Ci sono novità sui rischi di attentati terroristi in Italia? "Posso dire che
siamo stati aggiornati costantemente è che questa settimana ci è stato fornito
un nuovo elenco di soggetti che si sono aggiunti alla lista di coloro che
vengono seguiti con attenzione dall'intelligence. Abbiamo verificato anche come
alcune di queste persone siano già oggetto di indagine da parte della
Magistratura. L'incremento del numero di soggetti inseriti negli elenchi da una
parte fa piacere, perché dimostra che c'è attenzione massima da parte dei
nostri servizi di sicurezza ma, dall'altra, preoccupa perché vuole dire che in
questo momento c'è un numero maggiore di persone potenzialmente
pericolose".Questi
soggetti sono in Italia?"Alcuni di questi sono in
italia ma la maggior parte all'estero e molti fuori dall'Europa".Che cosa sapete di queste persone?
"Sappiamo i loro nomi e dove vivono, si cerca di capire chi incontrano e
si valutano i loro comportamenti. Non vi posso peró rivelare il numero
esatto". Sono meno
di cento?"Sì, certamente. Si tratta comunque di un numero
di soggetti la cui consistenza non è tale da impedire a chi opera sul campo di
seguirli in modo adeguato. Non è un numero eccessivo, ribadisco che non
parliamo di migliaia di soggetti, però mi lasci dire che l'allerta deve essere
massima anche se ci trovassimo di fronte ad un solo caso. Ed essendo più di uno
la preoccupazione è più che legittima".Qual è il lavoro della nostra intelligence?
"Lavora per evitare che possibili atti terroristici diventino probabili o,
speriamo di no, concreti. L'impegno è massimo. Confido in loro". Ci sono anche italiani?"Alcuni
sono o erano residenti in Italia e alcuni, pochi, sono anche cittadini
italiani. Molti di questi non sono più vivi, sono morti in Siria combattendo
per l'Isis. E tanti di questi hanno o avevano una cittadinanza straniera e
diversi di loro si trovano ancora tra Iraq e Siria". Tra questi soggetti ci sono anche i
famigerati foreign fighter?"Certamente sì". Quali sono i luoghi più a rischio?"Tutto
il mondo occidentale è potenzialmente in pericolo. Poi che all'interno del
mondo occidentale ci siano zone o città o luoghi che possono risultare più
rischiosi è quasi ovvio. In Italia come in altri paesi europei è chiaro che i
rischi maggiori di attentati sono i classici luoghi dove ci può essere una
concentrazione maggiore di gente. Per questo anche da noi i target sono quelli
dove troviamo persone che utilizzano mezzi di trasporto di massa piuttosto che
per il tempo libero o quelli religiosi. Gli obiettivi possono essere molti. Per
questo la sfida è ardua".L'Italia
sta facendo abbastanza per la prevenzione?"Le forze
dell'ordine e gli uomini dei servizi ci stanno mettendo il massimo impegno. Il
governo ha recepito la richiesta del Copasir e inserirà in un prossimo decreto
legge lo stanziamento di più risorse per avere più uomini per combattere il
terrorismo internazionale. Incremento di risorse anche per le attrezzature
contro il cyber-terrorismo, ovvero per seguire siti e/o blog dove ci possono
essere le avvisaglie di chi vuole compiere atti di cyber-terrorismo. Molto
importanti sono anche le garanzie funzionali, pure queste in fase di
approvazione, che permetteranno ai nostri agenti di agire sotto copertura anche
a livello internazionale per ottenere informazioni utili al fine di prevenire
problemi che possono verificarsi in Italia".Il Vaticano è nel mirino? "E' un
simbolo dell'Occidente, come tantissime altre realtà in Europa. Tutti i
potenziali obiettivi vengono controllati il più possibile nella speranza che si
eviti quello che può accadere. Ma non ci sono specifici e circostanziati segnali
di allarme. Questo però non ci deve indurre a sottovalutare il pericolo".
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