venerdì 3 ottobre 2008

L'UNITA' - 03/10/08 - "RIVOLTA BIPARTISAN CONTRO I FONDI PER CATANIA E ROMA"

di Andrea Carugati

ROMA - Ormai è un coro bipartisan di sindaci e governatori di destra e di sinistra: perché il governo finanzia i buchi dei Comuni di Catania e Roma e tarda, invece, a coprire i buchi di bilancio di tutti gli altri, dovuti del resto al taglio dell’Ici? Proprio nel giorno in cui l’Anci, l’associazione dei Comuni, condiziona il suo sì alla discussione con il governo sul federalismo fiscale al rimborso dei tagli Ici, esplode la polemica sui 140 milioni di euro concessi al disastrato municipio di Catania per evitare la bancarotta e anche per i 500 milioni per tamponare il deficit di bilancio della Capitale.
Mercoledì avevano protestato i deputati Pd del Nord, al grido di «soldi a Catania e Roma, è questo il federalismo fiscale di Bossi e Calderoli?». Anche D’Alema e Bersani avevano criticato il governo. «Importante che operazioni di questo tipo non siano discrezionali o amicali», per l’ex vicepremier. Ieri, in concomitanza con la dura trattativa governo-Comuni su oltre 1,4 miliardi di euro che i sindaci devono ricevere dallo Stato, la protesta è dilagata. Una delle più arrabbiate era la milanese Letizia Moratti: «Finora sono stati premiati i Comuni che hanno fatto male, come Catania e Roma, adesso bisogna premiare i Comuni che hanno fatto bene...». Decisamente perplesso anche il governatore lombardo Formigoni: «Finanziamenti sorprendenti, sono curioso di sapere in quale modo saranno sottoposti al Parlamento. Ci sono anche altri comuni che hanno manifestato difficoltà...». Molto duro il sindaco di Torino Chiamparino (Pd), che è intervenuto al direttivo Anci che ha deciso lo stop al dialogo sul federalismo in attesa dello sblocco dei fondi: «È vergognoso stanziare questi fondi per Catania e Roma prima che tutti gli altri Comuni abbiano il dovuto». E il presidente Anci Domenici, sindaco di Firenze, ha parlato di una «incongruità» nella decisione del governo di sistemare prima Roma e Catania. Domenici ha parlato di una «diffusa perplessità» tra i sindaci, ma era un eufemismo. Il sospetto dei sindaci era questo: che i 640 milioni concessi a Roma e Catania fossero parte integrante dei soldi previsti per tutti i Comuni per compensare i tagli Ici.
Dura anche la Lega: «I soldi per Catania stridono con il federalismo fiscale», ha detto il deputato Giacomo Stucchi. Dopo la riforma ogni Comune dovrà pensare a sé: e chi sbaglia pagherà». E Filippo Penati, presidente Pd della Provincia di Milano: «Come facciamo a fidarci di un governo che stanzia 140 milioni per Catania, una cifra maggiore di quella prevista da qui al 2011 per l’Expo di Milano?».
Una vera insurrezione. Tanto che a sera, durante l’incontro a palazzo Chigi con l’Anci, Berlusconi ha mostrato notevole imbarazzo: «Su Catania mi sono dovuto mettere una mano sul cuore, come facevo a lasciarla andare alla deriva?». In compenso i Comuni, prima di entrare alle 21 alla Conferenza unificata con il governo e le Regioni per l’ultimo esame al testo del ddl sul federalismo fiscale (che sarà approvato stamattina dal Consiglio dei ministri) hanno strappato qualcosa: sempre oggi il Cdm dovrebbe (d’obbligo il condizionale) approvare un decreto che destina ai Comuni 945 milioni: 260 per l’Ici prima casa 2008, 585 per l’Ici fabbricati ex rurali 2007 e 100 milioni per i tagli ai costi della politica locale. Con un impegno a reperire i 700 milioni mancanti per la tranche 2008 dell’Ici ex rurali. Insomma, per i vertici dell’Anci una cifra sufficiente per entrare alla riunione sul federalismo. «Un passo avanti», ha detto Domenici, «c’è un accordo politico e Berlusconi si è impegnato in prima persona a valutare l’impatto dell’abolizione Ici sui bilanci comunali. Ma 100 milioni di rimborsi per i tagli ai costi della politica non sono sufficienti». «Sono soddisfatto, abbiamo trovato i soldi per i comuni che prima non c’erano», esulta Bossi, che annuncia per oggi l’agognato via libera al ddl sul federalismo. La Conferenza unificata era ancora in corso alla chiusura di questo giornale, ma le Regioni avevano già risolto gran parte dei loro contenziosi economici con il governo in un incontro mercoledì sera: palazzo Chigi si è impegnato a stanziare 434 milioni per evitare il ritorno dei ticket sulla diagnostica e a ridiscutere il fabbisogno sanitario per il biennio 2010-2011, che le Regioni considerano sottostimato di circa 7 miliardi.

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