Ma aggiunge: "Cerchiamo tutti di
non cedere alla paura e alla fobia"
"L'arresto
in Libia di Al Fezzani, più noto come Abu
Nassim, è certamente una buonissima notizia. Tocca ora agli
inquirenti svelare gli intrecci che Al Fezzani poteva avere in Italia".
Giacomo Stucchi presidente
del Copasir,
il comitato parlamentare per la sicurezza, commenta con la LaPresse l'arresto
in Libia la notizia dell'arresto
dell'uomo considerato il principale reclutatore dell'Isis in Italia. Presidente,
dunque abbiamo la prova che nel nostro paese agiscono persone che si
preoccupano di reclutare terroristi per conto dello Stato Islamico. E'
prematuro dire che nel nostro paese esista e lavori una struttura che si occupa
di reclutare terroristi. Ci sono in corso indagini dei nostri apparati di
sicurezza ed è bene che li si lasci lavorare evitando di anticipare
conclusioni. Ma
allora le preoccupazioni da cosa derivano? Dal fatto
che c'è una indubbia radicalizzazione nel mondo islamico conalcuni fenomeni
anche nel nostro paese che non possono essere sottovalutati. Ricordo che pochi
mesi fa è stato arrestato un giovane pugile marocchino che secondo le indagini,
voleva partire con la moglie per unirsi all'Isis. Inoltre il giovane si diceva
pronto per attentati a Roma e al Vaticano. Dunque segnali preoccupanti ci sono
e vanno attentamente segnalati e controllati. E'
questo il motivo per cui nelle ultime settimane si è alzato per così dire il
livello di pericolo per possibili attentati nel nostro paese? Non ci sono
segnali specifici. C'è come dicevo prima il segnale di una possibile crescente
radicalizzazione di alcuni settore dell'islam in Italia. Parlo non a caso di
preoccupazione e di attenzione che sono cose ben diverse dalla fobia. Però
è difficile per la gente comune in vacanza distinguere come fa lei e come ha
fatto il ministro degli Interni Alfano. Non c'è
dubbio però ricordiamoci che dar conto della naturale preoccupazione che c'è
per possibili attentati anche in Italia serve anche a tenere alta la tensione
dei nostri apparati investigativi e far capire che la guardia non va abbassata.
Poi sono consapevole che l'Italia come tutto l'occidente non può dirsi esente
da attentati, non c'è e non esiste, insomma come è stato più volte spiegato, un
rischio zero. Una
paura condivisa dai nostri vicini francesi che dicono le statistiche, proprio
in questi giorni di vacanza, abbandonano le loro spiagge per riversarsi sulle nostre
spaventati da nuove possibili tragedie come quella recente di Nizza. E' vero che
i francesi scelgono il nostro paese perchè si sentono più sicuri. Ho potuto
verificarlo io stesso visto che sono in Liguria, molto frequentata dai nostri
vicini, per alcune manifestazioni politiche. Detto questo mi preme lanciare un
appello alla calma: cerchiamo tutti di non cedere alla paura e alla fobia e
cerchiamo soprattutto di non cambiare nulla, o il meno possibile, nella nostra
vita di tutti i giorni.
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