sabato 5 marzo 2016

IL MESSAGGERO - 05/03/16 - LIBIA, RENZI "I DUE TECNICI STANNO RIENTRANDO IN QUESTE ORE IN ITALIA"

I due tecnici italiani rapiti in Libia e liberati ieri, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, «stanno rientrando in Italia in queste ore». Lo scrive sulla e-news agli iscritti del Pd il premier Matteo Renzi. Da quel che si appreso a metà pomeriggio un gruppo di funzionari italiani è arrivato a Sirte per prendere in consegna i due tecnici. Il rientro in Italia all'aeroporto militare di Pratica di Mare è previsto in serata. Intanto sulla vicenda interviene il Copasir. «La verità è ancora in fase di accertamento. Non posso anticipare nulla anche per rispettare il lavoro che gli inviati del Ros stanno facendo sul campo per capire la dinamica degli eventi. Ho già detto che tutto sarà ricostruito, ma voglio sottolineare che la ridda di voci che si è scatenata subito dopo la liberazione dei nostri connazionali non è un grande contributo all'accertamento della verità»: così il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, in una intervista al giornale telematico specializzato Fly Orbit News. Riguardo a un intervento armato, Stucchi ha precisato: «Non a caso ho parlato di una missione militare di robusto peace-enforcement, ovvero un'attività posta in essere dalle forze internazionali per determinare una cessazione delle ostilità tra le milizie in conflitto. Noi possiamo addestrare le forze locali, proteggere gli stabilimenti che ci interessano, possiamo andare a fare ogni cosa, ma senza una pacificazione tra le forze che si combattono tra loro sarà molto difficile far uscire la Libia dall'attuale caos. Ho l'impressione che dire che bisogna muoversi solo dopo l'autorizzazione delle autorità libiche sia un modo come un altro per dire che non ci si muoverà mai» ha sottolineato il senatore. «Dire che un nostro coinvolgimento in Libia non comporti dei rischi sarebbe come nascondersi dietro a un dito, ma non è nemmeno automatico il fatto che gli stessi pericoli possano essere scongiurati solo perche» ci limitiamo a non intervenire« ha concluso.

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