«Il nostro impegno
per prevenire è triplicato». Parola di Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, comitato che
esercita il controllo parlamentare sull'attività dei Servizi segreti italiani.
La cui attività silenziosa sta dando evidentemente i suoi frutti: 10 espulsioni
negli ultimi due mesi, che porta ad un totale di 90 nel 2017 e 221 dal gennaio
2015. Numeri non da poco, e che troppo spesso hanno interessato la Lombardia
nella sua fascia pedemontana: dalla bassa Bergamasca al Varesotto, dall'hinterland
milanese alla Brianza lecchese. «Sì, purtroppo tutta questa zona ha già
conosciuto soggetti pericolosi in passato. Fortunatamente si riesce ad
individuarli per tempo, ma va comunque detto che l'alta densità di personaggi
di questo tipo è condivisa anche con altre zone del paese». Perché però proprio
nelle province lombarde? «Parliamo di paesi che contano una presenza numerosa
di soggetti musulmani, che qui sono arrivati per l'alta richiesta di mano
d'opera poco qualificata precedente all'esplosione della crisi economica. Poi
col tempo queste persone sono comunque rimaste qui e hanno trovato assistenza
sociale che permette loro di restare e lavorare». Quanto agli altri nomi balzati
alle cronache lecchesi negli scorsi mesi (Koraichi, Moutaharrik, Brignoli...),
Stucchi esclude vi siano collegamenti: «Non abbiamo prova ci siano stati
contatti effettivi. Certo, la presenza di tanti focolai su un territorio non
molto ampio fa capire quanto delicata sia la situazione. Moutaharrik e l'imam di
Zingonia sono i due soggetti più pericolosi per quanto riguarda le possibili
intenzioni ostili, ma fortunatamente siamo riusciti ad arginarli. Tutto ciò con
un impegno che davvero è triplicato, sia come luoghi da attenzionare sia come
uomini e strumentazioni da utiizzare». Non a caso, conclude Stucchi, Idrizovic
era seguito da tempo: «Soggetti come lui vengono monitorati in modo adeguati
sin dal primo momento: i campanelli d'allerta sono le informazioni che arrivano
all'intelligence sulla sua attività. Insomma, la sua espulsione non è
un'iniziativa sporadica, c'è dietro un grosso lavoro » .
martedì 7 novembre 2017
domenica 22 ottobre 2017
22/10/17 - AVVENIRE - AUTONOMIA DELLA LOMBARDIA: OGGI SONO APERTE LE URNE
Un vivace dibattito
quello che si è tenuto il 16 ottobre, a Suzzara, presso la sala “Dino Villani”.
Argomento il prossimo referendum del 22 ottobre che chiede più autonomia per la
Regione Lombardia. Il confronto, organizzato dai Civici mantovani, è stato
moderato dal giornalista Marco Bosco. Vincenzo Satta, professore di Diritto costituzionale
all’Università Cattolica di Milano, ha illustrato alcuni esempi dei settori in
cui si esercita la potestà legislativa statale e regionale alla luce degli
articoli 116–119 della Costituzione. Una piena autonomia legislativa è tuttavia
molto dipendente dall’autonomia finanziaria e dal suo esercizio responsabile, reso
difficile dall’attuale contesto globalizzato in cui le politiche economiche di
uno Stato come il nostro sono fortemente legate ai vincoli imposti dall’appartenenza
europea. Satta ha sottolineato che, nello spirito della Costituzione, il
referendum è uno strumento di tipo straordinario cui ricorrere in via
eccezionale poiché la nostra struttura democratica (a maggior ragione oggi) si deve
esercitare per via rappresentativa e non diretta. Anche il secondo intervento,
di Enrico Dioli, già presidente della Provincia di Sondrio ed esponente dei movimenti
civici della Valtellina, ha sottolineato che senza potere economico l’autonomia
è una parola vuota e che un decentramento efficace richiede l’esercizio della
responsabilità. Dioli ha poi evidenziato che i movimenti civici non sono contro
i partiti, piuttosto vogliono stimolarli e aiutarli a migliorarsi. Visto il carattere consultivo del referendum, da lunedì 23 non
cambierà niente quale che sia l’esito. I movimenti civici erano inizialmente favorevoli
al “sì”, mentre ora lasciano libertà di voto o anche di astensione. È
prioritario che si diffonda la consapevolezza che è importante il tema dell’autonomia
delle istituzioni. Marco Carra, deputato del Partito democratico, ha ricordato
che su alcuni temi (come l’agricoltura) occorre maggior omogeneità e coesione a
livello nazionale, essendo improduttive venti piccole politiche regionali. Ha
poi affermato che si recherà a votare per il “sì” per senso di responsabilità istituzionale;
il referendum è però superfluo e costoso perché una richiesta analoga poteva
essere avviata dalla Regione senza la consultazione come ha fatto l’Emilia
Romagna. Occorre rivitalizzare le Province dopo la bocciatura del referendum
costituzionale del 2016. Infine Carra ha rivendicato l’azione di governo degli
ultimi anni, che ha dato “ossigeno” agli enti locali, sbloccando i vincoli del
patto di stabilità. Infine Giacomo
Stucchi, deputato della Lega Nord, favorevole al “sì”, ha ricordato il
lungo impegno del suo partito su temi quali federalismo fiscale e
sussidiarietà. Ha sostenuto che il referendum è un’indispensabile forzatura politica,
senza il quale l’Emilia non avrebbe avviato le trattative di maggior autonomia
con il governo. Essere lombardi non significa essere migliori o peggiori di
altri, ma avere una specificità da salvaguardare.
lunedì 9 ottobre 2017
09/10/17 - GAZZETTA DEL SUD - LA FORZA DELLA PREGHIERA PER PIEGARE LA ’NDRANGHETA
Nel Santuario di Nostra Signora dello Scoglio pure il presidente del Copasir Stucchi
Il vescovo di Locri-Gerace mons. Oliva: «Non avremo pace sino a quando abbasseremo la testa davanti al potente di turno»
«Purtroppo la ’ndrangheta in
questo momento vive il suo periodo di massimo splendore. È l’organizzazione
criminale più potente e fa i suoi affari soprattutto all’estero. Era giusto,
dunque, essere qui». A parlare così Giacomo
Stucchi, deputato, presidente del Copasir, organo parlamentare che esercita
il controllo sull’azione dei servizi segreti in Italia. Il suo intervento a
conclusione della Giornata Diocesana di preghiera per la conversione dei
mafiosi che, per volere di monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri- Gerace
si è celebrata nel Santuario Nostra Signora dello Scoglio coinvolgendo migliaia
di fedeli. «È stata - ha aggiunto Stucchi - un’esperienza importante, vissuta
intensamente. Vedere tanta gente sfidare le grandi organizzazioni criminali richiama
tutti noi, che abbiamo responsabilità istituzionali, ad agire con decisione e
senza paura». Non un gesto simbolico, dunque, ma il desiderio di condividere e
solidarizzare con il Vescovo e con tutte le persone che si stanno impegnando
attivamente in un territorio dove è così pregnante e devastante la presenza della
’ndrangheta, per gettare semi di speranza. Partendo dalla consapevolezza che la
pacifica convivenza non è un merletto che si aggiunge all’impegno dei credenti,
ma il filo che permette di ricucire le lacerazioni prodotte dal male, dunque,
nella Comunità mariana fondata da fratel Cosimo, giovani, protagonisti indiscutibili
della voglia di riscatto di questa terra, ma anche sindaci, esponenti politici
e delle Istituzioni, con rappresentanti di associazioni laiche e del
volontariato, hanno accolto l’invito alla preghiera partecipando numerosi all’evento.
Monsignor Oliva ha aperto con una breve riflessione e la preghiera: «Noi
crediamo che la vera fede ci trasforma dentro, purifica il nostro cuore e le relazioni
fra noi e che quando veniamo meno alle nostre responsabilità, la fede si riduce
ad uno sterile salvacondotto, a una scelta che anestetizza la fame e sete di
giustizia. «Noi crediamo, Signore, che non avremo pace sino a quando non ci
libereremo dalla tentazione del conformismo e della convenienza, dal piegare la
testa al potente di turno, rinunciando al nostro impegno per la riconciliazione
e la giustizia sociale. Convertici, Signore,
in costruttori di speranza». La giornata di preghiera si è conclusa, con la
messa a dimora di una pianta di olivo: «Vogliamo rendere questo colle, deturpato
dagli incendi e sfregiato in maniera irreparabile da interessi meschini, di
nuovo bello – ha spiegato il vescovo Oliva –Abbiamo già piantato più di
trecento alberelli, ne metteremo altri a dimora il quattro novembre prossimo, giornata
in cui celebreremo in questo santuario la Giornata diocesana di preghiera per
la salvaguardia del creato».
domenica 8 ottobre 2017
08/10/17 - IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA - SOGNIAMO UN'UMANITA' VERA
Folla di
pellegrini allo Scoglio. C’era anche il parlamentare leghista Stucchi
Vanno usati tutti i mezzi per
sconfiggere la mafia e anche la preghiera può fare la sua parte. La Giornata di
preghiera per la conversione dei mafiosi e la custodia della casa comune,
voluta dal vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, va intesa come un tentativo
di far scattare la voglia di ravvedimento nei cuori di chi ha scelto la via del
male. Il Santuario diocesano Madonna dello Scoglio, uno dei più frequentati dai
pellegrini, anche ieri, primo sabato del mese, ha accolto una grande folla. Moltissima
gente è rimasta fuori dalla chiesa, nuova e capiente, dove il vescovo Francesco
Oliva ha presieduto la celebrazione eucaristica che è stata preceduta da una
riflessione di fratel Cosimo, fondatore dell’Opera dello Scoglio. Tra i
presenti tante autorità, a partire dal Presidente del Copasir, il senatore Giacomo
Stucchi della Lega Nord, il vice presidente della Regione Calabria, Antonio
Viscomi, il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, e le massime rappresentanze
delle forze dell’ordine, provinciali e territoriali. Fratel Cosimo ha
utilizzato brani dell’Antico e del Nuovo Testamento per richiamare alla conversione
quanti sono lontani dalla Chiesa. Una chiesa che sa riconoscere le proprie
fragilità, ma che sa di poter contare sulla forza e sulle certezze del Vangelo.
Questa giornata non nasce per caso, è la naturale conseguenza di un percorso
che dura da anni. Senza andare a scomodare i tempi in cui la ‘ndranghe - ta
aveva preso di mira il compianto vescovo Antonio Ciliberti, costretto a girare accompagnato
dalla scorta, è giusto ricordare le tantissime attività sociali e formative messe
in piedi dalla Chiesa locrese per togliere linfa alla ndrangheta; basta
ricordare i progetti che hanno offerto opportunità lavorativa ai giovani, oppure
la fondazione antiusura per contrastare nella Locride il fenomeno dello
strozzinaggio; l’impegno è proseguito con tante iniziative di carattere
formativo volute dal vescovo Oliva (come la scuola “Laudato si’” sui temi
ambientali o il concorso sulla legalità, “Madonna di Polsi“, destinato agli
studenti). Impegno sempre più concreto con l’utilizzo di numerosi beni
confiscati alla ‘ndrangheta. Queste, per citare soltanto alcune iniziative che vanno
tutte nella direzione di quanto indicato dal Papa e che seguono le indicazioni
della Conferenza Episcopale Calabra. La Chiesa sa, però, che la preghiera è
vitale e, se a pregare è tutta la comunità, si possono ottenere grandi
risultati, anche sconfiggere i disegni criminali di gente senza scrupoli che
condizionano negativamente la Locride. “Non ci si può piegare alla ‘ndrangheta
ha ricordato il vescovo” che per questa occasione ha scritto una preghiera,
intitolata “Sogniamo un’umanità vera per continuare a sperare!”, che è stata
letta nel Santuario della Madonna dello Scoglio. Una preghiera che invoca amore
per la nostra terra: “Converti i cuori di pietra in cuori di carne - recita in un
passaggio la preghiera- facci comprendere che ogni alleanza mafiosa è una via
di morte, una scelleratezza che rovina la nostra terra, paralizza il suo
sviluppo economico e sociale, distrugge la nostra cultura. Siamo inquieti,
Signore, fino a quando la nostra terra sarà piegata al potere mafioso. ”Giovanni Lucà
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