Il presidente del
Copasir, Giacomo Stucchi, parla con Affaritaliani.it della crisi libica.
"La situazione in Libia è realmente pesante e per questo ritengo che un
intervento militare sia inevitabile". E ancora: "Una delle
conseguenze di un intervento internazionale in Libia, che comporterebbe
prioritariamente il recupero di un pieno controllo delle coste, sarebbe lo stop
alle partenze delle carrette del mare". Quanto all'allarme terrorismo,
Stucchi afferma: "Sono preoccupato dai cosiddetti 'lone-wolf', ovvero i
lupi solitari che sono la componente del "terrorismo molecolare" dai
comportamenti più difficilmente prevedibili". "La
situazione in Libia è realmente pesante e per questo ritengo che un intervento
militare sia inevitabile. Non solo per riportare la situazione alla normalità e
per fermare l'espansione dell'Isis, che aumenta incessantemente le aree sotto
suo controllo, ma anche per impedire possibili conseguenze pericolose che
potrebbero riguardare in modo preoccupante tutta l'Europa e non solo
l'Italia". Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, parla con Affaritaliani.it
della crisi libica. "La situazione è tale per cui per porre fine alle
azioni militari dell'Isis vedo difficile una soluzione diversa dall'intervento
sul terreno. Non parlo di un'azione isolata dell'Italia e di altri 3 o 4 stati,
ma di un intervento tramite l'Onu di 'peace enforcing' o di altro strumento che
risulti adeguato. Mi auguro che nei prossimi giorni il Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite ne discuta con urgenza e assuma una decisione in tal
senso". C'è il rischio che terroristi islamici si nascondano tra i
profughi che arrivano in Italia? "In questo momento, vista la
situazione, ogni soggetto che arriva in Italia viene controllato in modo più
approfondito. Nulla può essere lasciato al caso, ovviamente. Certo tutto è
possibile ma che possa realmente accadere non è così facile. Evidenzio anche
che una delle conseguenze di un intervento internazionale in Libia, che
comporterebbe prioritariamente il recupero di un pieno controllo delle coste,
sarebbe lo stop alle partenze delle carrette del mare, eliminando quindi alla
radice anche questo pericolo ". Stucchi aggiunge: "Sono più
preoccupato dai cosiddetti 'lone-wolf', ovvero i lupi solitari che sono la
componente del "terrorismo molecolare" dai comportamenti più
difficilmente prevedibili. Questi personaggi agiscono in modo autonomo come
abbiamo visto in Danimarca e possono causare eventi anche drammatici . Ma una
cosa è la possibilità, una cosa la probabilità e una cosa ancora la certezza
assoluta che qualcosa accada e la nostra intelligente lavora in questa
direzione. Certo che non possiamo stare tranquilli, dire che non ci sono
possibili pericoli. Dobbiamo essere consapevoli di quanto sta accadendo attorno
a noi e vivere questa situazione con razionale preoccupazione".
domenica 15 febbraio 2015
giovedì 5 febbraio 2015
IL GIORNO - 05/02/15 - Uccise il ladro, chiede la grazia. Il caso Monella ora torna al Quirinale
Il caso del benzinaio di Vicenza indagato per aver sparato e ucciso un bandito armato che insieme ad alcuni complici che aveva assaltato la gioielleria confinante con il distributore di carburante, ha riacceso i riflettori sui vari episodi di vittime di furti e rapine che hanno reagito sparando contro chi li minacciava e per questo si sono trovati nei guai con la giustizia. Uno di questi casi avvenuto nella Bassa Bergamasca, dovrebbe approdare presto sul tavolo del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale verrà presentata la domanda di grazia per Antonio Monella, 54 anni, l’imprenditore bergamasco di Arzago d’Adda. L’uomo è stato infatti condannato in via definitiva a 6 anni e 2 mesi di reclusione per aver ucciso con un colpo di fucile, nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2006, un ladro albanese di 19 anni, Ervin Hoxha, che era entrato nella sua villetta e che stava allontanandosi dopo aver rubato il suv parcheggiato in cortile. Monella si trova rinchiuso nel carcere di Bergamo dall’8 settembre scorso, giorno in cui, una volta diventata definitiva la sentenza, si era presentato spontaneamente al cancello della casa circondariale di via Gleno accompagnato dal figlio. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenuto il 26 gennaio scorso a Bergamo per un convegno sulla legalità organizzato dal Pd alla Borsa Merci, ha promesso di interessarsi del caso e di portarlo davanti al Capo dello Stato. E che il neopresidente dovrà decidere sul caso-Monella lo ha confermato nei giorni scorsi il senatore della Lega Nord Giacomo Stucchi, presidente bergamasco del Copasir: «Misureremo le scelte del nuovo presidente della Repubblica - ha detto l’esponente del Carroccio - e sottoporremo la richiesta di grazia per Antonio Monella. Ci auguriamo che risponda subito». La Lega Nord si è sempre battuta in favore dell’imprenditore e non ha intenzione di mollare la presa. Per questo il 26 gennaio, in occasione dell’arrivo nel capoluogo orobico del ministro Orlando, aveva organizzato un sit in di protesta, al quale avevano partecipato i vertici del Carroccio bergamasco e una trentina di sindaci lumbard con la fascia tricolore e lo striscione “Grazia per Antonio Monella”, già appeso fuori da numerosi Comuni in questi mesi. All’esponente del governo il segretario provinciale del Carroccio, Daniele Belotti, aveva consegnato le centinaia di firme raccolte tra gli esponenti istituzionali della Lega. Il più convinto sostenitore della grazia all’imprenditore di Arzago d’Adda è il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, che nelle scorse settimane si era scagliato contro Orlando, reo di non aver ancora firmato il fascicolo, impedendo che il documento arrivasse sul tavolo di Giorgio Napolitano prima delle sue dimissioni. «Il ministro - aveva tuonato Calderoli - mi aveva promesso che il documento sarebbe stato firmato entro la settimana precedente l’addio di Napolitano, ma ciò non è accaduto. Inoltre ha rigettato la parte della risoluzione sulla giustizia presentata dalla Lega laddove richiedevamo ogni iniziativa utile, entro i limiti di competenza del ministro, volta alla concessione della grazia di Antonio Monella». Favorevoli alla grazia, però, non sono solo gli esponenti leghisti: anche il sindaco di Arzago, il segretario provinciale Pd,Gabriele Riva, pur criticando le “strumentalizzazioni” leghiste, si è dichiarato in favore della grazia.
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