C’è un’accelerazione verso una riforma del sistema della cyber
security. La conferma è arrivata dall’audizione del presidente del
Consiglio, Paolo Gentiloni, davanti al Copasir e si va
verso un maggiore coordinamento da parte del Dis, il dipartimento che in
base alla legge del 2007 coordina le due agenzie di intelligence. In
attesa di conoscere i dettagli, l’impressione è che si sia scelta la
strada normativa più veloce, cioè un decreto del presidente del
Consiglio, e nello stesso tempo che si voglia rendere più concreta e
dinamica la lotta per una maggiore sicurezza informatica dando più
potere al vertice dei Servizi. Il nuovo Dpcm cambierà perciò quello emanato da Mario Monti
nel gennaio 2013 che organizzò per la prima volta il settore, ma che
oggi sembra in parte inattuato e in parte anacronistico. Il presidente
del Comitato di controllo sui Servizi, Giacomo Stucchi, disse in un’intervista a Formiche.net
(e ha ripetuto il 24 gennaio nell’audizione di Gentiloni) che quattro
anni in questo settore sono “un’era geologica” e che dunque un
cambiamento è indispensabile. Nell’intervista Stucchi aggiunse che “è
necessario rivedere completamente il tutto e sostituirlo, riscrivendo il
decreto alla luce delle necessità emerse negli ultimi tempi” e,
riguardo a un’intesa bipartisan, che “sulla necessità di attualizzare la
normativa sulla cyber security siamo tutti d’accordo, poi bisognerà
vedere il contenuto della proposta”. Se dunque un decreto pronto in poche settimane è sicuramente il mezzo
migliore, bisognerà attendere il testo per capire come saranno superati
gli attuali problemi, compresi quelli sulla (scarsa) collaborazione tra
pubblico e privato, e se sarà una modifica o una sostituzione del
decreto Monti. Anche quest’ultimo attribuisce al Dis un chiaro potere di
coordinamento: il decreto del 2013, infatti, stabilisce che “il
Direttore generale del Dis, sulla base delle direttive adottate dal
Presidente del Consiglio dei ministri – volte a rafforzare le attività
di informazione per la protezione delle infrastrutture critiche
(materiali e immateriali), con particolare riguardo alla protezione
cibernetica e alla sicurezza informatica nazionali – e alla luce degli
indirizzi generali e degli obiettivi fondamentali individuati dal Cisr,
cura il coordinamento delle attività di ricerca informativa finalizzate a
rafforzare la protezione cibernetica e la sicurezza informatica
nazionali”. E’ probabile che nella prossima normativa si stringerà ancora di più il legame tra il Dis (oggi diretto dal prefetto Alessandro Pansa)
e il Cisr, il Comitato interministeriale per la sicurezza della
Repubblica, del quale fanno parte il presidente del Consiglio,
l’autorità delegata all’intelligence (che oggi è lo stesso Gentiloni
visto che manterrà la delega), i ministri di Interno, Difesa, Giustizia,
Economia e Sviluppo economico e il direttore del Dis che ne è il
segretario. Un rafforzamento potrebbe riguardare anche Aise e Aisi con
un vicedirettore ad hoc. Sullo sfondo resta il problema dei fondi
necessari: dal 1° gennaio sono materialmente disponibili i 135 milioni
stanziati nella legge di Bilancio 2016, tolti i 15 milioni subito
attribuiti alla Polizia postale, che però sono triennali. Angelo Tofalo (membro del Copasir per il M5s) continua a ripetere che occorrono 2 miliardi l’anno
“altrimenti l’Italia resterà sempre indietro in questo campo”. Cifra
oggettivamente irrealistica, ma non c’è dubbio che in prospettiva
l’investimento debba aumentare. L’utilizzo del web da parte del
terrorismo internazionale e gli incessanti attacchi informatici per
tentare di rubare all’Italia segreti industriali, militari o
genericamente “sensibili” avevano da tempo reso indispensabile un
intervento. L’inchiesta che ha portato all’arresto i fratelli
Occhionero, che avrebbero attaccato 18 mila account compresi quelli di
Matteo Renzi, Mario Monti e Mario Draghi, ha impresso l’accelerata
definitiva. Occorrerà ancora parecchio tempo prima che dagli Stati Uniti
arrivino i contenuti dei server usati dagli arrestati e forse in quel
momento l’Italia avrà una nuova normativa.
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