lunedì 6 dicembre 2010

LA REPUBBLICA.IT - 06/12/10 - "OCCHIO PER OCCHIO, VIA GLI IMMIGRATI" CARTELLI RAZZISTI MA BREMBATE SI DIVIDE

E il sindaco avverte: "Qui non ci saranno né cacce all'uomo né show". Spiega un maghrebino: "La gente del posto lo sa, noi lavoriamo. E' sempre stato un paese tranquillo, noi non diamo problemi". La rabbia su Facebook: "Lasciate a noi quel marocchino, vengono solo a rubare e a violentarci le donne"dal nostro inviato PIERO COLAPRICO. Il sindaco di Brembate, Diego Locatelli BREMBATE - Solo i volontari sembrano aspettare senza angoscia la luce del mattino: "Per cercarla - giurano - come se Yara fosse viva". E attendono l'alba come se Yara "fosse in attesa di essere liberata". Gli altri? "Doveva toccare alla figlia di un giudice o di un politico, non di uno di noi. Così quelli che si occupano della legge capiranno una buona volta che cos'è che bisogna fare..." La frase spietata esce dalla bocca di un anziano, con un caschetto di capelli bianchi, che sta accanto a un coetaneo della protezione civile. Forse sta in questa frase la sintesi più cruda per raccontare senza diplomazie "come ci si sente" oggi a Brembate, dove il freddo di questo dicembre di neve e nebbia è niente rispetto al gelo che scende in via Rampinelli, davanti al cancello della famiglia Gambirasio, quando arriva, scuro e teso in volto, dopo una notte d'interrogatori, il colonnello provinciale dei carabinieri.Su Yara, tredicenne con l'apparecchio per tenere dritti i denti, resta ormai acceso un lumicino di speranza, sempre più flebile: a questo si riduce la "svolta". Brembate, che sinora ha rispettato la dolente scelta del silenzio invocata da papà Fulvio e mamma Maura, ha così uno scossone imprevisto. La delusione popolare per come vanno tante cose da tanti, troppi anni, dall'immigrazione alla certezza della pena, si condensa in un sordo rancore. Quello che fa dire: "Che volete sapere da noi? Rivolgetevi a quei marocchini là, al bar dove bevono la birra". E che innervosisce una donna robusta: "Hanno i figli che sono andati a scuola con Yara, perché non aiutano le ricerche, perché non dicono niente?".Non è facile nemmeno essere immigrato: "Per colpa di uno, rischiamo sempre tutti di passare dei guai, ma - spiega un magrebino - la gente del posto lo sa, qua noi lavoriamo, è sempre stato un paese tranquillo. Noi non diamo problemi, lavoriamo tutti". È sempre stato così, a Brembate, una sorta di quartiere residenziale della megalopoli di capannoni e mercatoni, condomini e ville che da Bergamo arriva sino alle Prealpi. Sino a dieci giorni fa, quando Yara scompare, quando Brembate si scopre ferita e vulnerabile, e non più "tranquilla" come si sognava. I più rumorosi conquistano oggi qualche spazio: soprattutto nelle tv, e molto meno nelle strade. Ecco lo sgommante quarantenne occhialuto. Arriva apposta su un grosso Suv tedesco e mostra il cartello "Occhio per occhio, dente per dente", scritto sul retro di un bersaglio del tiro a segno. Altri ostentano un "Marocchini fuori da Bergamo". Pochi episodi, estranei alla folla che due sere fa non ce la faceva a stare tutta nella chiesa, con le centinaia di volontari che arrivano qui da ogni angolo della bergamasca, con chi dice: "Ma che senso ha cercare un capro espiatorio? Per altro, non ci sono certezze...".Tanta gente, pur brontolando in privato, in pubblico va d'accordo con il sindaco Diego Locatelli, il quale all'improvviso si presenta ai giornalisti. E legge un comunicato. Quei cartelli di odio contro gli immigrati, dice, "non corrispondono al nostro modo di essere". Sono "singoli episodi" e si augura che "non vengano strumentalizzati". E quanto ai no comment continui raccolti dai cronisti? "Non abbiamo niente da nascondere, ma - spiega il sindaco - mettiamo a disposizione tutto quello che è possibile per aiutare la famiglia di Yara". Se insomma "non è stato possibile instaurare un rapporto con i media, come da loro auspicato", dipende da una filosofia (non solo bergamasca, ma qui molto sentita): "La nostra dignità e il nostro rispetto sono completamente a disposizione della famiglia e non si ha voglia di protagonismo o di audience. Invitiamo la stampa - precisa il sindaco - a comprendere che la vita non è fatta solo di show, ma di dignità, di gente che è abituata a lavorare in silenzio e a difendere la propria vita e il proprio paese". Di certo, assicura, "non ci sarà nessuna caccia all'uomo".Accanto al sindaco, rincara la dose il compagno di partito e deputato Giacomo Stucchi: "Gli squilibrati ci sono ovunque, mi dissocio in tutti i modi contro questi gesti che se la prendono con un'intera comunità, e non contribuiscono sicuramente a creare un clima sereno intorno alle indagini e alla famiglia. Lancio un appello alla calma".Giorni pesanti e tragici sembrano però alle porte di Brembate (e non solo). "Lasciatecelo in piazza", "Noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne": sono queste e altre le frasi che circolano sulla Rete. L'orrore che s'è infilato proprio qui, sotto la porta di questa casa, sta producendo creando un corto circuito tra i "commentatori" e i fannulloni di Facebook. Il gelo intanto penetra nei cuori degli investigatori, di chi sa qualche cosa, di chi ormai teme l'indicibile.

Nessun commento: