sabato 16 luglio 2016

AVVENIRE - 16/07/16 - "L'ASTICELLA DEL TERRORE SALE, SUBITO PIU' RISORSE" Stucchi (Copasir): in questi casi prevenzione più ardua, attenti agli "internal fighters"

Ogni volta, l'asticella del terrore si alza. in questo caso, è bastato un camion lanciato a forte velocità in un luogo affollato per fare quasi un centinaio di vittime... con simili modalità di attentati, purtroppo, la sfida della prevenzione per gli apparati di sicurezza diventa sempre piu' ardua...." Dopo la strage sul lungomare di Nizza, il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Giacomo Stucchi (Lega Nord) ragiona con Avvenire sui nuovi scenari di potenziali minacce: "L'uso di un veicolo, in sè, non è del tutto inedito. C'erano già stati attentati con auto lanciate contro le fermate degli autobus, in Israele e in altri Paesi - considera il presidente del Copasir - . In questi casi, gli attentatori avevano per fortuna causato meno vittime. ma quegli episodi costituiscono i primi segnali di questa ulteriore modalità di colpire persone inermi..."Un camion, un "lupo solitario", la folla come obiettivo. niente bombe, pochi preparativi. Così le speranzedi "agganciare" i terroristi prima di un attentato si riducono al lumicino....Purtroppo è così. Dobbiamo essere realistici: si tratta di un problema enorme, perchè per prevenire situazioni simili si dovrebbe immaginare di poter controllare qualsiasi eventuale obiettivo, cosa impossibile. Cosa invece si può ragionevolmente fare? Oltre che sui siti istituzionali già sorvegliati, si potrebbe intensificare i controlli sui cosidetti soft target, piazze, teatri, luoghi che come unica caratteristica, hanno quella di ospitare in un certo momento la presenza di tante persone, come avvenuto a Nizza. I francesi avevano vigilato benissimo durante gli Europei, ma chi voleva colpire ha atteso un evento successivo e un bersaglio più accessibile. Servirebbero ancora più agenti da schierare nelle città italiane? In generale, in questo frangente, credo che governo e Parlamento non debbano stare a lesinare sulle risorse da investire nel comparto sicurezza. Non solo in agenti ma in nuoce competenze, strumentazioni elettroniche e informatiche, perchè quotidianamente aumentano sia il numero dei soggetti "problematici" che quello dei luoghi da "attenzionare". E' un equilibrio difficile, occorre dare una percezione di sicurezza, ma non si può neppure pensare a una militarizzazione totale delle nostre città: non sarebbe fattibile in termini di risorse e darebbe anche un messaggio sbagliato. Tutto ciò che serve a contrastere chi vuole distruggere i nostri valori e le nostre comunità va fatto, ma senza stravolgere la nostra vita quotidiana. sarebbe l'errore più grave... L'attacco a due passi dal confine italiano fa salire l'allarme anche da noi? La nostra intelligence lo ripete da tempo: nessun Paese è purtroppo, al sicuro da questo tipo di minaccia. L'attacco di Nizza è stato compiuto da un franco-tunisino, forse senza o con poche complici. E' la strategia del teorico del Daesh Al Adnani: rimanere nel Paese dove ci si trova a coplire gli occidentali con ciò che si ha, anche una vettura. Così i foreign figthters che prima partivano dall'Europa per combattere in Siria e Iraq, possono diventare internal fighters. C'è rischio di emulazione? Si può innescare un meccanismo agghiacciante di competizione fra chi punta a realizzare attentati sempre più cruenti per avere un posto nella storia del terrore. Il Copasir si occuperà presto della vicenda? Lo faremo la prossima settimana con due audizioni già previste, ma che ora saranno attualizzate alla luce di quanto avvenuto: la prima con l'autorità di governo delegata all'intelligence, il sottosegretario Marco Minniti, e la seconda col capo della Polizia Franco Gabrielli. Faremo il punto sulla situazione, sia sotto il profilo internazionale che della sicurezza interna.

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