giovedì 5 febbraio 2015

IL GIORNO - 05/02/15 - Uccise il ladro, chiede la grazia. Il caso Monella ora torna al Quirinale

Il caso del benzinaio di Vicenza indagato per aver sparato e ucciso un bandito armato che insieme ad alcuni complici che aveva assaltato la gioielleria confinante con il distributore di carburante, ha riacceso i riflettori sui vari episodi di vittime di furti e rapine che hanno reagito sparando contro chi li minacciava e per questo si sono trovati nei guai con la giustizia. Uno di questi casi avvenuto nella Bassa Bergamasca, dovrebbe approdare presto sul tavolo del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale verrà presentata la domanda di grazia per Antonio Monella, 54 anni, l’imprenditore bergamasco di Arzago d’Adda. L’uomo è stato infatti condannato in via definitiva a 6 anni e 2 mesi di reclusione per aver ucciso con un colpo di fucile, nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2006, un ladro albanese di 19 anni, Ervin Hoxha, che era entrato nella sua villetta e che stava allontanandosi dopo aver rubato il suv parcheggiato in cortile. Monella si trova rinchiuso nel carcere di Bergamo dall’8 settembre scorso, giorno in cui, una volta diventata definitiva la sentenza, si era presentato spontaneamente al cancello della casa circondariale di via Gleno accompagnato dal figlio. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenuto il 26 gennaio scorso a Bergamo per un convegno sulla legalità organizzato dal Pd alla Borsa Merci, ha promesso di interessarsi del caso e di portarlo davanti al Capo dello Stato. E che il neopresidente dovrà decidere sul caso-Monella lo ha confermato nei giorni scorsi il senatore della Lega Nord Giacomo Stucchi, presidente bergamasco del Copasir: «Misureremo le scelte del nuovo presidente della Repubblica - ha detto l’esponente del Carroccio - e sottoporremo la richiesta di grazia per Antonio Monella. Ci auguriamo che risponda subito». La Lega Nord si è sempre battuta in favore dell’imprenditore e non ha intenzione di mollare la presa. Per questo il 26 gennaio, in occasione dell’arrivo nel capoluogo orobico del ministro Orlando, aveva organizzato un sit in di protesta, al quale avevano partecipato i vertici del Carroccio bergamasco e una trentina di sindaci lumbard con la fascia tricolore e lo striscioneGrazia per Antonio Monella”, già appeso fuori da numerosi Comuni in questi mesi. All’esponente del governo il segretario provinciale del Carroccio, Daniele Belotti, aveva consegnato le centinaia di firme raccolte tra gli esponenti istituzionali della Lega. Il più convinto sostenitore della grazia all’imprenditore di Arzago d’Adda è il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, che nelle scorse settimane si era scagliato contro Orlando, reo di non aver ancora firmato il fascicolo, impedendo che il documento arrivasse sul tavolo di Giorgio Napolitano prima delle sue dimissioni. «Il ministro - aveva tuonato Calderoli - mi aveva promesso che il documento sarebbe stato firmato entro la settimana precedente l’addio di Napolitano, ma ciò non è accaduto. Inoltre ha rigettato la parte della risoluzione sulla giustizia presentata dalla Lega laddove richiedevamo ogni iniziativa utile, entro i limiti di competenza del ministro, volta alla concessione della grazia di Antonio Monella». Favorevoli alla grazia, però, non sono solo gli esponenti leghisti: anche il sindaco di Arzago, il segretario provinciale Pd,Gabriele Riva, pur criticando le “strumentalizzazioni” leghiste, si è dichiarato in favore della grazia.

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