giovedì 3 novembre 2011

IL SOLE 24 ORE - 03/11/11 - LEGA DECISA AL VOTO PIUTTOSTO CHE UN GOVERNO TECNICO, RESTA IL DISAPPUNTO PER IL MANCATO DECRETO

Piuttosto che un Governo tecnico la Lega Nord preferisce il voto. Umberto Bossi ribadisce la posizione del Carroccio davanti a Giorgio Napolitano, con la delegazione leghista composta dai ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, e dai presidenti dei gruppi parlamentari del Senato e della Camera, Federico Bricolo e Marco Reguzzoni. Poche ore prima la Lega non aveva nascosto il suo «totale disappunto» per il mancato utilizzo del decreto (escluso dopo i dubbi del Quirinale) per il varo delle misure anti-crisi. Del malumore del Carroccio si era fatto portavoce il ministro della Semplificazione che oggi, dell'incontro con il presidente della Repubblica, dice: è andato «sempre bene, anche meglio».Che la Lega fosse contraria all'ipotesi di un nuovo Governo, guidato da un tecnico come Mario Monti, Bossi lo aveva ribadito con una inequivocabile pernacchia ai cronisti che gli chiedevano un parere. E ora il no del Carroccio è arrivato anche nelle stanze del Quirinale. Nel movimento quello che dice Bossi (almeno su questioni come questa) non si discute, ma in molti sospettano che alla Lega sotto sotto questa possibilità non dispiaccia, perché le consentirebbe di ricollocarsi all'opposizione e provare così a raggranellare nuovi consensi. Il partito però parla con una voce sola. «La posizione della Lega su questo è sempre stata chiara», dice l'onorevole Carolina Lussana, che ribadisce il «no a un ribaltone mascherato da Governo tecnico». Quanto alle misure adottate contro la crisi «da sempre abbiamo chiesto a Berlusconi di avere il coraggio di rilanciare la crescita economica e di tagliare la spesa inutile». Bene i provvedimenti che «non vanno a toccare le fasce deboli della popolazione, come i giovani e le donne. Giusto il federalismo fiscale con l'attuazione dei fondi standard. Giusta la stretta al pubblico impiego».Anche Giacomo Stucchi, segretario dell'Ufficio di presidenza di Montecitorio, ribadisce «l'indisponibiltà» della Lega «a qualsiasi forma di governo alternativo a quello esistente». E conferma che il Carroccio è pronto a fare la sua parte in Parlamento per «far sì che gli impegni presi con l'Ue diventino fatti concreti», ribadendo alcuni punti fermi, come quelli «sull'inviolabilità dei diritti acquisiti per le pensioni di anzianità».Pesa il malumore per il mancato utilizzo del decreto. «Difficile spiegare ai mercati e ai partner europei - dice Stucchi - la differenza che passa nel nostro sistema legislativo tra decreto legge, emendamento e disegno di legge». Anche perché l'Europa, «in questo momento - sottolinea l'esponente leghista - guarda più alla sostanza delle cose che non alle sfumature, e direi anche storture, del nostro sistema legislativo».Resta la preoccupazione. Lo ammette Luca Zaia. «Se non c'è una cura energica, una cura da cavallo è il caso di dire - sostiene il governatore del Veneto - immagino che non se verrà fuori». Per Zaia «il Governo ha tutti gli strumenti per decidere quali siano le soluzioni migliori» e l'esponente leghista guarda «con attenzione a questi 1888 miliardi di euro di debito pubblico, ma soprattutto al fatto che lo spread è di 463 punti base. Significa che il nostro Btp decennale è del 6,4% e ci stiamo avvicinando alla soglia fatidica del 7%».

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