lunedì 13 luglio 2015

LA STAMPA - 13/07/15 - "SERVONO CONTROLLI PIU' SEVERI SU CHI LAVORA PER I SERVIZI"



Stucchi (Copasir): "Il caso Hacking team deve farci riflettere" 
Senatore Giacomo Stucchi, quanto sono preoccupati i nostri servizi segreti per l’attacco informatico alla società HackingTeam? «Guardi, senza oscillare tra letture troppo allarmiste o eccessivamente riduttive, il problema è che quel software che utilizzavano i nostri servizi, ma anche le forze di polizia, e da quel che vedo anche molti clienti nel mondo, tra qualche giorno sarà disattivato dagli antivirus. Da quel momento, il software-spia cesserà di funzionare e addio indagini. C’è poi il secondo pericolo che sulla base del codice sorgente possano trovarsi presto in Rete dei programmi d’intercettazione a disposizione di tutti. Temo un facile, nonché illegale, spionaggio fai-da-te». to disattivato». Da quanto le hanno detto, si possono temere danni anche alle indagini fin qui svolte? Gli hacker che hanno violato la società d’informatica di Milano potrebbero avere l’elenco dei soggetti intercettati o addirittura pezzi di intercettazione? «Da quanto è stato riferito al Copasir, questo pericolo non esiste. A meno che qualcuno tra i clienti della Hacking Team non sia stato tanto pazzo da mettere per iscritto in una mail i suoi bersagli». Scusi, ma nel software c’era una backdoor, ossia un ingresso, o no? Teoricamente da Milano avrebbero potuto supervisionare su ogni intercettazione in atto nel mondo. «La backdoor in effetti esisteva, ma solo in entrata, per permettere gli aggiornamenti del software, non in uscita. Ci è stato spiegato che i dati sensibili erano diretti esclusivamente ai clienti della Hacking Team. I quali, in Italia, erano esclusivamente forze di polizia e l’Aise e hanno operato le intercettazioni su autorizzazione della magistratura». Se davvero la storia finirà qui, limitata a un danno d’immagine per molti «clienti» che avrebbero voluto restare nell’ombra, qual è l’insegnamento di questa vicenda? «Che occorrono controlli più puntuali sulle imprese private che collaborano con l’intelligence e con le polizie per le intercettazioni. Non si può dare nulla per scontato. La materia che maneggiano è davvero troppo delicata». Francesco Grignetti

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