venerdì 3 luglio 2015

LIBERO - 03/07/15 - "BASTA MOSCHEE, HA RAGIONE SALVINI"

Giacomo Stucchi, lei è presidente del Copasir, in sostanza l'organo di controllo dei servizi segreti.Gli arresti di Roma e Milano sono la dimostrazione che anche in Italia potrebbero esistere cellule del terrorismo islamico  pronte a colpire. Come viene effettuato il controllo del territorio?
C'è l'impegno dell'Intelligence, ci sono le procure e le forze dell'ordine, che sono costantemente operative. Il lavoro di controllo del territorio svolto sino a oggi nel nostro Paese ha dato i suoi frutti. E il fatto che le operazioni antiterrorismo, come quella da lei citata, si susseguano, se da un lato può destare preoccupazione dall’altro dimostra  che la prevenzione esiste e ha funzionato, almeno fino ad ora.
In Tunisia , dopo la strage di turisti sulla  spiaggia di Sousa, sono state chiuse moschee considerate centri di reclutamento di  terroristi. In italia invece solo Matteo Salvini si oppone all'apertura di nuove.
 “Matteo Salvini fa benissimo a opporsi all’apertura di nuove moschee. Oltre a essere potenziali centri di reclutamento per terroristi, come dimostrato da varie inchieste, c’è da dire che in passato  spesso non sono stati fatti dei controlli adeguati sulla destinazione d'uso di un certo tipo di aree, magari nelle periferie delle città.  E poi c'è il problema della reciprocità: mi chiedo se sia giusto che noi si debba concedere la costruzione di una moschea in casa nostra, e non si possa invece vedere riconosciuto il diritto di costruire una chiesa in Egitto, dove i cristiani copti vengono perseguitati e ammazzati dai musulmani, piuttosto che in Arabia Saudita o in qualsiasi altro Paese dell'Islam.
E per quanto riguarda la lingua?
Per quanto riguarda l'utilizzo della lingua italiana nelle moschee seguirei il recente esempio austriaco che lo ha imposto per legge”. Si è tollerato molto in nome della libertà di religione,  senza sapere quello che veniva detto in questi centri culturali che poi diventano  anche scuole islamiche e in alcuni casi anche delle  infermerie per curare soggetti la cui presenza si riteneva opportuno celare alle autorità. Più in generale, penso che le moschee rappresentino un problema nel momento in cui, all'interno delle stesse, ciò che viene predicato non è “compatibile con quelli che sono i valori di un Paese civile e occidentale, come il nostro, e con le conquiste sociali e culturali che sono costate sangue e vite nei secoli scorsi.
Come mai le varie comunità islamiche in Italia, non denunciano i reclutatori che operano nelle moschee?
 “Questo bisognerebbe chiederlo a chi vive in quelle comunità. Io posso dire che  bisogna continuare a espellere tutti coloro che all’interno delle comunità islamiche inneggiano all’odio o al terrorismo. Certamente nel dato che lei evidenzia é possibile, come molti sostengono, leggere anche una sorta di paura del "troppo filo-occidentale", con tutte le possibili conseguenze del caso”.
 Intanto dal Nord Africa continuano ad arrivare migliaia di clandesini.
 “Non c’è da stupirsi, purtroppo.  Abbiamo un governo che non ha fatto nulla di concreto per impedire le partenze.  Si è  parlato di blocco navale, di controllo delle coste, di affondamento mirato dei barconi vuoti ormeggiati sulle coste libiche e, per ultimo dei respingimenti, strumento che tutte le democrazie “normali” utilizzano, ma nulla è stato fatto.
Fra l'altro, molti immigrati salvati dai barconi non vengono neanche identificati. Come mai?
Coloro che arrivano molte volte rifiutano di farsi identificare perché nella maggior parte dei casi non sono profughi ma clandestini che andrebbero espulsi immediatamente. Ma pure quelli che si fanno identificare, pur sapendo di non essere in possesso dei requisiti per accedere all'asilo, decidono di farlo e di presentare ugualmente una contestuale domanda per la verifica del loro status, sapendo che conseguentemente verranno ospitati a spese dei cittadini nei centri di raccolta o addirittura in hotel per un lungo periodo.  Da queste strutture, non trattandosi di prigioni, sono liberi di muoversi come vogliono”.

 

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