Stucchi (Copasir): "Il caso Hacking team deve
farci riflettere"
Senatore Giacomo Stucchi, quanto sono preoccupati i
nostri servizi segreti per l’attacco informatico alla società HackingTeam? «Guardi, senza oscillare tra letture troppo allarmiste
o eccessivamente riduttive, il problema è che quel software che utilizzavano i
nostri servizi, ma anche le forze di polizia, e da quel che vedo anche molti
clienti nel mondo, tra qualche giorno sarà disattivato dagli antivirus. Da quel
momento, il software-spia cesserà di funzionare e addio indagini. C’è poi il
secondo pericolo che sulla base del codice sorgente possano trovarsi presto in
Rete dei programmi d’intercettazione a disposizione di tutti. Temo un facile,
nonché illegale, spionaggio fai-da-te». to disattivato». Da quanto le hanno
detto, si possono temere danni anche alle indagini fin qui svolte? Gli hacker
che hanno violato la società d’informatica di Milano potrebbero avere l’elenco
dei soggetti intercettati o addirittura pezzi di intercettazione? «Da
quanto è stato riferito al Copasir, questo pericolo non esiste. A meno che
qualcuno tra i clienti della Hacking Team non sia stato tanto pazzo da mettere
per iscritto in una mail i suoi bersagli». Scusi, ma nel software c’era una
backdoor, ossia un ingresso, o no? Teoricamente da Milano avrebbero potuto
supervisionare su ogni intercettazione in atto nel mondo. «La backdoor in
effetti esisteva, ma solo in entrata, per permettere gli aggiornamenti del
software, non in uscita. Ci è stato spiegato che i dati sensibili erano diretti
esclusivamente ai clienti della Hacking Team. I quali, in Italia, erano
esclusivamente forze di polizia e l’Aise e hanno operato le intercettazioni su
autorizzazione della magistratura». Se davvero la storia finirà qui,
limitata a un danno d’immagine per molti «clienti» che avrebbero voluto restare
nell’ombra, qual è l’insegnamento di questa vicenda? «Che occorrono
controlli più puntuali sulle imprese private che collaborano con l’intelligence
e con le polizie per le intercettazioni. Non si può dare nulla per scontato. La
materia che maneggiano è davvero troppo delicata». Francesco Grignetti
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