Il
bando del Comune andrebbe quantomeno sospeso, se non ritirato". A dirlo è
Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica, che monitora l'azione dei servizi segreti italiani
(Aisi e Aisi). Nominato nel 2013 al posto di Massimo D'Alema (il posto è
tradizionalmente affidato all'opposizione), il senatore leghista è a conoscenza
di azioni di intelligence e operazioni top secret di contrasto e prevenzione
delle attività terroristiche. Senatore
Stucchi, l'ex magistrato Stefano Dambruoso ha paventato il rischio
fondamentalismo nelle nuove moschee. Lei che si occupa di sicurezza nazionale
pensa che i luoghi di culto possano diventare centri di reclutamento per
terroristi e foreign fighters? "Posso dire che la cronaca
di questi ultimi anni ci ha insegnato che in parecchi casi soggetti che sono
transitati nelle moschee come frequentatori e predicatori si occupassero di
lanciare messaggi molto ostili nei confronti della cultura occidentale e della
religione cristiana del nostro Paese. Le operazioni di polizia e intelligence
hanno portato ad arresti di persone accusate di essere contigue al
fondamentalismo islamico e al terrorismo internazionale e non mi stupirei se in
futuro ce ne dovessero essere altri. In tal caso è importante che la
magistratura possa sempre svolgere controlli su tutti i luoghi, se ritiene che
in essi possano essere compiuti atti sanzionabili sul piano penale. "In concreto come è possibile
controllare che i luoghi di culto non diano spazio al fondamentalismo o,
peggio, al terrorismo e ad altre attività sovversive? "Anzitutto
bisogna premettere che non sono solo le moschee a esserre possibili veicoli di
fondamentalismo o attività terroristiche. Può esserlo qualsiasi luogo, per
assurdo anche un negozio di kebab. Certo, per le attività religiose che si
svolgono e per il numero delle persone che sono in grado di attrarre, le
moschee meritano un'attenzione particolare, al di là dei controlli che si
possono fare quando previsto dalla legge, un'iniziativa interessante da
importare è quella del governo austriaco che, proprio dall'inizio di
quest'anno, ha obbligato i sacerdoti di culto di tutte le religioni di tenere
la funzione religiosa in tedesco, in modo da rendere la predicazione
trasparente e alla luce del sole. Se lo adottassimo anche in Italia eviteremmo
quelle spiacevoli situazioni in cui, di fronte di una predica violenta, si dice
che è stata tradotta male. In altre parole non ci potrebbe più nascondere
dietro la foglia di fico". Il
bando del Comune di Milano, concluso da poche settimane, prevede la costruzione
di due grandi luoghi di culto. Una scelta che ha sollevato le polemiche del
centrodestra ma anche di molti comitati di quartiere e associazioni di
cittadini. Lei come lo giudica? "Penso che il bando del
Comune di Milano andrebbe quantomeno sospeso, se non addirittura ritirato. La
situazione di grande allerta che stiamo vivendo in Italia e soprattutto in una
metropoli come Milano, dove già abbiamo avuto parecchi soggetti quantomeno
problematici, suggerisce cautela". Oltre
alla legge regionale lombarda c'è una normativa nazionale sui luoghi di culto? "No.
L'eventuale identificazione delle aree dove edificare luoghi di culto è
demandata ai Comuni tramite i rispettivi Pgt. Difatti al momento la gran parte
delle moschee è abusiva perchè situata in luoghi con altra destinazione, di
solito commerciale. "Tornando
a Milano molte preoccupazioni riguardano le fonti di finanziamento. Per l'ex
Palasharp l'Associazione Islamica di Milano, espressione del Caim, ha
dichiarato di voler investire 10 milioni di euro provenienti almeno in parte da
Paesi mediorentali (un'altra arriverà da una raccolta di fondi fra i fedeli).
Queste scelte possono comportare dei rischi? "So che
alcune realtà milanesi hanno chiesto fondi ad altrettante in Medio oriente.
Ogni volta che si parla della ricezione di fondi da parte di associazioni o
istituzioni pubbliche estere, specie in Medio oriente, il fatto non può che
destare preoccupazione. Bisogna quantomeno indagare a fono le reali motivazioni
che spingono gli investitori". Sempre
Dambruoso ha denunciato il fatto che un'associazione presente anche a Milano,
Milli Gorus, è inserita nella black list tedesca e degli Emirati Arabi Uniti.
Senza ovviamente voler accusare nessuno, Milano potrebbe costituire un terreno
fertile per il fondamentalismo? "Di associazioni e circoli
religiosi milanesi che destano preoccupazione ce n'è più d'uno e non tutti sono
usciti sui giornali. Alcune di queste realtà hanno dato ospitalità a personaggi
con un passato poco chiaro mentre altre, pur rassicurando l'opinione pubblica
con messaggi moderati, fra le proprie quattro mura ne diffondono ben
altri".
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