sabato 23 agosto 2014

LA PADANIA - 23/08/14 - Iraq, rischio massacro per gli sciiti di Armeli. In Italia governo assente

Adesso, sono gli sciiti turcomanni di Armeli - nord Iraq, vicino a Kirkuk - che rischiano la carneficina. Dopo l'assedio agli Yazidi dell'area del monte Sinjar, gli jihadisti iracheni da diverse settimane circondano Armeli. Ieri, l'ayatollah Ali al-Sistani, la massima autorità religiosa sciita dell'Iraq, aveva lanciato l'allarme e chiesto alle autorità di «andare in soccorso degli abitanti di questa città». Anche il rappresentante speciale dell'Onu, Nickolay Mladenov, si è detto «seriamente allarmato» da quanto sta succedendo ad Amerli, assediata dalle milizie dello Stato islamico, e dalle condizioni precarie in cui vivono gli abitanti, considerati apostati dall'Is, milizia jihadista sunnita.  E che gli integralisti di Iraq e Siria stiano alzando il tiro e guardando per le loro azioni anche all'estero, lo dimostrano il crescente allarme dei servizi antiterrorismo degli Stati Uniti, oltre alla presa di posizione del presidente del Copasir, il leghista Giacomo Stucchi. Anche il Mattinale, il foglio di informazione di Forza Italia ha lanciato un appello al ministro dell'Interno Angelino Alfano, affinchè faccia chiarezza sul pericolo terrorismo in Italia. «Alfano rispondi. Il fenomeno del jihadismo in Italia è un fatto che va conosciuto nella sua sostanza numerica e nelle sue contiguità culturali e religiose. Il ministro dell'Interno informi il Parlamento e gli italiani di quale pericolo sia in Italia il movimento islamista», ha scritto il Mattinale. Ieri è stato trovato dalla madre e consegnato alla polizia, che ne ha trasmesso una copia alla Procura di Genova, il diario di Giuliano Ibrahim Delnevo, il 23enne jihadista genovese presumibilmente morto l'estate scorsa in Siria mentre combatteva con i ribelli contro le milizie di Bashar al Assad. Nei confronti del giovane genovese e di altre 4 persone, un italiano e 3 maghrebini, la Procura del capoluogo ligure aveva aperto un fascicolo con l'accusa di addestramento con finalità di terrorismo internazionale prima che Delnevo partisse per la Siria. Intanto, si registra una durissima del ministro degli Interni britannico Theresa May: «Coloro che insistono per andare a combattere in Siria e in Iraq saranno indagati dalla polizia e dai servizi di sicurezza», ha detto il ministro di Sua Maestà, annunciando che sta lavorando a nuove leggi contro l'estremismo britannico, dopo le notizie del coinvolgimento di jihadisti "made in Gran Bretagna" nella decapitazione del giornalista James Foley. Il ministro ha detto di voler prendere in considerazione l'idea di togliere la cittadinanza ai cittadini britannici che si recano a combattere in Siria e in Iraq e ha annunciato che potrebbero essere dichiarati fuorilegge anche quei gruppi non coinvolti direttamente in azioni terroristiche. Per coloro che hanno la doppia nazionalità, «ho il potere di revocare la cittadinanza e di espellerli dal Paese», ha chiarito la May. Sarebbe di almeno 6 i morti il bilancio dell'attacco kamikaze nel centro di Baghdad, compiuto ieri con un'autobomba contro il quartier generale dei servizi dell'intelligence del ministero degli Interni iracheno. L'esplosione ha inoltre provocato 32 feriti. Nessun gruppo ha rivendicato l'attentato, ma questo genere di azioni sono in genere opera dei ribelli sunniti, che appartengono all'organizzazione ultraradicale dello Stato Islamico (IS).

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