sabato 27 luglio 2013

GIOCO NEWS.IT - 27/07/13 - STUCCHI (COPASIR): "UN ARGINE ALLA VALANGA, MA SENZA AMMAZZARE IL GIOCO"

Sì al gioco, ma che sia controllato e meno capillarmente diffuso rispetto a ora. Questa la ‘ricetta’ che, dai banchi dell’opposizione ma alla guida del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), il senatore leghista Giacomo Stucchi rivolge al nuovo governo.“Ritengo che la strada che il nuovo esecutivo deve seguire in materia di gioco è quella di dare una regolamentazione all’attuale anarchia che si registra soprattutto per ciò che riguarda le slot. La piccola apertura iniziale è diventata una valanga che ha delle ripercussioni nella comunità. Troppe persone affidano a queste macchine la speranza di un rapido cambiamento della propria esistenza e questo può portare a dei problemi sociali. Oggi c’è l’illusione del denaro facile, che è a portata di mano, basta recarsi al bar sotto casa, e tutto ciò alimenta la disperazione. La cosa migliore, a mio giudizio, sarebbe che l’offerta di gioco, a 360 gradi, fosse racchiusa in luoghi ristretti e controllabili. E in questo contesto, ai sindaci deve essere concessa la possibilità di regolamentarne maggiormente l’attività. Questa mia visione avrebbe anche il vantaggio di valorizzazione gli elementi classici del gioco. A tutto ciò, si aggiunge il problema che è rappresentato dal gioco online e che non può essere combattuto solo a livello nazionale o in maniera unilaterale, proprio a causa della sua natura”.Da più parti si chiedono nuovi ritocchi alla tassazione sui giochi, ovviamente al rialzo. Lei che cosa ne pensa?“Credo che si possa fare: se si tratta di individuare nuove risorse per finalità nobili è giusto intervenire anche sulle attività ludiche. Tanto più che innalzare la tassazione avrebbe l’effetto di rendere meno appetibile il gioco, sia per il giocatore che per lo stesso gestore, che magari verrebbe dissuaso dallo spingere fino all’inverosimile l’attuale offerta. D’altro canto, non bisogna ammazzare il settore e, ancora, è fondamentale dare agli enti locali il potere non solo di regolare il gioco, ma magari anche di stabilire per esso dei tributi aggiuntivi, fermi restanti gli introiti spettanti allo Stato. Il federalismo fiscale è un tema caro alla Lega Nord e naturalmente riguarda tutti i settori, penso al manifatturiero, non solo il gioco, anche se quest’ultimo ha certamente una forte incidenza. L’importante, nel caso di tasse locali aggiuntive, è che esse non gravino sul giocatore, ma solo sugli utili del gestore”.Secondo lei un testo unico o una legge quadro in materia di gioco sarebbero necessari?“Lo auspico fortemente, finora si è andati avanti con provvedimenti a spizzichi e bocconi che avevano degli intenti anche lodevoli ma i cui ritorni non sempre sono stati tali. Il gioco è una materia complessa, sulla quale serve una visione organica anziché interventi spot”.La legge di stabilità del 2009 prevedeva l’apertura di mille sale per il poker sportivo, una misura che porrebbe anche fine all’attuale incertezza che regna nei circoli e che spinge molti a giocare illegalmente. Auspica che si dia finalmente seguito a questa disposizione?“Non c’è solo il poker, ci sono tante altre disposizioni sul gioco cui dare attuazione. Il problema reale però sono i controlli e il potere che viene o che deve essere dato agli organismi competenti di intervenire quando vi sono storture. Sicuramente l’esigenza emersa con la legge di Stabilità di aprire sale per il poker live deve essere contemperata con quella di non moltiplicare all’inverosimile le possibilità di scommettere e di incentivare nuovi metodi per sfidare la sorte”.Per quale motivo anche in questa legislatura ha ritenuto opportuno ripresentare il suo disegno di legge sul Casinò a San Pellegrino Terme (Bergamo), visto che in passato non è nemmeno iniziato l’iter in commissione?“Soprattutto negli ultimi quindici anni, il settore dei casinò è molto cambiato e credo che oggi si possa dire che in essi viene svolta un’attività pienamente legale e non problematica per la collettività. Oggi i casinò sono delle istituzioni trasparenti, che operano nel pieno rispetto delle regole, e questo rende auspicabile che possano aprirne di nuovi. Nel caso specifico di San Pellegrino Terme, ma anche di altre realtà, un casinò creerebbe delle possibilità di sviluppo turistico e di indotto e farebbe sì che la bella località del bergamasco torni agli splendori degli anni Quaranta e non sia conosciuta più solo per le sue acque termali. Ovviamente questo è possibile se le location scelte per ospitare una Casa da gioco hanno dei requisiti specifici”.Ma lei, sinceramente, crede che il governo Letta, farà qualcosa in materia di nuovi casinò, a cominciare dalla riapertura di quello di San Pellegrino Terme?“Ovviamente non posso essere io a dirlo, ma il fatto certo è che la mia proposta è sostenuta da tutte le forze politiche sul territorio e se la pensiamo tutti, anche quelli del centrosinistra e dunque molto lontani dalle posizioni leghiste, nello stesso modo… Voglio comunque precisare che questa possibilità deve essere data anche ad altre regioni. A seconda delle loro grandezza, possono essere individuate una o due località, non dico di più, dove posizionare dei casinò”.

Nessun commento: