giovedì 3 novembre 2011

L'ESPRESSO - 03/11/11 - E L'ONOREVOLE FA LA DIRETTA ON LINE

Il casiniano Rao. Il piddino Sarubbi. Il leghista Stucchi. Sono alcuni dei deputati che mandano dall'aula i loro tweet durante i lavori. Una moda che sta già contagiando il Senato e il Parlamento Ue. E che sembra piacere ai cittadini-utenti. Di sicuro qualche battuta da centoquaranta caratteri non sarà sufficiente a cambiare l'opinione degli italiani sulla 'Casta', ma anche grazie a Twitter qualcosa si sta muovendo. Negli ultimi mesi sono infatti sbarcati sul sito di microblogging un gran numero di politici, almeno centosettanta secondo il monitoraggio del sito Casta Tweet, e tra i deputati c'è chi ha iniziato a raccontare in tempo reale le sedute della Camera, con retroscena e curiosità altrimenti difficili da scoprire. Messaggi brevi, commenti taglienti e persino risposte personali agli utenti che hanno voglia di partecipare alla discussione. Un'operazione trasparenza che sta fornendo un inedito punto di vista sui guai della maggioranza in Parlamento anche in questi giorni.Buona parte del merito di questa avventura va ad Andrea Sarubbi, deputato del Pd e creatore dell'hashtag #opencamera, un parola chiave usata adesso da tanti deputati e semplici elettori per parlare di politica su Twitter. «E' un passo avanti verso i cittadini, un modo per rendere i parlamentari più a portata di mano e non farli percepire come chiusi in una Torre d'avorio», spiega Sarubbi a l'Espresso «Mi sono avvicinato a Twitter dopo aver letto dell'uso che ne faceva la regina Rania di Giordania e mi sono reso conto che se utilizzato in maniera personale, quindi non attraverso uno staff e non per diffondere comunicati stampa, è un modo intelligente di avvicinare i cittadini alla politica». Che sia necessario fare qualcosa per riavvicinare la politica ai cittadini è evidente. Solo per citare dei dati, secondo il rapporto sulla competitività globale stilata dal World Economic Forum, l'Italia occupa oggi la posizione 127 su 142 paesi per la credibilità dei politici e la posizione 135 quando si parla di trasparenza. «Usare Twitter secondo me è importante e non è una perdita di tempo, perché posso assicurarvi che se uno vuole perdere tempo può farsi i solitari sull'iPad. Fare la cronaca live invece richiede molta attenzione e lavoro e spesso sono l'ultimo a lasciare l'aula perché rispondo ai tweet di chi mi segue. Inoltre è anche un modo per far sapere agli elettori che nelle Commissioni o in Aula si sta lavorando». Attraverso i tweet (così vengono chiamati i singoli messaggi su Twitter) è possibile quindi avere una cronaca essenziale e in tempo reale di quello che accade a Montecitorio: un 'format' che in poche settimane ha conosciuto un successo senza precedenti e reso lo stesso Sarubbi uno dei deputati più seguiti in rete. Visto il buon esito dell'esperimento, e la visibilità ottenuta, all'avventura di #opencamera si sono nel tempo uniti altri esponenti democratici come Alessandro Bratti, Ettore Rosato, Pierangelo Ferrari ed Emanuele Fiano. Le cronache in diretta dall'aula sono però rimaste appannaggio del Pd solo per poco tempo, e adesso si sono affacciati in questo campo anche esponenti di altri partiti. Roberto Rao, deputato dell'Udc e già responsabile della comunicazione del partito sui social network, si è unito alla pattuglia di chi twitta da Montecitorio. «Ormai i cronisti parlamentari seguono le sedute solo in poche occasioni e le telecamere della tv riprendono solo chi parla», spiega Rao a l'Espresso, «Con #opencamera si sopperisce all'assenza di cronisti e spesso si finisce per fornire notizie prima delle agenzie di stampa o al posto di queste». Il diffondersi del fenomeno non ha però fatto felici tutti i colleghi, e lo stesso Rao confessa che c'è stato anche qualcuno che ha definito la cosa come 'una roba di sinistra e di comunisti'. «Ma è una classica risposta quando si ha paura di quello che non si conosce», getta acqua sul fuoco Rao.Come ammettono gli stessi autori, fare la cronaca in diretta è comunque assai più facile dai banchi dell'opposizione e non è un caso che tra le file della maggioranza sia molto raro trovare politici così attivi sul social network. Un'eccezione che vale la pena di segnalare è quella del deputato leghista Giacomo Stucchi, da alcune settimane diventato il "contro twittatore" della maggioranza, sempre attraverso l'hashtag #opencamera. «Le cronache delle sedute le facevo da anni sulla mia pagina Facebook, ma Twitter è uno strumento più essenziale che può essere gestito con facilità anche dal cellulare e qui faccio politicamente da contro-altare a quello che dice l'opposizione», spiega Stucchi, che proprio su Twitter ha battibeccato con Sarubbi a proposito di un applauso in aula rivolto al ministro Maroni.

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