lunedì 19 gennaio 2015

CORRIERE.IT - 19/01/15 - Il Copasir: «C’è stata contropartita ma dodici milioni sono troppi»

Il presidente Giacomo Stucchi sull’ipotesi che sia stato pagato un riscatto per la liberazione delle due ragazze: «Sarebbe inaccettabile un pagamento così elevato»
 
Continua il dibattito politico, e non solo, sull’ipotesi che sia stato pagato un riscatto per la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Interviene il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica: «Contropartite ci sono sempre quando uno riesce a liberare ostaggi - spiega ai microfoni di Sky Tg24 il presidente del Copasir Giacomo Stucchi - ma non sempre sono di tipo economico». Il presidente Stucchi aggiunge, poi, che la cifra di 12 milioni di euro circolata «sembra esagerata dal tipo di informazioni che io ho. In ogni caso, sottolinea Giacomo Stucchi, «a prescindere dall’importo, pagare dei soldi, poi magari utilizzati per comprare armi, sarebbe sicuramente un errore da non fare», meglio «individuare altre soluzioni», meno «dannose anche per il futuro perché se io faccio vedere che sono disponibile a pagare poi tutte le persone che si recano in certe zone diventano un bancomat per i terroristi. Mercoledì - ricorda ancora il presidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica - avremo una riunione di Comitato (in calendario l’audizione del direttore del Dis, Giampiero Massolo, ndr) in cui ci verrà illustrato tutto l’iter del sequestro: in quella occasione il Parlamento, perché il Copasir è il Parlamento per le questioni legate all’intelligence, verrà reso edotto di tutti questi passaggi e faremo le nostre valutazioni». Se si fosse pagato quel riscatto sarebbe inaccettabile».Per Stucchi, resta il fatto che le due volontarie «sono state avventate e anche un po’ sprovvedute, perché non ci si reca in zone così senza preparazione, sono luoghi molto delicati dove nemmeno le associazioni che vengono gestite da professionisti spesso si recano. Anche Amnesty ha ricordato che sulla cooperazione non si scherza e non si improvvisa, è un messaggio importante anche perché le conseguenze quando si tratta di affrontare un sequestro non solo, seppure importanti, di tipo economico: occorre impiegare risorse e uomini in territori delicatissimi, che mettono a repentaglio la loro stessa sicurezza».

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