Martedì 8 ottobre
il Senato è convocato alle ore 16 per proseguire l'esame del
provvedimento di conversione del decreto-legge 31 agosto 2013 n. 101 recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni - Relatore Pagliari (ddl n. 1015). Sono in calendario anche la nota di aggiornamento del Documento economico finanziario 2013,
un'informativa del presidente del Consiglio sul semestre di Presidenza
italiana dell'Unione europea e l'incardinamento del decreto-legge su
violenza di genere e sicurezza, ove approvato e trasmesso in tempo utile
dalla Camera dei deputati. Arriva la notizia dell'inchiesta
sulla maxi-truffa da 150 milioni di euro per la costruzione del porto di
Molfetta (Bari) che vede coinvolto il presidente della Commissione
Bilancio del Senato Antonio Azzollini , indagato insieme ad altre sessanta persone tra amministratori ed imprenditori per gravissimi reati, Paola Taverna capogruppo del Movimento 5 Stelle, dice: “Azzollini come Totò: ha portato avanti un progetto irrealizzabile: pertanto si dimetta da senatore e affronti il processo da semplice cittadino. Totò vendette la Fontana di Trevi. Ma quello era un film. Il presidente della Commissione Bilancio del Senato ed ex sindaco di Molfetta (Bari), il senatore Antonio Azzollini (Pdl), insieme
ad altri sessanta indagati invece avrebbe avallato l'irrealizzabile
progetto del Porto della cittadina pugliese, i cui fondali sono
impraticabili per la presenza di migliaia di ordigni bellici. Ma questo
non è un film e non c'è purtroppo niente da ridere visto che a pagare
il conto di centinaia di milioni di euro sono i cittadini italiani. Azzollini-Totò
si dimetta da ogni incarico. Subito". Nell’aria immobile di una mattina
nebbiosa e piovosa, intervallata da acquazzoni, entro in Senato
inzuppato d’acqua, vado alla buvette, bevo il mio cappuccino d’orzo,
poi vado al Salone Garibaldi e trovo il collega di Radio Radicale Claudio Landi che sta intervistando il senatore del gruppo Autonomie Francesco Palermo.
Subito dopo lo blocco anch'io: “L’Italia - sbotta - è una repubblica
fondata sull’evasione fiscale. E costituendo l’Agenzia della Coesione
Territoriale si crea una burocrazia centrale, svuotando le competenze
legislative delle Regioni”.In apertura di seduta alle ore 16 il
Presidente Grasso dà lettura del messaggio sulla situazione
carceraria, inviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, ai
sensi dell'articolo 87, comma secondo della Costituzione, e richiama il
pronunciamento dell'8 gennaio 2013 della Corte europea dei diritti
dell'uomo (la cosiddetta sentenza Torregiani che conferma
l'incapacità dello Stato italiano a garantire i diritti elementari dei
reclusi). Ma ve ne abbiamo parlato abbondantemente in questi giorni, con
lo strascico di polemiche destinate ad andare avanti per molto.Il
presidente Pietro Grasso ha poi commemorato le vittime del
Vajont nel cinquantesimo anniversario del disastro che provocò la morte
di 1917 persone. Secondo il ministro dell'ambiente Orlando la
tragedia del Vajont costituisce un monito rispetto ai rischi del
dissesto idrogeologico: occorre approvare la legge sul consumo del suolo
e stanziare risorse aggiuntive per interventi di messa in sicurezza del
territorio, che vanno sottratti ai vincoli del Patto di stabilità. Per
ricordare la tragedia del Vajont, che non fu conseguenza di una calamità
naturale bensì di errori umani e scelte dettate dalla logica del
profitto, hanno preso la parola i senatori Panizza (Aut-PSI),
Cervellini (Misto-Sel), Raffaela Bellot (LN-Aut), Dalla Zuanna (SCpI),
Girotto (M5S), Piccoli (PdL), Zanda (PD). L'Assemblea ha ripreso
l'esame del ddl n. 1015 di conversione in legge del decreto-legge 31
agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento
di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.Nel
Salone Garibaldi fermo il senatore socialista Enrico Buemi capogruppo socialista in Commissione Giustizia, al quale chiedo un giudizio sul messaggio di Napolitano.
“Coraggioso, generoso e responsabile - mi risponde - perché
fotografa in maniera puntuale e rigorosa la gravità della situazione
della giustizia nel nostro Paese e l'emergenza cronica del
sovraffollamento delle carceri. Evidenzia con puntualità le ipocrisie e
le contraddizioni di una politica che non sa assumersi le sue
responsabilità di fronte ad amnistie striscianti e individuali,
derivanti dalle oltre 150 mila prescrizioni all'anno. Richiama
l'attenzione delle forze politiche e di una opinione pubblica distratta
sulla flagrante e permanente incostituzionalità delle detenzioni in
condizioni che negano qualsiasi forma di finalità rieducativa,
ripetutamente sanzionate dagli organismi internazionali. I socialisti,
in sinergia con l'Unione delle Camere Penali Italiane, risponderanno al
messaggio del Presidente della Repubblica con una propria iniziativa
legislativa, aperta ai contributi di quanti vorranno adoperarsi per
riportare l'Italia nel novero dei Paesi in cui la giustizia è rapida,
rigorosa e rispondente ai principi della Costituzione. La riforma vera
della giustizia italiana non può partire che da una presa d'atto di una
gravissima situazione emergenziale – conclude Buemi - che
impone coraggio per un cambiamento radicale della impostazione del
sistema sanzionatorio e l'attuazione concreta e non solo formale del
sistema delle garanzie, la cui assenza discrimina i cittadini di serie A
rispetto a quelli di serie B, in funzione della propria capacità
economica e quindi di difesa, nei confronti della necessità di
uguaglianza davanti alla legge e della certezza del diritto, che deve
riprendere il sopravvento rispetto a gestioni opportunistiche e spesso
stravaganti" .Mercoledì 9 ottobre nell’aria immobile di una mattina
nebbiosa e piovosa con un cielo plumbeo mentre una pioggerellina cade
implacabile, arrivo al Senato e trovo nel Salone Garibaldi capannelli di
senatori che commentano ancora il messaggio di Napolitano alle
Camere sulle carceri e i provvedimenti proposti per alleggerire
l'affollamento. L’Aula si è riunita in due sedute nell’antimeridiana
alle ore 9,30 e in quella pomeridiana alle 16 con il seguente o.d.g.:
seguito della discussione sulla Conversione in legge del decreto legge
31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni - Relatore Pagliari (Relazione orale).Tra
una seduta e l’altra vado alla ricerca di qualche altro commento sul
messaggio del Capo dello Stato e nella Sala degli Struzzi antistante
l’Aula fermo il senatore sardo del Pd membro della Commissione Giustizia
Giuseppe Cucca: “Diamo a Cesare quel che è di Cesare - dice. Il
vero protagonista della politica di tutto questo periodo è uno solo, a
dispetto di chi tenta di impossessarsi della scena politica con atti,
gesti e comunicati che con la Politica, quella con la p maiuscola
appunto, hanno poco a che vedere, quasi nulla. Grande, grandissimo Giorgio Napolitano.
A dispetto di coloro che vorrebbero archiviarlo, intimoriti dal ruolo
di custode e garante della Costituzione e supremo difensore degli
interessi del Paese, svolto in maniera impeccabile, con il messaggio
alle Camere di ieri ha dato a tutti un'altra lezione di altissima
politica, definita da taluno - ed io condivido - una svolta epocale. Ha
avuto il coraggio di trattare a viso aperto e senza infingimenti il tema
della situazione carceraria in Italia, indicando una serie di
provvedimenti da adottare, condivisi da tempo da molti, ma che nessuno
aveva più il coraggio di sostenere. L'amnistia e l'indulto, associati ad
un serio provvedimento di depenalizzazione dei tanti reati bagatellari
che ingolfano gli uffici delle Procure, costituiscono l'unico modo per
affrontare in maniera concreta il problema delle carceri in Italia, che
ha ormai da tempo assunto contorni drammatici. Tali provvedimenti - dice
Cucca - magari inquadrati nell'ambito di una riforma organica
dell'intero settore Giustizia, lungi dal celare la volontà di favorire
qualcuno, costituiscono l'unico modo per affrontare in modo definitivo
le annose problematiche della situazione carceraria in Italia.
L'amnistia e l'indulto sono provvedimenti previsti dalla nostra
Costituzione, cui dal 1990, salvo l'indulto del 2006, non si è più fatto
ricorso, generalmente per un fatto ideologico o per timore delle
reazioni popolari. Era tempo che qualcuno avesse il coraggio di
affrontare il tema a viso aperto. Ancora una volta, grazie al Presidente
“! Nel corridoio dei busti incontro il senatore del Pd Felice Casson, vice presidente della Commissione Giustizia, al quale chiedo di darmi il suo parere sull’intervento di Napolitano. Ecco
la risposta: “Il problema delle carceri, l'ultimo segmento del settore
giustizia penale, va affrontato nel complesso comprendendo un processo
di depenalizzazione dei reat e chiedendo di accelerare sull'esame dei
disegni di legge sulla depenalizzazione e sulla revisione del sistema
delle pene. Dalla denuncia del presidente della Repubblica - spiega -
bisogna far discendere un percorso che può anche arrivare all'amnistia e
all'indulto, ma che deve necessariamente ruotare intorno a una visione
complessiva del sistema giustizia penale di cui fa parte anche la
vergognosa situazione delle carceri. Per questo bisogna intervenire
anche sulle misure alternative al carcere e sulla limitazione della
carcerazione preventiva, così come va riesumato il fantomatico piano
carceri, tanto sbandierato a suo tempo dal Pdl e di cui si è persa
traccia. Ciò che il Parlamento può fare da subito - conclude Casson
- è procedere ad una rapida approvazione delle nuove norme sulla
depenalizzazione, attualmente all'esame della commissione Giustizia del
Senato, ridisegnando il sistema delle pene secondo principi diversi
dagli attuali e con un'attenzione ai meccanismi di rieducazione,
reinserimento e delle pene alternative. Ciò che va sicuramente escluso
da questo processo è qualsiasi norma a favore di singole persone".Entro
alla buvette e trovo il presidente del Copasir, il leghista bergamasco Giacomo Stucchi,
che mi invita a prendere una spremuta di pompelmo e mi dice: “Caro
Francesco, a fronte di una crisi senza fine, certificata ogni giorno dai
dati economici, i cittadini non vedono un governo in grado di venire
incontro alle loro esigenze e, anzi, sono costretti ad assistere ai
soliti giochetti di potere in corso nei palazzi romani. La verità è che
la fiducia rinnovata dal Parlamento a Letta ha lasciato sul campo
più dubbi e perplessità di prima, con la conseguenza di far rimanere
l’esecutivo poggiato su piedi di argilla. Soprattutto perché Pd e Pdl
continuano ad avere programmi fiscali ed economici molto diversi tra
loro, come dimostra la vicenda dell'Imu".Giovedì 10, in apertura della
seduta antimeridiana il presidente Grasso ha ricordato il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, sottolineando, tra l'altro, che "quello che Verdi
seppe interpretare è patrimonio di tutti noi, perché la cultura è la
nostra identità che ci sostiene anche nelle prove più dure. Ancora oggi
la sua musica, il suo ricordo, il suo pensiero vola sulle ali dorate di
un'Italia che deve riscoprire la forza e la speranza del suo destino".
Incontro davanti alla buvette il senatore calabrese del Pd (nativo di
Castrolibero (CS), eletto nell’America centrale e settentrionale ma
residente a Chicago) Renato Turano a cui chiedo un commento sul
governo. "Partiamo - mi risponde - da un presupposto che non può essere
ignorato: il governo Letta è fondamentale per le sorti del Paese e non,
come qualcuno vuol far credere, per fantomatici equilibri di partito.
Per questo le vicende giudiziarie di Berlusconi non avrebbero in alcun
modo dovuto interferire con le sorti del governo. E alla fine,
fortunatamente, non è accaduto. E' prevalso il buon senso. Ed è questo
quello che conta. Adesso si potrà continuare a lavorare seriamente, e
senza remore, per il futuro dell'Italia. Per noi è questo che conta:
l'Italia e gli italiani". In apertura di seduta il Presidente di turno Calderoli ha censurato i senatori Bitonci, Consiglio, Crosio, Centinaio (LN-Aut)
i quali, al termine della seduta antimeridiana, dopo aver esposto
cartelli di protesta contro la soppressione del reato di immigrazione
clandestina, hanno impedito l'esecuzione degli ordini della Presidente
volti a ripristinare l'ordine in Aula.Con 137 voti favorevoli, 57
contrari e 1 astenuto, il Senato, nella seduta pomeridiana di giovedì 10
ottobre, approva, con modificazioni, il ddl n. 1015 di
conversione in legge del decreto-legge n. 101, sulla razionalizzazione
nelle pubbliche amministrazioni. Il testo passa adesso alla Camera. Dopo
il voto all’uscita dell’Aula fermo il senatore del M5S Nicola Morra che mi fa notare: “Oggi il Senato ha licenziato il ddl 1015
con dichiarazione di voto negativa e costruita, con ironia, su
interventi di colleghi di altri gruppi che in discussione generale, ma
anche in dichiarazione di voto, hanno segnalato le criticità, tante ed
importanti, del provvedimento, per poi votare a favore dello stesso,
mostrando lucidità e coerenza. Ichino ha sostenuto che il testo
del ddl in questione era comprensibile solo a pochi iniziati, escludendo
che un qualunque senatore lo potesse capire“.Intanto si avvicina il
collega dello stesso gruppo, il campano Sergio Puglia, che mi dice: “Lo avevamo detto fin dal primo momento: riteniamo che l'elezione di Napolitano
alla Presidenza della Repubblica sia un problema per la tenuta della
democrazia in Italia. Il presidente della Repubblica deve essere un
garante delle Istituzioni. Ogni gruppo parlamentare è una componente
della massima Istituzione democratica: il Parlamento. Il Presidente Napolitano
è sceso in campo politicamente, bypassando l'Ufficio di garanzia a lui
affidato. Il Pd ha rifiutato Rodotà e con questo ulteriore rifiuto ha
sancito e dichiarato la vera volontà di non aver mai voluto governare
con il Movimento 5 Stelle. Il Pd ha scelto il garante suo e dell'amico
di sempre (Berlusconi). Napolitano ha dimostrato di non voler
considerare con obiettività super partes questa nuova realtà
parlamentare. In Parlamento non ci sono solo i partiti che se lo sono
scelto e quelli con cui storicamente ha avuto a che fare. Non può
prendere le parti solo dei suoi "elettori" ma deve garantire
imparzialità (democrazia). Napolitano sta dimostrando di essere
palesemente sfavorevole al Movimento 5 Stelle”.Ma la giornata offre un
colpo di scena che attira tutta l’attenzione dei mass-media e della
politica: l’attacco frontale di Beppe Grillo e Casaleggio
ai loro stessi senatori che per aver presentato (e fatto approvare
anche da Pd e Sel) in commissione Giustizia l’emendamento per
l’abolizione del reato di clandestinità. Il duo dirigente del M5S
sostiene che l’emendamento è un invito ai migranti ad imbarcarsi per
l’Italia. Proprio come dice la Lega. Altro che autoritarismo di
Napolitano! Peccato che nei corridoi non trovo più il senatore Puglia
per chiedergli di aggiornare la sua dichiarazione...
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