domenica 3 luglio 2016

NAZIONE Carlino IL GIORNO - 03/07/16 - "SAPEVANO DOVE TROVARE GLI ITALIANI"

GLI ITALIANI erano un obiettivo dei terroristi di Dacca. Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, non respinge l'ipotesi: «Nei prossimi giorni avremo incontri che ci permetteranno di approfondire questo aspetto. Non è da escludere che l'obiettivo fosse proprio colpire appartenenti alla comunità italiana, anche se non mi sento in questo momento di confermarlo in via definitiva. Quel locale era frequentato da occidentali c in particolare dagli italiani. Che solitamente ce ne fossero tanti in quel posto era noto». Lei come spiega il fatto che i nostri connazionali fossero nel mirino dei jihadisti? "Vogliono colpire un Paese attaccando i suoi cittadini, indipendentemente che questo avvenga a Dacca, a Bagdad, a Roma o a Milano. Uccidendo lanciano un segnale. Perché l'Italia? Perché è meno militarista di altri stati e per questa ragione si tenta di radicalizzarla con gli attentati? Per loro si tratta di colpire coloro che non seguono le indicazioni del profeta Maometto. Hanno una visione islamista di contrapposizione bellica per la quale quelli che non stanno con loro debbono essere eliminati». Italiani e anche altri? "Noi, i francesi, gli americani e i belgi ai loro occhi siamo infedeli. La vita di un italiano vale nel momento in cui gli viene tolta. Il messaggio è: non siete sicuri, vi colpiamo dove e quando vogliamo». C'è un cambiamento di strategia globale? "Daesh ha perso tantissimo territorio in Siria. Anche in Libia ha problemi. Questo comporta che vengano privilegiate le reazioni asimmetriche. E vero, l'attacco di Dacca è stato gravissimo. Purtroppo poche ore fa a Bagdad  ce n'è stato un altro che ha lasciato una scia di sangue impressionante, oltre 120 morti. Sono azioni, sostenute dal Califfo con messaggi pubblici, che lasciano l'opinione pubblica colpita, sbigottita, preoccupata. Fra lstanbul e Dacca c'è però una differenza. Quale? «A Istanbul hanno per così dire osato l'hard target, l'obiettivo duro. Hanno giocato pesante, sfìdando lo Stato turco in un luogo che era particolarmente protetto c sorvegliato. In Bangladesh il target, l'obiettivo, era soft. come tanti altriin giro per il mondo». Prendere possesso di un ristorante non era particolarmente arduo. «Ma poi c'è stata l'azione incredibile di uccidere, quasi uno per uno, coloro che non conoscevano il Corano. Hanno alzato ulteriormente l'asticella della crudeltà». Come possiamo difenderci? In 'Italia abbiamo un sistema che per fortuna, ma sopratutto per l'impegno dcll'intelligence e delle forze dell'ordine e, a valle della magistratura, finora ha permesso di tenere sotto controllo la situazione. È logico però che più aumentano i soggetti pericolosi, più cresce la galassia che gira attorno a quegli individui e più si moltiplicano i luoghi che debbono essere controllati,più serve avere a disposizione nuovi strumenti, nuovo personale e nuovi mezzi per poter condurre in modo pari questa guerra. Più si incrementano i numeri che le dicevo più è difficile dare risposte. Bisogna essere realisti. "Quindi in concreto? «Bisogna avere il coraggio di dire che una situazione di sicurezza assoluta non è possibile garantirla. Si fa tutto il possibile. Non bisogna illudere nessuno affermando che non accadrà assolutamente nulla, ma neppure cadere nella paura paralizzante dell'attentato incombente. Però si deve capire che la situazione è cambiata rispetto a qualche anno fa e che in termini di sicurezza oggi siamo scesi probabilmente di un livello. Anche le nostre abitudini, pur non dovendole mutare in modo radicale, sono state condizionate.

Nessun commento: