martedì 20 novembre 2012

LIBERO.IT - 20/11/12 - LOMBARDIA: STUCCHI, PRESIDENZA A MARONI PER EUROREGIONE NORD

"L'attuale momento di crisi politica e istituzionale romana non puo' che fare da moltiplicatore di impegno e volonta' per tutti noi nel portare avanti con forza il nostro progetto di una Lombardia che sia finalmente a guida leghista e che guardi all'Euroregione del Nord". Lo afferma il vicesegretario federale e deputato della Lega nord Giacomo Stucchi. "Il sistema istituzionale -aggiunge- ha fallito nel suo complesso e il governo Monti e' solo l'ultimo atto di una rappresentazione tragica che vedra' ben presto affondare definitivamente il centralismo. La Lega quindi, e tutti i cittadini del Nord, che si riconoscono in un progetto di riscatto e di rivendicazione di propri diritti fondamentali, ritiene prioritario che la guida della Lombardia sia affidata alla massima espressione di coerenza e capacita' di governo che in questo momento il nostro movimento puo' offrire, quella cioe' di Roberto Maroni. Lasciamo percio' -conclude Stucchi- che siano altri a cimentarsi nelle tante operazioni gattopardesche che in questo momento caratterizzano la politica romana".

martedì 30 ottobre 2012

LIBERO.IT - 30/10/12 - SICILIA: STUCCHI, ASTENSIONISMO SCONFESSA "STRANA MAGGIORANZA ROMANA"

"Il voto siciliano, con la sua altissima percentuale di astensionismo, piu' che segnare la vittoria di qualcuno rappresenta il tonfo del sistema dei partiti centralisti". Cosi' il vice segretario federale e deputato della Lega Nord, Giacomo Stucchi, commenta il voto nell'isola."Anche al di fuori del contesto politico della Sicilia", secondo l'esponente del Carroccio, i risultati registrati si traducono "nella totale bocciatura di quella 'strana maggioranza romana' che nel corso degli ultimi dodici mesi prima si e' inventata un governo tecnico, che ha rappresentato un calcio alla democrazia e al rispetto della volonta' popolare, e poi ne ha perpetrato la sua esistenza nonostante da subito avesse messo in braghe di tela la maggioranza dei cittadini"."Forse questo risultato elettorale - conclude Stucchi - puo' aiutare ancor di piu' i cittadini a capire il perche' la Lega Nord, dodici mesi or sono, abbia negato la fiducia a Monti e in seguito si sia sempre posta all'opposizione di un governo rivelatosi da subito vessatore ed inefficiente".

mercoledì 19 settembre 2012

LA STAMPA - 19/09/12 - BOSSI, UN BRINDISI CON MARONI PER IL COMPLEANNO

Brindisi in via Bellerio per i 71 anni di Umberto Bossi. Il “Senatur”, che non ha mai amato festeggiare il compleanno, ha acconsentito a brindare sul terrazzo della sede della Lega, insieme a Roberto Maroni e altri dirigenti, tra cui il vice governatore lombardo, Andrea Gibelli, e il vice segretario, Giacomo Stucchi. È stata anche scattata una foto del momento del brindisi, che ritrae Bossi seduto su un divanetto, davanti a una fila di lattine di Coca cola, appoggiate su un tavolino (il presidente del Carroccio è astemio). A fianco a lui, Maroni e i dirigenti, tutti in piedi, alzano i bicchieri in plastica verde “padano”. Lo scatto, postato su Facebook, dovrebbe essere pubblicato su “La Padania”

giovedì 30 agosto 2012

IL MATTINO - 30/08/12 - LA TASSA SULLE BIBITE? LA LEGA NON CI STA: DOMANI IN STRADA GRAPPA GRATIS PER TUTTI


TRENTO - Bibite gassate e grappa gratis per tutti, domani a Trento: l'iniziativa "antiproibizionista" è stata organizzata dalla Lega Nord per protestare contro le misure annunciate dal governo. I militanti trentini del carroccio, a partire dalle 16, distribuiranno nelle strade della città bicchieri di Coca Cola, Chinotto e assaggi di grappa. Organizzatore della protesta il parlamentare Maurizio Fugatti, vice capogruppo a Montecitorio. «Ancora una volta - sottolinea Fugatti - il governo metterà le mani nelle tasche dei cittadini. È inutile che il ministro Renato Balduzzi si nasconda dietro presunte lezioni etiche che non competono a un governo per dissimulare un decreto grottesco e dannoso per l'economia del Paese. La verità è che a fronte di un irrilevante introito per le casse dello Stato il governo Monti colpirà nuovamente le fasce deboli della popolazione». A dar man forte alla manifestazione, Giacomo Stucchi, vice segretario federale. Il decreto, sostiene, «alla lunga, anziché un vantaggio per lo Stato potrebbe rivelarsi un boomerang se le grosse multinazionali produttrici di bevande gassose dovessero, per esempio, decidere di ritirare i loro investimenti nel nostro Paese. Siamo alle solite. Tecnici e professori, più che oculati e lungimiranti governati, si rivelano sempre più dei dilettanti allo sbaraglio e a pagarne le conseguenze sono tutti i cittadini e in particolare quelli del Nord, la parte più produttiva del Paese».

sabato 7 luglio 2012

IL GIORNO - 07/07/12 - LEGA, E' GIACOMO STUCCHI IL NUOVO RESPONSABILE DELL'UFFICIO POLITICO FEDERALE

Al lombardo Giacomo Stucchi è affidato l’incarico più delicato fra quelli dei tre vice di Roberto Maroni. Stucchi, come ha organizzato l’Ufficio politico federale? «Ho preso spunto anche da altri movimenti a livello europeo simili alla Lega con una forte caratterizzazione teritoriale. I catalani ad esempio sono un punto di riferimento, o la Baviera, dove ci sono partiti con struttura federalista cui viene lasciata molta autonomia». Il suo è un incarico delicato, come lo vive? «È una bella sfida, un lavoro che da una parte mi inorgoglisce ma dall’altra mi preoccupa». Gli undici responsabili dei dipartimenti che saranno coordinati da Candiani sono anch’essi equamente divisi fra le tre grandi regioni del Nord? «Ho fatto le mie proposte a Maroni e ho avuto una condivisione quasi totale. Non ho guardato tanto alla territorialità ma alle professionalità migliori. Diciamo che, pur premiando il merito, anche il criterio della territorialità sarà soddisfatto». Come opererà la struttura? «In due direzioni, in modo verticale sulle tematiche e a livello orizzontale su alcuni problemi che magari riguardano solo certi territori. Se ad esempio con i problemi del mare la Lombardia non c’entra saranno la Liguria e le regioni interessate a individuare le soluzioni migliori. È un modo molto partecipato ma anche molto democratico di dare risposte puntuali a problematiche diverse». Come lavoreranno i responsabili dei dipartimenti? «In rete, avvalendosi anche della consulenza di esterni che magari leghisti non sono ma ritengono importante far conoscere la loro opinione». Anche voi puntate alla società civile? «Non parlerei di società civile, perché altrimenti vuol dire che in politica ci sono degli incivili. Parlo di società in generale». Lei si è molto seccato per la falsa voce che si è diffusa sull’abolizione della festa di Pontida. «Certo, sto proprio andando a una festa della Lega e dovrò spiegare che non è vero nulla, che Pontida si farà. Per noi bergamaschi si poteva fare benissimo a metà luglio, ma visto il solleone la faremo a ottobre. Per giunta non è la prima volta che la si fa in autunno». Bossi ci sarà? «Bossi penso ci sarà, ma ci sarà anche il nuovo segretario federale e volti nuovi sul palco. Pontida per noi è un momento storico importante, più importante dal punto di vista politico di Venezia, che è una festa identitaria. La nuova Lega attualizzerà queste tradizioni declinandole in un nuovo contesto. Ma sappiamo benissimo qual è l’importanza di questi valori per la nostra gente. A Pontida la Lega si ricarica, l’impatto con la folla è molto forte». di Rossella Minotti



venerdì 6 luglio 2012

IL GIORNO - 06/07/12 - MARONI PRESENTA LA NUOVA LEGA: "DIVENTARE EGEMONI AL NORD"

Il nuovo segretario federale incarica i suoi tre vice Federico Caner, Giacomo Stucchi ed Elena Maccanti e indica la strada da seguire: "Una macroregione del nord che detti legge a Roma e Bruxelles"
Maroni rassicura i leghisti: "Pontida non sarà mai cancellata"

Un Roberto Maroni "un po' emozionato" ma carico di obiettivi e propositi da dettare alla Lega Nord si è presentato stamani in via Bellerio per la prima conferenza stampa da segretario federale. "Egemonia nelle regioni del nord" è lo scopo ultimo indicato ai leghisti, rassicurati perché "Pontida non verrà mai cancellata", in occasione della presentazione dei suoi tre vice. Si tratta di Federico Caner, trevigiano del 1973, vice vicario con il compito di costruire la scuola di formazione della Lega Nord; Elena Maccanti, torinese del 1971, assessore della giunta Cota, sarà la coordinatrice degli enti locali; infine Giacomo Stucchi, bergamasco 1969, deputato, avrà la responsabilità dell'ufficio politico che sarà composto da 11 dipartimenti. Ci saranno poi due consulte, una dedicata agli amministratori locali e una a identita' lingue e consulte mondiali. Qualcuno ha notato che si tratta di una struttura simile a quella dei vecchi partiti. Maroni ha risposto: 'E' come una volta era la Lega. La riorganizzazione è un ritorno al futuro''. LEGA EGEMONE - Il segretario ha poi tracciato la strada: "Dobbiamo recuperare consenso. Abbiamo l'ambizione di diventare il partito egemone in Lombardia aggregando le forze sane che ci vogliono stare". La questione è in mano al segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. "A noi interessa poco la questione delle alleanze adesso. A noi interessa rilanciare la politica sul territorio. "Le alleanze- aggiunge- ora sono l'ultimo dei miei pensieri". LA MACROREGIONE - Maroni guarda oltre la Lombardia. Uno dei passi da seguire, spiega, è creare una sorta di macroregione del nord con un ''patto federativo'' su questioni come la questione fiscale, il patto di stabilità e gli esodati. Nelle regioni dove la Lega governa con il Pdl ''teniamo fede alla parola data - ha spiegato - ma vogliamo risultati. Vogliamo che mettano prima il nord quindi rilanciamo la sfida del 2010 e la arricchiamo di contenuti''. La sua convinzione è che con una macroregione del nord si puo' ''dettare legge a Roma e a Bruxelles''. IL GOVERNO - "I tagli sono solo annunci - ha detto Maroni sulla politica di spending review -. Se il governo pensa di tagliare la sanita' e i Comuni virtuosi, o se pensa di utilizzare il patrimonio di questi Comuni, sarebbe un attacco al sistema delle autonomie. Vedo tante chiacchiere, tanta fuffa e poca sostanza. I tagli da fare ci sono, ma non si ha il coraggio di farli".



domenica 27 maggio 2012

IL FATTO QUOTIDIANO - 27/05/12 - "BASTA IMU" E "BASTA MONTI". LA LEGA DI PROTESTA SI RIUNISCE A BERGAMO


I sindaci del Carroccio si riuniscono a Seriate e chiedono "l'uscita dal patto di stabilità". Il 31 maggio la protesta a Venezia dell'Anci Lombardia contro la tassazione degli immobili

La Lega Nord depurata di pernacchie e dita medie, di corna e costumi improvvisati, rimane un nutrito gruppo di protesta. Lo si è capito venerdì sera a Seriate (Bergamo) alla riunione dei sindaci lombardi del Carroccio, indetta con tutta l’enfasi del caso, rivelatasi una serata senza pepe. I sindaci hanno portato le loro istanze davanti ai big del partito, da Roberto Maroni a Flavio Tosi, passando per Giacomo Stucchi e Attilio Fontana. Un coro di “basta Imu”, “basta Monti”. E stop. Il problema dei Comuni è il patto di stabilità. Oggi come un anno fa. L’Imu non è che un pretesto per cavalcare le difficoltà del paese e cercare di ricompattare l’elettorato su un tema caro a tutti: il portafoglio. La serata di Seriate è stata l’occasione per chiedere un’adesione massiccia dei sindaci alla manifestazione organizzata dall’Anci a Venezia per il prossimo 31 maggio: “E’ importante esserci tutti e dimostrarci uniti – ha spiegato il presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana -, coinvolgendo anche sindaci che non sono della Lega. I problemi sono uguali per tutti e possiamo risolverli solo se agiamo insieme”. Nel suo intervento conclusivo, Roberto Maroni ha invece sottolineato come si debba “chiedere all’Anci di promuovere presso il governo l’abolizione dell’Imu” perché “o l’Anci fa l’interesse dei sindaci o i contributi che gli diamo ce li gestiamo noi al posto di darli a un’organizzazione troppo debole nei confronti del governo Monti”. Maroni ha spiegato che le proposte avanzate nella serata dai vari sindaci intervenuti “verranno raccolte e pubblicate sul sito della Lega”, un sito che verrà rinnovato e reso più funzionale e più aggiornato. La strada indicata dai relatori della serata per scansare il pericolo Imu in maniera legale e senza esporre i cittadini al rischio di sanzioni, è quella di “inserire nel regolamento comunale la non applicazione di sanzioni nel caso di errori nel versamento dell’imposta”. Contro l’Imu l’ex ministro dell’Interno ha spiegato che “verrà testata quella rete dei sindaci” che dovrà costituire il ritorno sul territorio del Carroccio. E anche per questo ha annunciato che serate come quelle di venerdì “dovranno essere replicate ogni due o tre mesi, dobbiamo fare un comitato permanente di coordinamento dei nostri sindaci che si occupi di singoli temi come quello della sicurezza e quello del patto di stabilità”. Più che dell’Imu e delle tasse, però, i sindaci leghisti che sono intervenuti dal pubblico sono sembrati interessati a portare altri temi sul tavolo della discussione. Molti hanno sottolineato la propria frustrazione nel dover accettare le nuove regole sulla concessione della cittadinanza (i cui requisiti vanni verificati entro 48 ore) e una buona fetta degli interventi è stata centrata sul problema dei matrimoni di comodo tra italiani e clandestini.

venerdì 4 maggio 2012

IL SOLE 24 ORE - 04/05/2012 - CALDEROLI IN CARCERE DA MARTINELLI, IL SEQUESTRATORE DI ROMANO DI LOMBARDIA: "DEBITO DI 44 MILA EURO"

Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, e l'onorevole Giacomo Stucchi hanno incontrato, nel carcere di Bergamo, Luigi Martinelli, l'imprenditore che giovedì pomeriggio si è barricato all'interno della sede dell'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia prendendo in ostaggio 15 persone. Calderoli e Stucchi, pur condannando fermamente l'azione messa in atto da Martinelli, azione che ha portato al coinvolgimento di tante persone estranee alla sua vicenda e al conseguente choc da esse subito, hanno scelto di incontrare Martinelli sia nel tentativo di comprendere i motivi che possano portare un cittadino a gesti così estremi - e non isolati, considerando i numerosi casi di suicidi che si sono verificati negli ultimi mesi tra gli imprenditori - sia per testimoniare personalmente la loro vicinanza rispetto a cittadini che, come lui, si trovano in situazioni di questo genere". È quanto rende noto la Lega Nord in un comunicato. «Situazioni estreme, causate anche dall'esasperazione nei confronti di uno Stato che sembra veramente considerare il cittadino solo alla stregua di un suddito da spremere. Intanto durante il colloquio è emerso che il Martinelli aveva un debito non per 1000 euro, dunque una cifra esigua, come scritto dai media, ma di 44mila euro, dunque una cifra ben più consistente», spiega a riguardo lo stesso senatore Roberto Calderoli, che aggiunge: «Nel corso del nostro colloquio abbiamo messo a disposizione dell'interessato la possibilità di essere difeso da un avvocato di fiducia, individuato nella persona di Matteo Brigandì, il quale ha già manifestato la sua piena disponibilità a difenderlo». «Da parte nostra, come Lega Nord, ribadiamo il nostro totale impegno per provare a cambiare uno Stato che al momento sembra non riconoscere il diritto al cittadino di poter vivere e lavorare senza essere strangolato dall'oppressione di una tenaglia fiscale che sta portando al limite la sopportazione dei cittadini, come dimostrato dai tanti gesti estremi cui purtroppo stiamo assistendo nelle ultime settimane». Gli stessi Stucchi e Calderoli hanno poi avuto un colloquio telefonico con il dipendente dell'Agenzia delle Entrate tenuto a lungo in ostaggio dal Martinelli, Carmine Mormandi, al quale hanno espresso la loro solidarietà per l'accaduto, sincerandosi al contempo sulla sua situazione dopo questa traumatica esperienza.

CORRIERE DELLA SERA - 04/05/12 - MARTINELLI A CALDEROLI: I MIEI DEBITI SONO DI 44 MILA EURO, NON MILLE

Il senatore leghista insieme al deputato Giacomo Stucchi ha incontrato in carcere il sequestratore di Romano di Lombardia e ha svelato la gravità della sua situazione. Ma Equitalia si smarca.

Il senatore Roberto Calderoli, Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, e l’onorevole Giacomo Stucchi hanno incontrato questo pomeriggio, nel carcere di Bergamo, Luigi Martinelli, l’imprenditore che giovedì pomeriggio si è barricato all’interno della sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia prendendo in ostaggio 15 persone. Calderoli e Stucchi, pur condannando fermamente l’azione messa in atto dal Martinelli, azione che ha portato al coinvolgimento di tante persone estranee alla sua vicenda e al conseguente choc da esse subito, hanno scelto di incontrare Martinelli sia nel tentativo di comprendere i motivi che possano portare un cittadino a gesti così estremi - e non isolati, considerando i numerosi casi di suicidi che si sono verificati negli ultimi mesi tra gli imprenditori - sia per testimoniare personalmente la loro vicinanza rispetto a cittadini che, come lui, si trovano in situazioni di questo genere. “Situazioni estreme, causate anche dall’esasperazione nei confronti di uno Stato che sembra veramente considerare il cittadino solo alla stregua di un suddito da spremere. Intanto durante il colloquio è emerso che il Martinelli aveva un debito non per 1000 euro, dunque una cifra esigua, come scritto dai media, ma di 44mila euro, dunque una cifra ben più consistente”, spiega a riguardo lo stesso senatore Roberto Calderoli (ma il debito non si riferisce solo ad Equitalia ma ad un insieme di soggetti: Consorzio di Bonifica, canone Rai, ecc) che aggiunge: “Nel corso del nostro colloquio abbiamo messo a disposizione dell’interessato la possibilità di essere difeso da un avvocato di fiducia, individuato nella persona di Matteo Brigandì, il quale ha già manifestato la sua piena disponibilità a difenderlo. Da parte nostra, come Lega Nord, ribadiamo il nostro totale impegno per provare a cambiare uno Stato che al momento sembra non riconoscere il diritto al cittadino di poter vivere e lavorare senza essere strangolato dall’oppressione di una tenaglia fiscale che sta portando al limite la sopportazione dei cittadini, come dimostrato dai tanti gesti estremi cui purtroppo stiamo assistendo nelle ultime settimane”. Gli stessi Stucchi e Calderoli hanno poi avuto un colloquio telefonico con il dipendente dell'Agenzia delle Entrate tenuto a lungo in ostaggio dal Martinelli, Carmine Mormandi, al quale hanno espresso la loro solidarietà per l'accaduto, sincerandosi al contempo sulla sua situazione dopo questa traumatica esperienza. Equitalia nella serata di venerdì ha confermato che il debito complessivo con loro non è di 44mila euro. In una nota si legge che «la somma ammonta a circa 2 mila euro ed è relativa a canoni Rai e imposte richieste dal Consorzio di bonifica della Media Pianura Bergamasca», e che non è ancora stata attivata una azione esecutiva di recupero. La nota però precisa: «Nel 2001 al signor Martinelli era stata notificata una cartella di oltre 32 mila euro, pagata il 9 ottobre 2003 con l’adesione al condono (art. 12 della legge n. 289/2002 )».

RAINEWS24 - 04/05/2012 - SEQUESTRA IMPIEGATO, RISCHIA OTTO ANNI

Duemila euro di debiti, precisa Equitalia. Tanto è bastato a Luigi Martinelli per barricarsi all'interno delle Agenzie delle Entrate di Romano di Lombardia, assieme a un ostaggio, a un vice brigadiere dei Carabinieri e a un piccolo arsenale. Oggi ha avuto un colloquio con uno psicologo del carcere e ha ricevuto la visita del senatore Roberto Calderoli e dell'onorevole Giacomo Stucchi.

Nell'interrogatorio di domani provera' a spiegare i motivi del suo gesto che il procuratore aggiunto di Bergamo, Massimo Meroni, definisce "di protesta dimostrativa non oggettivamente giustificata". Se ne e' gia' reso conto, sa di aver fatto "un'azione inconsulta" e ha ammesso tutte le sue responsabilita'. L'accusa nei suoi confronti e' sequestro di persona, che puo' costargli da sei mesi a otto anni di carcere. E tutto per un piccolo debito, il canone Rai e poco altro. "Meno di 1000 euro, non noccioline ma neanche abbastanza per giustificare una particolare disperazione". In serata Equitalia fa sapere, in una nota, che la somma ammonta in realta' "a circa 2 mila euro ed e' relativa a canoni Rai e imposte richieste dal Consorzio di bonifica della Media Pianura Bergamasca": debiti per cui Equitalia "non ha attivato alcuna azione esecutiva di recupero. Nel 2001 al signor Marinelli era stata notificata una cartella di oltre 32 mila euro, pagata il 9 ottobre 2003 con l'adesione al condono". L'attivita' di Martinelli, un'impresa di pulizie, ai Carabinieri risulta ancora aperta anche se probabilmente di fatto inattiva. "Non ci risultava fosse in cattive acque", spiegano. E invece ieri qualcosa e' scattato nella sua testa e il suo carattere da "mite e tranquillo", come lo descrivono tutti, dagli inquirenti ai suoi concittadini, e' diventato rabbioso e aggressivo.
Spara e prende un ostaggio
Poco prima delle 15 entra nell'ufficio, tira fuori dal giubbotto il fucile a pompa carico, cosi' come le due pistole con oltre cento munizioni e un coltello custoditi in uno zainetto, e chiarisce le sue intenzioni: "Tutti quelli che devono pagare vadano via, i dipendenti restano". Spara un colpo in aria, poi vede piangere le impiegate donne e le libera, tenendo solo quattro uomini. Questa e' la scena che il vice brigadiere Roberto Lorini si trova davanti quando entra nell'ufficio. A quel punto Martinelli libera tre dipendenti e tiene solo Carmine Mormandi, scelto non a caso. "Pare avesse avuto con lui un diverbio in passato", spiegano gli inquirenti. "Mai visto in vita mia, da 4 anni non lavoro piu' a contatto con il pubblico", spiega Mormandi. Nelle lunghe ore successive, Martinelli parla molto, se la prende in continuazione nei confronti della Rai e poi vuole parlare con le televisioni e con il presidente Monti "per rappresentargli non tanto il mio disagio personale quanto un problema piu' generale. "Se ne stanno suicidando troppi", ripete, spiegando di voler andare avanti "fino a mezzanotte". Poi e' troppo stanco, si fida di Lorini, lascia andare l'ostaggio, ringrazia il vicebrigadiere e, poco prima delle 21, si fa ammanettare. "E ora che mi succede?, mi dite cosa mi succede?", ha chiesto alle persone che incontra nel carcere di Bergamo dove si trova in isolamento nella 'sezione protetti', sottoposto a "grandissima sorveglianza". Oggi ha avuto un colloquio con uno psicologo del carcere e ha ricevuto la visita del senatore Roberto Calderoli e dell'onorevole Giacomo Stucchi che gli offrono un legale pagato dalla Lega Nord. "E' rimasto stupito dal fatto che gli hanno attribuito un contenzioso da appena mille euro e invece erano 44 mila", ha detto Calderoli. Intanto, domani, Martinelli provera' a spiegare la sua verita' al gip.
Befera: la tempesta passerà
"La tempesta passerà, ciò di cui abbiamo bisogno è chiarezza e condivisione" scrive il direttore dell'Agenzia delle entrate, Befera, ai dipendenti, dopo il sequestro di un impiegato in provincia di Bergamo. "Il problema di fronte al quale ci troviamo non si può liquidare come un problema dell'Agenzia delle entrate o di Equitalia. E' invece un problema cruciale per il Paese". Befera esprime poi "ammirazione per il coraggio e la dignità" di cui ha dato prova Carmine Mormandi, l'impiegato tenuto in ostaggio per molte ore.

IL SECOLO XIX - 04/05/12 - MARTINELLI, DUBBI SUL DEBITO

Armato, si barrica in una sede dell’Agenzia delle Entrate Ostaggi all’Agenzia delle entrate, poi la resa La marcia delle vedove bianche Bergamo - La Rai è quasi un’ossessione per Luigi Martinelli. Il canone Rai e pochi altri pagamenti arretrati per un debito complessivo, secondo i magistrati, non superiore ai 1000 euro. «Duemila», hanno precisato da Equitalia. Tanto sarebbe bastato a Luigi Martinelli per vivere un pomeriggio di straordinaria follia e barricarsi all’interno della sede dell’agenzie delle Entrate di Romano di Lombardia insieme con un ostaggio, un vicebrigadiere dei carabinieri e un piccolo arsenale. Davvero troppo, per mille (o anche 2mila) euro. E in effetti, qualcosa non torna, come ha spiegato oggi pomeriggio il senatore Roberto Calderoli e l’onorevole Giacomo Stucchi, che l’hanno incontrato in carcere e gli hanno offerto un avvocato pagato dalla Lega Nord: «È rimasto stupito dal fatto che gli hanno attribuito un contenzioso da appena 1000 euro, quando invece si tratta di 44 mila». Comunque sia, è nell’interrogatorio di domani che Martinelli proverà a spiegare i motivi del suo gesto, che il procuratore aggiunto di Bergamo, Massimo Meroni, ha definito «di protesta dimostrativa non oggettivamente giustificata». Martinelli se n’è già reso conto, sa di avere fatto «un’azione inconsulta» e ha ammesso tutte le sue responsabilità. L’accusa nei suoi confronti è sequestro di persona, che può costargli da sei mesi a 8 anni di carcere. Qualunque sia la cifra, sio tratterebbe di debiti per cui Equitalia, come ha spiegato la stessa società in una nota, «non ha attivato alcuna azione esecutiva di recupero. Nel 2001 al signor Marinelli era stata notificata una cartella di oltre 32mila euro, pagata il 9 ottobre 2003 con l’adesione al condono». L’attività di Martinelli, un’impresa di pulizie, ai carabinieri risulta ancora aperta, anche se probabilmente di fatto inattiva: «Non ci risultava fosse in cattive acque», spiegano. Invece ieri qualcosa è scattato nella sua testa e il suo carattere da «mite e tranquillo», come lo descrivono tutti, dagli inquirenti ai suoi concittadini, è diventato rabbioso e aggressivo. Poco prima delle 15 entra nell’ufficio, tira fuori dal giubbotto il fucile a pompa carico, così come le due pistole con oltre cento munizioni e un coltello custoditi in uno zainetto, e chiarisce le sue intenzioni: «Tutti quelli che devono pagare vadano via, i dipendenti restano». Spara un colpo in aria, poi vede piangere le impiegate donne e le libera, tenendo solo quattro uomini.  Questa è la scena che il vicebrigadiere Roberto Lorini si trova davanti quando entra nell’ufficio. A quel punto Martinelli libera tre dipendenti e tiene solo Carmine Mormandi, scelto non a caso: «Pare avesse avuto con lui un diverbio in passato», spiegano gli inquirenti. «Mai visto in vita mia, da 4 anni non lavoro più a contatto con il pubblico», ha spiegato Mormandi. Nelle lunghe ore successive, Martinelli parla molto, se la prende in continuazione con la Rai e poi vuole parlare con le televisioni e con il presidente Monti, «per rappresentargli non tanto il mio disagio personale quanto, un problema più generale: se ne stanno suicidando troppi», ripete, spiegando di volere andare avanti «fino a mezzanotte». Poi è troppo stanco, si fida di Lorini, lascia andare l’ostaggio, ringrazia il vicebrigadiere e, poco prima delle 21, si fa ammanettare: «E ora che mi succede? Mi dite cosa mi succede?», ha chiesto alle persone che incontra nel carcere di Bergamo dove si trova in isolamento nella sezione Protetti, sottoposto a «grandissima sorveglianza».

sabato 31 marzo 2012

CORRIERE DELLA SERA - 31/03/12 - MOSSA DI CASINI: RINUNCIO AI BENEFIT


Sorpresa la decisione del leader udc è stata comunicata via lettera. Sorpresa del presidente Fini l'irritazione di Violante: fiera dell'ipocrisia, deciderò nel 2013

In cima al palazzo di Montecitorio, nella magnifica altana dalle cui vetrate cui si gode una vista choc sul Quirinale a la cupola di San Pietro, i collaboratori di Pier Ferdinando Casini stanno riempiendo a razzo i cartoni. «Senza lacrime...», scherza l'onorevole Roberto Rao. L'ex presidente della Camera ci ha pensato su una manciata di ore, quindi ha ordinato il trasloco «con effetto immediato». Visto l'assottigliarsi delle buste paga dei comuni mortali non sarebbe stato carino, ha pensato il leader del Terzo polo, continuare a godere delle prerogative riservate alle già terze cariche dello Stato. Gli elettori sembrano aver apprezzato il colpo di scena. Il problema è che Gianfranco Fini non se lo aspettava. La lettera di Casini è piombata al mattino sul tavolo del presidente e sembra non sia stata una sorpresa graditissima. La missiva con cui il leader del Terzo polo rinuncia all'ufficio, alla segreteria e all'auto di servizio di cui, a partire dal 2013, avrebbe potuto godere per altri dieci anni, ha spiazzato l'attuale inquilino della Camera. Nello staff del presidente la rinuncia di Casini è stata accolta come una sconfessione del voto con cui, due giorni fa, l'Ufficio di presidenza ha sforbiciato i servizi di cui godevano gli ex presidenti. Irene Pivetti e Pietro Ingrao, che ieri ha compiuto 97 anni, hanno perso di colpo le loro spettanze, mentre a Casini, Bertinotti e Violante la Camera ha concesso una deroga di due lustri. Adesso è tutto da rifare. «La decisione può essere corretta - si augura il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova». E poi, su Casini: «Sarebbe bene che queste cose venissero decise in seno alle istituzioni e avendo più attenzione agli effetti». La prossima settimana Fini dovrà convocare un'altra riunione e, se qualcuno dei componenti dell' Ufficio di presidenza solleverà la questione, mettere ai voti una nuova delibera. «Credo che Fini, conoscendo la sua lungimiranza e avvedutezza - non vede alternative il questore del Pdl Antonio Mazzocchi - prenderà qualche iniziativa». È l'unica via di uscita, perché il fronte dei tre beneficiari si è spaccato. Casini ha fatto il «bel gesto». L'ex segretario di Rifondazione si atterrà «come sempre alle decisioni delle istituzioni», ergo rinuncerà ai benefit solo se gli verrà richiesto. Luciano Violante invece ha reso noto tutto il suo disappunto: «Non ho mai partecipato a fiere dell'ipocrisia e non intendo farlo neanche questa volta. Né intendo compiere esibizionismi». Il responsabile Riforme del Pd continuerà a usufruire dei benefici e, in assenza di «diverse decisioni della Camera», a fine legislatura sceglierà il da farsi. Ed ecco la lettera con cui Casini ha scatenato il putiferio. All'«illustre presidente» Fini, il predecessore ricorda di aver servito la Camera dal 2001 al 2006 «con onestà ed equilibrio». E ancora, nel merito: «Ringrazio lei e i colleghi ma Le comunico che non intendo avvalermi della delibera e rinuncio, con effetto immediato, a ogni attribuzione e benefit connessi a questo stato». Parole da cui trapela il disappunto per un provvedimento che rischiava di esporlo all' assalto dei nemici della casta. «Sai che rinuncia... - annota su Twitter il leghista Giacomo Stucchi - Sono gli stessi benefit di cui gode come capogruppo udc!». L'Idv invece plaude e chiede a Bertinotti, Violante e Fini di fare altrettanto. I benefit l'auto blu gli ex presidenti di Montecitorio beneficiano, tra le altre cose, di un'auto di servizio a disposizione per eventuali necessità o appuntamenti l'ufficio con la delibera varata ieri dall'Ufficio di presidenza, gli ex presidenti perdono l'ufficio di rappresentanza in passato destinato loro alla cessazione del mandato. Il personale oltre all'ufficio gli ex presidenti hanno a disposizione il personale di segreteria. Irene Pivetti si è lamentata per la sorte dei «suoi» dipendenti. I biglietti per gli ex presidenti di Montecitorio anche un plafond di ticket aerei: con le nuove regole Fini, Violante e Bertinotti potranno usufruirne fino al 2023

martedì 13 marzo 2012

LA REPUBBLICA - 13/03/12 - LA CAMERA APPROVA IL DL SEMPLIFICAZIONI. GOVERNO BATTUTO TRE VOLTE SUGLI ODG

Il testo ottiene 442 voti a favore, 52 contro e affronta ora il vaglio del Senato. Ma passano a larghissima maggioranza tre ordini del giorno su cui l'esecutivo era contrario. Il primo riguarda l'Alcoa e un piano di rilancio del polo del Sulcis. Il secondo, un taglio del 50% sull'Imu prima casa per ciascun figlio disabile. Il terzo su una maggiore liberalizzazione delle edicole. Quarta caduta sfiorata sull'Imu nell'agricoltura.

La Camera ha approvato il decreto legge sulle semplificazioni 1 con 442 sì e 52 no. Il testo passa ora al vaglio del Senato. Contro il dl ha votato solo il gruppo della Lega. L'Idv, che aveva votato contro la fiducia 2 posta dal governo la scorsa settimana sul testo, al voto finale ha sostenuto il provvedimento. Il ministro per la Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, si dice "molto soddisfatto, lo ero per il decreto legge e lo sono ancora di più ora perché il testo ne esce arricchito". Ma la realtà è che durante l'esame degli ordini del giorno, il governo è andato in sofferenza, battuto in Aula per tre volte, su odg presentati da Pdl e Lega Nord. Patroni Griffi, comunque, non si scompone: "E' assolutamente fisiologico, lo è per gli emendamenti, a maggior ragione può esserlo per gli ordini del giorno. La dialettica è normale, è giusto che il Parlamento dia degli indirizzi e che il governo si adegui". Il primo odg si riferisce alla vicenda Alcoa di Portovesme. Il testo, su cui il governo aveva espresso parere contrario, è passato sostanzialmente all'unanimità a parte i sei no dei deputati radicali. Presentato da due deputati sardi del Pdl, Cicu e Testoni, l'odg impegna il governo tra l'altro "a predisporre, di concerto con la regione Sardegna, un apposito piano integrato di rilancio del Polo energetico e industriale del Sulcis". Il Pd, che inizialmente votava contro, conformemente al parere del governo, a votazione aperta si è espresso a favore dell'odg del Pdl. Ironico commento di Giacomo Stucchi, della Lega nord: "E come volevasi dimostrare, sul primo ordine del giorno il governo soccombe. Senza voti di fiducia non vanno da nessuna parte". Poco dopo, governo battuto anche su un ordine del giorno della Lega, in cui si impegna l'esecutivo a considerare la necessità di integrare le detrazioni previste per la prima casa sull'Imu con un ulteriore taglio del 50% per ciascun figlio disabile grave non autosufficiente. Il testo presentato da Marco Rondini, su cui l'esecutivo aveva dato parere contrario, è passato anche in questo caso a larghissima maggioranza: 499 sì, 5 no e 7 astenuti. Il governo ha dapprima sfiorato il terzo ko, per un parere - inizialmente contrario - su un documento di Noi Sud sull'Imu nell'agricoltura, prima firma quella di Elio Belcastro. Il ministro Patroni Griffi ne ha prima chiesto la riformulazione, pena parere contrario, non accettata da Belcastro che ha chiesto la votazione dell'assemblea. Numerosi deputati sono intervenuti a sostegno dell'odg, fra cui il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che ha sollecitato il governo a intervenire per il settore agricolo. A quel punto Patroni Griffi ha fatto marcia indietro, rimettendosi all'Aula. L'ordine del giorno è stato quindi votato e approvato. Il testo prevede l'impegno per l'esecutivo a "promuovere una revisione del meccanismo del'Imu di cui le aziende agricole sentiranno tutto il peso, prevedendo una tassazione diversa per stabili agricoli non più funzionali all'attività e trasformati in abitazione e per i fabbricati che servono al lavoro e da sempre sono stati inseriti nel valore dei terreni". La terza battuta d'arresto del governo è comunque arrivata, per il parere contrario dell'esecutivo su un documento dei deputati Pdl Mazzuca e Marinello, che punta a una maggiore liberalizzazione delle edicole (in pratica, si chiede di consentire ai giornalai la vendita di quotidiani in altri punti nella stessa zona dove è situata l'edicola che si possiede). Il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi ha confermato il parere contrario, nonostante da Pdl e Udc sia arrivata la richiesta di modificarlo. "La questione sarà affrontata nel provvedimento sulle liberalizzazioni", ha spiegato. Gianfranco Fini ha tentato di salvare l'esecutivo dalla bocciatura. "Le ricordo che è un ordine del giorno", ha detto il presidente della Camera al ministro. Dello stesso tenore l'intervento di Casini, ma Patroni Griffi non ha cambiato idea. L'odg è stato quindi approvato con 413 sì, 77 no e 16 astenuti. Reduce dalla giornata difficile alla Camera, il governo ha deciso di porre la fiducia sul decreto Ambiente a Montecitorio.

domenica 11 marzo 2012

IL GIORNO - 11/03/12 - TRUFFE WEB, SGOMINATA BANDA GRAZIE A DUE BERGAMASCHI

Hanno collaborato con la polizia postale per fermare il sito di shopping online che aveva rifilato "bidoni" a decine di utenti di internet, molti dalla Bergamasca.

Grazie anche alla fondamentale collaborazione di due bergamaschi, il giornalista trevigliese Roberto Fabbrucci e il deputato della Lega Nord Giacomo Stucchi, la Polizia postale di Roma è riuscita a sgominare una banda di malviventi dedita alle truffe sul web ai danni di navigatori in cerca di acquisti convenienti. Fabbrucci è il coordinatore del gruppo nato su Facebook per raccogliere le denunce delle vittime (molti i bergamaschi) dell'organizzazione criminale, che sono state poi girate alle forze dell'ordine; Stucchi, invece, si è fatto promotore di un'interpellanza parlamentare, alla quale ha risposto il ministero dell'Interno, che ha dato un impulso decisivo all'inchiesta. Al termine dell'operazione, i poliziotti della Capitale hanno denunciato quattro persone, tra cui colui che è considerato l'ideatore della truffa online, P.V., pluripregiudicato romano, titolare del sito Madhitec finito nel mirino della magistratura (era postato sul server Aruba Spa di Arezzo) e hanno sequestrato diversi conti correnti, 50mila euro, pc portatili, telefonini, hard disc e numerosa documentazione riguardante il sito. La vicenda è venuta a galla durante le scorse festività natalizie,grazie proprio all'opera del gruppo Facebook "Madhitec Shop online", costituito da circa 280 utenti, che si sono organizzati informando la stampa e i siti specializzati nell'acquisto via web. L'opera di sensibilizzazione ha provocato anche l'intervento degli inviati della trasmissione delle Iene. Di grande importanza è stata la collaborazione tra i cittadini truffati e le forze dell'ordine. Gli amministratori del gruppo Facebook, infatti, hanno organizzato una vera e propria azione coordinata, soprattutto richiedendo ai soci di formalizzare la denuncia e inviarla all'amministratore incaricato di catalogarle. Successivamente le copie delle denunce e delle informazioni raccolte (bonifici, distinte di versamento) sono state inviate alla Polizia giudiziaria della Questura Università di Roma, diretta dalla dottoressa Lucia Franchini. Le ricerche dei poliziotti hanno quindi portato all'oscuramento del sito Madhitec e al sequestro dei conti correnti dove P.V. faceva effettuare i bonifici: Monte Paschi di Siena, Intesa San Paolo, Cassa di Risparmio di Civitavecchia, Banca delle Marche e Credito Artigiano di Roma.

martedì 14 febbraio 2012

POLITICAMENTECORRETTO.COM - 14/02/12 CARCERI, L'ULTIMA "PERLA" DI UNA MAGGIORANZA SCIAGURATA

"L'anomala alleanza tra Pdl, Pd e Terzo Polo, oltre a perdere pezzi ad ogni nuovo passaggio parlamentare, non porta a nulla di buono per i cittadini. La fiducia accordata al governo sul provvedimento svuota-carceri è infatti soltanto l'ultima 'perla' di una sciagurata maggioranza che, più che alle riforme, serie ed utili per il Paese, sta pensando a come mantenersi le poltrone in vista di un responso elettorale che non promette nulla di buono". Così in una nota il deputato della Lega Nord, e Segretario dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi. "Nel più classico stile gattopardesco - continua l'esponente leghista - Alfano, Bersani e Casini vogliono far finta di cambiare per poi non cambiare proprio nulla e, più che una volontà riformatrice, della maggioranza vediamo all'opera solo un istinto conservatore che mira al varo di una legge elettorale che garantisca un ritorno incondizionato in Parlamento senza la 'seccatura' di opposizioni che disturbino il progetto di un totale appiattimento del Parlamento e delle sue funzioni".

giovedì 19 gennaio 2012

IL RIFORMISTA - 19/01/12 - CON L'OCCHIO ALLA PIAZZA

Rischio paralisi. I “Forconi” bloccano la Sicilia, i taxi vogliono una mobilitazione a oltranza, i benzinai annunciano scioperi di dieci giorni. Palazzo Chigi chiede una conversione rapida dei decreti “Cresci Italia”.

Ci sono i «forconi» che paralizzano la Sicilia. E i tassisti che finiscono dentro una guerra civile. Senza dimenticare i benzinai, che annunciano una lunga serrata. Ieri sera, quando Monti sale al Quirinale con i tre decreti sulle liberalizzazioni, a Palazzo si materializza «l’allarme piazza». Al tramonto, quando comincia l’ultimo countdown verso l’approvazione dei tre decreti sulle liberalizzazioni, tra i partiti iniziano a circolare i più oscuri presagi. E non si tratta soltanto di quelli che ormai hanno idealmente occupato i banchi dell’opposizione. Non si tratta di Antonio Di Pietro, che adesso si schiera coi tassisti archiviandoli bonariamente alla voce «poveri cristi». Né della Lega Nord, che con Giacomo Stucchi chiede a mezzo stampa a Monti se «esiste ancora la sua maggioranza». No, il malessere è anche altrove. A Palazzo Chigi, ad esempio, non dev’essere piaciuta tanto l’iniziativa berlusconiana di presentare un pacchetto di liberalizzazioni alternativo proprio a poche ore da quello del governo. E anche dentro il Terzo Polo c’è chi, come il finiano Fabio Granata, lancia un grido l’allarme all’indirizzo dell’esecutivo: «Il movimento dei forconi, i tassisti, i farmacisti: se il governo non sta attento, il Paese rischia una deriva sociale esplosiva». Dice proprio così Granata, uno dei parlamentari che s’è battuto di più contro l’ultimo berlusconismo. «Esplosiva». Senza considerare che dentro il Pd, che pure ha incassato la cancellazione di ogni richiamo all’articolo 18 dalla bozza della riforma Fornero, ora pare assalito dai dubbi. «L’Italia ha drammaticamente bisogno di crescita economica», scandisce il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro. «Drammaticamente» Mentre il bersaniano Antonio Misiani, che è anche il tesoriere del partito, prende carta e penna per protestare contro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Consultazioni con Gasparri e Terzo Polo sulle liberalizzazioni alla vigilia del Consiglio dei ministri? Forse non sarebbe male se Catricalà chiarisse perché e di che cosa si tratta». A chiarire sarà prima il Pdl, precisando che il capogruppo al Senato non ha avuto alcun incontro con membri del governo. Ma il malessere nella maggioranza a tre punte, che deriva dalle possibili ricadute nell’opinione pubblica del pacchetto sulle liberalizzazioni, rimane. Anticipando uno scenario che un membro del governo Monti riassume così: «Dai partiti ci aspettiamo una conversione rapidissima dei decreti sulle liberalizzazioni, con un maxiemendamento su cui verrà posta la fiducia. Non vorremmo trovarci dentro un Vietnam parlamentare condizionato dalla piazza...». Già, la piazza. Anzi, le piazze. Quali poteri stanno per dichiarare guerra al governo? Il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello dice a RadioRai che tra i protagonisti dei blocchi in Sicilia ci sono «esponenti riconducibili a Cosa nostra». E di «possibili infiltrazioni mafiose» parla anche il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso. Il finiano Granata non nega questo scenario ma avverte: «Dobbiamo dare alla gente un segnale di equità sociale. Capire che pagheranno anche i poteri forti come i petrolieri, non solo farmacisti e tassisti». Ancora poche ore e i provvedimenti con le liberalizzazioni saranno approvati dal governo in un consiglio dei ministri che affronterà anche il tema dell’asta sulle frequenze televisive (e l’addio al beauty contest?). Poi inizierà la lunga maratona per la conversione dei decreti. Un Vietnam parlamentare di fronte a una piazza che ribolle. Sempre di più.

martedì 17 gennaio 2012

CORRIERE DELLA SERA - 17/01/12 - E IL SENATUR SBOTTO': POTREI DIMETTERMI

MILANO - «Mi dimetto». Umberto Bossi ha accusato il colpo. Dopo la «fatwa», poi rientrata, contro Roberto Maroni, nella tarda mattinata di ieri, in via Bellerio, in molti riferiscono di aver sentito l'inaudito, il «Capo» che parla di passi indietro: «Il partito non è più con me». Un umore crepuscolare che, va detto subito, non supera l'ora di pranzo. Nel pomeriggio il leader leghista ha già cambiato attitudine e vede, tutti insieme, Giancarlo Giorgetti - già da lui definito «il mediatore confusionale» - e i «tre Roberti»: Calderoli, Cota e soprattutto lui, Roberto Maroni. Anche qui, è vero, il capo padano dice di essere rimasto colpito dalle reazioni della base agli ultimi eventi. Tutti i presenti gli confermano che nessuno ha mai messo in discussione il suo ruolo, che la fiducia in lui è intatta. Ma anche che alcuni problemi non possono più essere tenuti sottotraccia. La sostanza del discorso dei maroniani è ben sintetizzata da uno dei dirigenti leghisti più vicini all'ex ministro dell'Interno, il bergamasco Giacomo Stucchi: «Nessuno mette in dubbio Bossi, ma i suoi consiglieri sì». Secondo il deputato, «il problema non è chi sta o chi non sta con Bossi, perché il partito è Bossi. La base chiede che al fianco del leader ci sia chi è legittimato dal basso». Di più: «Ruoli che vanno ricoperti da persone come Maroni, Calderoli, Cota, Giorgetti e non da chi se ne appropria e basta. La nostra gente non vede di buon occhio il Cerchio magico». Bossi recepisce, ma non promette nulla. Mostra, semmai, di volersi gettare tutto quanto dietro le spalle senza troppo approfondire. E propone che tutti i presenti, lui escluso, vadano di fronte ai microfoni di Radio Padania per interpretare, una volta di più, l'eterna ammuina della Lega graniticamente unita. Ma così non è stato. Secondo un amico di lunga data di Maroni, che ieri mattina ha raggiunto quota 320 inviti a manifestazioni pubbliche, ora l'ex ministro dell'Interno vuole un segnale. Il sospetto, che i sostenitori del «clan di Gemonio» non fanno nulla per allontanare, è che la retromarcia di Bossi sia stata semplicemente una mossa tattica per evitare clamorose contestazioni alla manifestazione di domenica prossima contro il «governo ladro». La barra dei «barbari sognatori», i sostenitori di Roberto Maroni, punta diritta ai congressi. Già alcune circoscrizioni, a partire da domenica scorsa, hanno approvato mozioni in tal senso e in tutta la Lombardia ci si attendono pronunciamenti analoghi almeno dall'80% delle segreterie. Ma l'altro appuntamento che sta alzando l'adrenalina all'interno del Carroccio è il «Maroni day» di domani sera a Varese. La manifestazione ieri mattina è stata spostata in una sala più capiente. Probabilmente Bossi non ci sarà, e altrettanto probabilmente Roberto Maroni terrà un discorso molto netto «sulla Lega degli onesti, su casa nostra, sul nostro territorio», come riferisce un deputato. Mentre l'appuntamento degli appuntamenti è per domenica. A dispetto della fragile tregua siglata tra i leader del Carroccio, resta comunque un appuntamento ad alto rischio. In cui è difficile che i più ardenti sostenitori dell'ex ministro rinuncino a portare in piazza del Duomo il loro tifo. Dal fronte opposto, la risposta è netta: «Se andrà così, finisce a botte».