giovedì 19 giugno 2008

REPUBBLICA 19/06/2008 - "MA IL BLITZ PREOCCUPA LA LEGA COSÌ LA GENTE NON CI CAPISCE"

di Paolo Berizzi
MILANO - Il problema non è tanto se Berlusconi pensa più a salvare se stesso o se, come dice, pensa più al bene degli italiani. Perché «i suoi processi non ci appassionano». Il vero problema, per la Lega, è un altro: e cioè che le norme salva-premier rallentano il passo per tagliare l' agognato traguardo del decreto-sicurezza, «questo sì che ci interessa». «È stato politicamente poco opportuno ficcare gli emendamenti sui processi dentro la questione sicurezza - dice l' europarlamentare Mario Borghezio, insolitamente cauto e, proprio per questo, forse, più irritato che in altre occasioni - L' aver mescolato due temi politicamente così diversi è stata una decisione difficile da far capire ai cittadini. Così si rischia di creare problemi, di disorientare la gente». C' è un patto a cui il Carroccio tiene molto. «Quello che abbiamo fatto con l' elettorato, anche quello nuovo che ci ha dato fiducia. Non abbiamo nessuna intenzione di tradirlo - aggiunge Borghezio - per nessuna norma salva nessuno». La parola d' ordine in casa Lega è: non alzare i toni. Non creare polemiche né aprire lacerazioni, nemmeno isolate, nel tessuto della coalizione di governo. È la strada indicata da Bossi. Ma l' irritazione per quella che il Capo dello Stato ha definito un' "anomalia istituzionale", dietro le quinte leghiste, è evidente. A Radio Padania ieri sono arrivate telefonate di fuoco. Contro Berlusconi che «pensa solo ai c... suoi» e anche contro i dirigenti della Lega. Militanti e simpatizzanti sono preoccupati. «Bravi, votate le leggi ad personam del Cavaliere e perderete consensi». «Avanti così e finirà come nel 2001» Il silenzio del Carroccio sulle leggi ad personam non piace al popolo padano. Che in queste ore ribolle. «L' umore dei nostri ascoltatori va a ondate - dice il giornalista Pierluigi Pellegrin - L' altro giorno, quando mi aspettavo più incazzatura, sono state più le telefonate contro i magistrati politicizzati. Oggi (ieri, ndr), invece, hanno dato addosso a Berlusconi. «Il clima è in effetti abbastanza agitato. Come sempre accade nella Lega quando c' è in ballo una situazione spinosa e tale da far venire il prurito alla base, mentre i vertici del movimento fanno da pompieri, le seconde linee, d' accordo con il Capo e i colonnelli, distribuiscono dichiarazioni che punzecchiano. «Se il segretario federale ha deciso così a me sta bene - spiega il deputato bergamasco Giacomo Stucchi - Adesso però Berlusconi ha il dovere di spiegare agli italiani la portata di queste norme. Vogliamo capire che incidenza avranno, in termini di benefici, per la situazione del premier e per quella dei cittadini italiani». Paolo Grimoldi, parlamentare e coordinatore dei Giovani padani, è uno che di solito non fa tanti giri di parole. «I processi di Berlusconi non sono un tema che ci appassiona - chiarisce subito - L' unica cosa che ci sta a cuore sono la sicurezza e il federalismo, i due temi per i quali la gente ci ha votato. Non vorrei che le norme salva-premier ci facessero perdere tempo». Perplesso è anche Matteo Salvini, alla sua prima legislatura romana (è stato europarlamentare): «Questi emendamenti non devono e non possono essere motivo di ritardo per l' approvazione del decreto sicurezza. Però la strumentalizzazione della sinistra è fuori luogo: bisogna capire che in Italia, purtroppo o per fortuna, qualsiasi legge si fa Berlusconi, con tutto quello che possiede e che rappresenta, in qualche modo ne è sempre coinvolto».

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