Sono 48 i combattenti stranieri passati dall'Italia ed entrati nelle
file dei jihadisti dell'Isis. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margini di una conferenza di alto livello sulla sicurezza a Bruxelles.
«Abbiamo fatto un monitoraggio che teniamo sempre aggiornato e che ci
indicava un numero di 48 persone, in qualche modo legate a vario titolo
all'Italia in termini di transito o di passaggi vari effettuati nel
nostro Paese». Alfano ha sottolineato che «il comitato analisti
strategica antiterrosrimo si riunisce ogni settimana. Abbiamo sempre
valutazioni aggiornata e teniamo sotto controllo la situazione».
L'allerta per l'Italia «è elevata, anzi elevatissima, pur in assenza di
una minaccia specifica» perché l'Italia è parte di quella grande
comunità occidentale che contrasta il terrorismo, perchè è sede della
cristianità e perché ha fatto delle scelte importanti in Parlamento
anche negli ultimi mesi e noi siamo parte di quella grande comunità che
è sotto attacco da parte di un califfo e di un sedicente Stato e di
una organizzazione criminale che ha condizioni, soldi e uomini che
nessuno ha mai avuto». Alfano ha parlato alla vigilia di un'audizione del Copasir che vedrà protagonista il premier Matteo Renzi. «Nel corso del nostro confronto - ha spiegato il leghista Giacomo Stucchi,
presidente del Copasir - saranno affrontate con il premier tematiche
di attualità, scenari internazionali e altri argomenti. E saranno
formulate domande e richieste di chiarimenti da parte dei membri del
Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il nostro
interesse è confrontarci su terrorismo e minaccia dell'Isis, ma anche
su Ucraina, Libia e altre questioni sul tappeto. Il lavoro di
intelligence che il nostro comparto sta portando avanti ha garantito
finora un controllo reale della minaccia nel nostro Paese».
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