamento Luca Volontè, dell'Udc, i leghisti Giancarlo Giorgetti e Giacomo Stucchi, il senatore dell'Svp Oskar Peterlini e il suo collega di partito alla Camera Siegfried Brugger, mentre il deputato Roberto Menia (Pdl) torna all'attacco in questa legislatura, come aveva fatto nella passata, nel chiedere che sia nuovamente festa nazionale il 4 novembre, il giorno in cui si celebra la vittoria di Vittorio Veneto nella Grande Guerra, che era stata elevata a rango di festa nazionale nel 1922 e poi declassata a semplice festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, privata però degli effetti civili. Complessivamente, le proposte di legge presentate dall'inizio della legislatura sono otto, 6 alla Camera e 2 al Senato.
ALL'APPELLO manca il provvedimento presentato nella passata legislatura da Verdi e Rifondazione comunista, che in questo Parlamento non ci sono, per il ripristino della festività del 20 settembre, anniversario della breccia di Porta Pia. Il nuovo calendario potrebbe arricchirsi quindi di (vecchie) nuove festività: tutti a casa il 4 novembre, per celebrare la vittoria italiana nella Grande Guerra, il 19 marzo, per festeggiare il falegname Giuseppe, padre putativo di Gesù, il 29 giugno, festa, e a questo punto non solo nella Capitale, dei patroni di Roma San Pietro e San Paolo, l'Ascensione, una delle feste 'mobili' della Chiesa legate alla data della celebrazione della Pasqua, il Corpus Domini, ma anche il lunedì di Pentecoste, il giorno successivo alla settima domenica dopo Pasqua, secondo la proposta del leghista Giorgetti. Per un totale di sei giorni in più all'anno di vacanze per gli italiani.
«CANCELLARE gli effetti civili di queste festività religiose presenta incongruenze con altri Paesi», sottolinea Giorgetti, che ricorda come per esempio l'Ascensione (si celebra dopo la sesta domenica successiva alla Pasqua) sia civilmente riconosciuta in Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera. Il deputato della Lega chiede il riconoscimento per legge della festività del Santo Patrono di ogni comunità civile e religiosa. Patriottica la motivazione di Menia che chiede il ripristino della festività del 4 novembre; riconoscerebbe invece il ruolo della famiglia, secondo Peterlini, il ripristino della festività intitolata a San Giuseppe.