martedì 2 luglio 2013

IL FOGLIO.IT - 02/07/13 - COPASIR: "NESSUN GRANDE FRATELLO ILLEGALE DIETRO AL CASO DATAGATE"

Per il presidente Stucchi "non c'è stato passaggio di dati dall'Italia agli Stati Uniti e tutto avviene nel pieno rispetto delle norme in vigore" 

Dopo le rivelazioni fatte da Edward Snowden sul caso Datagate e la pubblicazione, da parte del quotidiano britannico Guardian, di documenti in cui si riportavano presunte operazioni di spionaggio da parte degli Stati Uniti nelle istituzioni europee, comprese le ambasciate (tra cui quella italiana a Washington), oggi il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, al termine dell'audizione del direttore del Dis Giampiero Massolo, ha chiarito: "Tutto quello che avviene, avviene nel pieno rispetto delle norme in vigore. Non c'è nessun grande fratello illegale". "Nessuna falla – ha proseguito Stucchi – non c'è stato passaggio di dati dall'Italia agli Stati Uniti"."Nell'audizione – ha ribadito Stucchi – non si è parlato di falle nel sistema, le informazioni che abbiamo avuto sono decisamente tranquillizzanti per noi e anche per i cittadini del paese". Quella di oggi è stata soltanto la prima di una serie di incontri che approfondiranno, tra l'altro, i temi del Datagate: Massolo ha dato la propria disponibilità a incontrare nuovamente il comitato entro 15 giorni per riferire sugli eventuali sviluppi. E il Copasir stesso "avvierà i contatti per incontri con organismi dell'Unione europea". Già in agenda le audizioni del premier Enrico Letta, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi, Marco Minniti, e dei vertici di Aise e Aisi. "Rispetto alla scorsa legislatura – ha promesso Stucchi – ci riuniremo molto più frequentemente, perché i temi delicati sul tappeto sono tantissimi". Nell'audizione di oggi Massolo ha riferito anche sullo stato di attuazione della riforma dei servizi di intelligence, sui metodi di reclutamento del personale, sul bilancio interno e sulla situazione dei principali teatri di crisi internazionali, con particolare riferimento alla minaccia cibernetica.

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