mercoledì 7 settembre 2011

LA STAMPA.IT - 07/09/11 - LO SCIOPERO VISTO DAL GOVERNO

Gli scioperi hanno facce diverse a seconda di chi li guarda. Mentre milioni di italiani sono bloccati nel traffico o si avviano a piedi verso i luoghi di lavoro, contesta l’entusiasmo delle cifre annunciate dalla Cgil. Il 60% di adesione? Macché. Per Sacconi ha protestato «un’Italia molto minoritaria; le adesioni sono bassissime e dire minoritaria è già eccessivo rispetto alla dimensione molto contenuta delle adesioni». Un fallimento totale, dunque, anche se le scuole avevano i portoni sprangati e trovare un’autobus praticamente impossibile nelle grandi città. «Mi auguro che la bassa adesione allo sciopero - conclude - anche in un contesto così enfatizzato, porti a far riflettere la Cgil e il Pd circa la necessità di un clima di maggior condivisione».Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha cifre anche più precise. Cita i dati pervenuti alle ore 17 e annuncia un’adesione del 6,99%. La scuola è un capitolo a parte, precisa il ministero di Brunetta. L`adesione è stata del 3,42% relativo al 56,45% del campione di riferimento. Il ministero ricorda infine che nell`ultimo sciopero generale indetto lo scorso 6 maggio dalla Cgil il dato riferito alla stessa ora presentava un`adesione del 13,28%: «quasi il doppio di quello odierno».La conclusione del ministro Brunetta? Che la crisi dei mercati finanziari, sia frutto del «masochismo italico». E la protesta di ieri ne è un esempio: «Un sindacato che fa lo sciopero proprio oggi, anche se con un’adesione piccola, solo al 3-4%».La Lega se la prende con la sinistra. «Ci chiediamo da che parte sta - afferma Giacomo Stucchi, segretario di presidenza della Camera del partito di Bossi - Che senso ha che il maggior partito di opposizione, in Senato collabori con la maggioranza per il varo della manovra, salvo poi scendere in piazza a fianco della Cgil per lo sciopero generale?»Anna Maria Bernini, ministro per le Politiche Europee accusa la Cgil di non avere alcuno «spirito sindacale» ma soltanto «pregiudizio politico» perché protesta prima che la manovra sia approvata definitivamente. «È paradossale - dice - come la Cgil abbia convocato uno sciopero generale mentre è ancora in corso tra maggioranza e opposizioni il dibattito parlamentare sulla manovra. E mentre governo e parti sociali sono ancora seduti allo stesso tavolo per siglare un patto per la crescita e lo sviluppo nell’interesse del Paese».

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