sabato 12 febbraio 2011

12/02/11 - IL GIORNALE DI VICENZA - "TERMINI DI PAGAMENTO FISSATI PER LEGGE A TUTELA DELLE PMI"

NORMATIVA. Presentata ieri in Apindustria una proposta dei parlamentari vicentini De Marchi: «I tanti ritardi hanno messo in ginocchio le aziende»
Fissazione per legge dei termini di pagamento a 45 giorni da fine mese o 60 giorni dalla data della fattura, possibilità per le imprese virtuose che lamentano ritardati pagamenti di delegare alla Camera di commercio l'incasso del credito, costituzione di un fondo rotativo all'Ente camerale per erogare l'80 per cento di quanto delegato, inserimento dei cattivi pagatori nel Registro informatico dei protesti.Sono questi i principali punti della legge proposta alla Camera dai parlamentari vicentini Manuela Dal Lago (prima firmataria), Daniela Sbrollini, Manuela Lanzarin, Giorgio Conte, Massimo Calearo Ciman e dal collega bergamasco Giacomo Stucchi. La norma prende il via da un tavolo di lavoro attivato nel maggio 2009 in Apindustria Vicenza e condotto dal vicepresidente Enrico Dall'Osto che ieri ha illustrato dati e legislazioni europee relative al problema dei mancati pagamenti.Alla conferenza hanno partecipato, oltre al presidente di Apindustria Filippo De Marchi, i parlamentari Dal Lago, Sbrollini, Calearo Ciman e Paolo Franco, che si farà promotore della legge al Senato, l'europarlamentare Pdl Sergio Berlato, Diego Caron, presidente del comitato Piccola Impresa di Assindustria Vicenza, il segretario generale della Camera di commercio Giuliano Campanella e il docente di diritto pubblico Marcello Fracanzani, che ha contribuito alla formulazione della proposta di legge.«I dati in nostro possesso - afferma De Marchi - attestano la diffusa criticità relativa ai pagamenti, sia nei termini concordati, che si collocano in una forcella che oscilla dai 60-90 giorni ai 90-120, sia nei ritardi ad ottenere il pagamento a fronte di beni e servizi resi, che si aggirano su una media di oltre 43 giorni, incrementando in maniera esponenziale il lasso temporale in cui si verifica il pagamento effettivo del credito. È chiaro che oltrepassato il limite accettabile di ritardo l'imprenditore non è più in grado di fare la sua attività, ma funge sostanzialmente da finanziatore, principalmente della grande industria e solo in misura minore, circa il 3%, della pubblica amministrazione».Quello dei ritardi nei pagamenti, infatti, è uno dei problemi che più affliggono le aziende. La situazione è andata peggiorando visto che, se nel 1996 l'Italia era terzultima in Europa in termini di pagamento medi (87 giorni), davanti Grecia e Portogallo, nel 2009 è caduta all'ultimo posto, con un tempo di pagamento di oltre 110 giorni, di cui 48 di ritardo. Nell'attesa, poi, il rischio di non vedersi riconoscere il credito sale e questa perdita in due anni (2008-2010) è passata dall'1,6 per cento al 2,6 per cento. Nello stesso periodo il ritardo sui pagamenti è passato da 28 a 48 giorni.Chi è che rimanda i pagamenti? Principalmente le grandi imprese, solo il 13,8 per cento delle quali salda alla scadenza, contro quasi il 48 per cento delle micro.«In questo campo - sottolinea Dall'Osto - Francia e Spagna hanno attivato leggi ad hoc. La nostra si ispira alla Francia, ma abbiamo apportato alcune modifiche perché se un francese si rivolge alla magistratura in 6-8 mesi il processo è concluso, mentre in Italia ci vogliono 6-8 anni se va bene».Quali i tempi della legge? «Il progetto di legge arriverà nella commissione Attività produttive della Camera da me presieduta la prossima settimana - afferma Dal Lago - dove ho voluto che relatore fosse un imprenditore, Santo Versace del Pdl. A fine estate potrà arrivare in aula».

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