Imprevedibili, improvvisati,
radicalizzati in casa, pronti a colpire senza alcuna direttiva specifica. È il profilo
dei jihadisti che hanno seminato sangue e
morte in Europa negli ultimi 12 mesi, man mano che l’Isis perdeva terreno in Siria
e Iraq e la sua rete di «intelligence»veniva smascherata. L’ultimo a colpire è stato
Khalid Masood,un 52enne con qualche Precedente penale (risalente al 2003) considerato
figura «marginale» dell’estremismo islamico, tanto da non rientrare neppure nei
3.000 elementi pericolosi della lista dei radicalizzati britannici. Di questi,ha
sottolineato il Guardian, solo500 sono oggetto di indagine, e un numero ancora minore
è attivamente monitorato. Il profilo di Massoud ricorda quello di altri come lui:Omar
Mateen, il killer della strage nel night club di Orlando, con un passato di violenze
domestiche e indagini presto chiuse dall’Fbi per presunte esternazioni estremiste.
Poi la strage,49imorti,il giuramento al Califfato durante l’attacco. Lahouaiej-Bouhlel,
il franco-tunisino autore delle strage di Nizza, con un passato di ambigue frequentazioni,alcolista
e consumatore abituale di droghe. «Non lo abbiamo mai visto pregare, non ha mai
rispettato neppure il Ramadan», hanno raccontato amici e familiari. Lo vedono in
una moschea solo pochi mesi prima della strage, quando con un camion massacra 87
persone che festeggiavano il 14 luglio sulla Promenade des Anglais.E ancora Zyed
Ben Belgacem, pregiudicato recidivo, autore dell’attacco allo scalo di Orly il 18
marzo, sotto effetto di alcol e droga, o Mohammed Delel, il fallito attentatore
di Ansbach, morto nell’esplosione del suo zainetto. Il presidente del Copasir, Giacomo
Stucchi, ha evidenziato i pericoli collegati al terrorismo dei cani sciolti: «Il
soggetto che si auto-attiva è imprevedibile,un pericolo difficilissimo da prevenire.
Da parte degli 007 c’è una preoccupazione che non può essere taciuta ma che non
deve paralizzare».«Da Nizza a Londra: abbiamo un abbassamento della prevedibilità»,
ha sottolineato il ministro dell’Interno Marco Minniti:«Sono attacchi compiuti
con i mezzi immediatamente disponibili.
venerdì 24 marzo 2017
lunedì 20 marzo 2017
20/03/17 - LIBERO - ORA L'EUROPA TEME PER LA VENDETTA. Rischio di inflitrati tra i profughi
È come con l'Idra a tre teste: se
gliene tagli una subito ne crescono altre due. La notizia dell'accerchiamento di Mosul, città
dove è stato proclamato il Califfato nel 2014, da parte delle forze irachene sostenute
dalla coalizione anti-lsis, è indubbiamente il segnale che il nemico (quasi per
rovesciamento simbolico delle sue pratiche disumane di battaglia) sta per
essere decapitato. La domanda da porsi è tuttavia se e quali alni teste
spunteranno, e soprattutto come e dove si muoverà il corpo Isis, adesso che non
avrà. più un capo. La prospettiva più concreta è che il Califfato diventi uno
Stato a-territoriale, una rete diffusa, capillare ma non geograficamente localizzabile,
come era Al Qaeda. E che quindi, eliminata la massa tumorale principale,
restino attive e anzi si estendano ulteriormente le sue metastasi. Che
potrebbero attecchire soprattutto in Europa, pii1 probabile terra di contagio
del Male, per ragioni di vicinanza geografica e di contrapposizione religiosa e
militare. In corso. Le indicazioni della delocalizzazione dell'lsis, e le
relative ricadute nel nostro continente, sono evidenti. Dopo due anni horribiles,
un paio di giorni fa la Francia è stata nuovamente in balia di un fondamentalista
islamico che all'aeroporto parigino di Orly ha provato a fare una strage al
suon di "sono qui per morire per Allah». Anche il nostro Paese non si sente
affatto tranquillo, tant'è che in vista del 25 marzo - ricorrenza dei 60 anni
dai Trattati di Roma che verrà celebrata nella Capitale, e insieme giorno della
visita di Papa Francesco a Milano - sono state messe a punto misure di
sicurezza eccezionali, col dispiegamento di centinaia e centinaia di agenti
(solo tra Monza e Milano saranno attivi 1.600 poliziotti) e la bonifica e l'interdizione
completa di alcune aree delle città interessate. Insomma, l'alle1ta è massima e
ciò che si teme, nell'una e nell'altra circostanza, sono attentati di matrice
islamica, molto più che scontri legati a manifesta1.ioni anti-Ue (possibili a
Roma) o problemi di ordine pubblico, dovuti al grande afflusso di fedeli (come nel
caso di Milano). L'ipotesi infatti è che l'Isis possa vendicarsi immediatamente
contro l'Occidente per le perdite che sta subendo in territorio iracheno, tramite
l'azione di lupi solitari, soggetti radicalizzati o foreign fìghters di
ritorno. Paiono confermarlo le parole dell'altro giorno del ministro
dell'Interno Marco Minniti nell'incontro con il commissario alla Sicurezza
dell'Unione europea Julian King: «Aumentare la sicurezza nel territorio europeo
è l'obiettivo comune e la via è rendere operative quanto prima le misure
legislative (antiterrorismo,ndr).
LE PAURE DEGLI007 L'altro rischio conseguente alla presa di Mosul è che i
profughi, finora considerati coloro che fuggono dal Califfato, diventino
piuttosto miliziani del Califfato in fuga: insomma, terroristi che se la danno
a gambe, feroci miliziani mescolati a poveri disperati sui barconi, carnefici
travestiti da vittime. L'andazzo è già in corso da tempo, tant'è che non più di
un anno fa l'ex capo degli 007 americani James Clapper aveva parlato di finti profughi
siriani con «falsi passaporti" e di «operativi dell'Isis infiltrati nel
fiume di migranti>>, Fenomeno confermato la scorsa estate anche dal
presidente del Copasir Giacomo Stucchi il quale aveva ammesso che, dopo la
liberazione di Sirte in Libia, «lo scenario è completamente cambialo e cresce oggettivamente
il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa via mare». Come dire,
con la caduta di Mosul il fondamentalismo islamico non morirà. Cambierà nome e luoghi,
ma conserverà - ahinoi - metodi e finalità.
Iscriviti a:
Post (Atom)