sabato 26 marzo 2016

IL MATTINO - 26/03/16 - "I DOCUMENTI DI GIULIO ERANO INTATTI. AL SISI VUOLE PRENDERCI PER I FONDELLI

Giulio Regeni sarebbe stato rapito, torturato e ucciso da una gang di trucidi masnadieri che avrebbe voluto usare il giovane ricercatore come merce di scambio per un'estorsione, ma poi si sarebbe improvvisamente risolta all'omicidio perche il ragazzo si era mostrato renitente all'iniziativa L'ultima delle verità ormai fabbricate in serie dai vertici del Cairo, getta sull'indecorosa pantomima allestita in Egitto, la luce accecante dell'insulto. Al Sisi e i suoi reggicoda sono evidentementeconvinti che noi italiani portiamo l'anello al naso. Siamo stanchi di essere presi per i fondelli, l'Italia merita rispetto , tuona il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi. Perche dei predoni avrebbero dovuto trasformarsi in torturatori, se lo scopo era sequestrare Regeniper chiedere un riscatto? ≪E una ricostruzione talmente inverosimile che e del tutto inutile cercare di rilevarne le illogicita. Ne il Copasir ne gli italiani sono disposti a continuare ad accettare simili tentativi di raggiro che ormai l'Egitto porta sistematicamente avanti nell'illusione di intorbidare le acque. Al Sisi sappia che nessuno qui e disposto ad accettare verità di comodo. Se pensano di prenderci per i fondelli, hanno sbagliato indirizzo. Qui l'anello al naso non lo porta nessuno da tempo". Ha avuto modo di confrontarsi con il nostro procuratore inviato al Cairo? Che cosa ne pensa Giuseppe Pignatone di questa nuova verità? La notizia è fresca e non abbiamo ancora avuto modo di soppesarla nel dettaglio. Ne approfondiremo le incongruenze e i particolari inverosimili non appena il procuratore riuscirà ad acquisire nuovi elementi". Al Sisi aveva promesso pochi giorni fa che l'Egitto avrebbe fatto luce sulla morte di Giulio. Perche questa nuova piroetta? "Assumere degli impegni in nome della verità, per poi sperare che qualcuno si beva l'ennesimo tentativo di depistare le indagini sulla morte del ricercatore è offensivo e inaccettabile. E 'ora che i nostri ministri, Gentiloni in testa, cambino registro e chiedano più rispetto per il nostro paese. Bisogna pretendere la verità. E' stato promesso. Siamo stati insultati a sufficienza". Il Cairo sostiene che il portafoglio di Giulio Regeni era in una sacca di pelle ritrovata in un appartamento che ospitava i membri della banda. L'improvvisa riapparizione dei documenti dovrebbe far riflettere, non crede? Basti notare lo stato di conservazione dei documenti. Giulio Regeni è stato malmenato, torturato, sottoposto a violenze, eppure sono perfettamenti intonsi. Neppure una goccia di sandue o una piccola increspatura. Immacolati. La loro apparizione in circostanze misteriose non fa che accrescere e rinsaldare le nostre perplessità: inducono il fondato sospetto che le autorità egiziane sanno benissimo come sono davvero andate le cose, ma non vogliono farcelo sapere". Che senso ha inviare i nostri magistrati al Cairo per prendere parte alle idagini, se poi la fabbrica l'ennesima verità di comodo? Cè l'intenzione di far saltare il tavolo? " "Sono soltanto due le opzioni possibili: o si dà la carta bianca ai nostri inquirenti, garantendo loro pieno accesso agli atti e la possibilità di acquisire ulteriori elementi, oppure non lo si fa e si traggono le conseguenze. O si collabora, oppure no". E se non si collabora, quali strumenti ha l' Italia per arrivare alla verità? La vera verita puo essere raggiunta soltanto con un costante lavoro diplomatico in grado di convincere l'Egitto a indulgere a più miti consigli". In ballo ci sono notevoli interessi economici. "Renzi è stato il primo a sdoganare al Sisi. Nessuno deve neppure pensare che la vita di un giovane italiano valga meno di una commessa". Come sono andate le cose secondo il Copasir, alla luce degli elementi in vostro possesso? Non c'è convincimento unanime, perchè ancora troppi elementi mancano all'appello per poter formulare giudizi circonstanziati. Tutti noi naturalmente conveniamo che l'intelligence non c'entri nulla in questa storia. E siamo tutti d'accordo sul fatto che la verità, nonostante le promesse di piena collaborazione del Cairo, è ancora lontana. Per il resto ciascuno di noi si è potuto formare in materia un'opinione differente: la mia è che Regeni stesse conducendo ricerche piuttosto ingombranti che hanno infastidito qualcuno".

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