venerdì 6 giugno 2008

REPUBBLICA - 06/06/08 - MA LA BASE ORA ATTACCA GIORGIO IL NAPOLETANO

MILANO - E però la pancia ribolle. Sotto il tappo della diplomazia che impone prudenza, stile «di governo» e toni concilianti, l' irritazione verso il Colle, tra le truppe leghiste, è irrefrenabile. Se il prurito dei «cattivoni del Nord» - dalla Festa della Repubblica volutamente disertata al ping pong sui rifiuti - si misurasse solo coi calambour, basterebbe citare il «Napoletano» sovrapposto a Napolitano che nelle ultime ore ha ripreso a imperversare nei circuiti padani. Ma poi ci sono le dichiarazioni delle seconde file, che ci vanno pesante: «Il Presidente - tuona l' europarlamentare secessionista Mario Borghezio - farebbe bene a guardare a quello che succede a casa sua. Il problema non è da dove arrivano i rifiuti, ma che organizzazioni criminali che grazie a degli amministratori locali conniventi li gestiscono quei rifiuti, li accolgono, li trafficano, ci speculano. Gente che non è certo del Nord». Caustico anche Giacomo Stucchi, deputato bergamasco di lungo corso, che sull' inquilino del Quirinale dice: «A volte mi sembra sia un po' troppo partenopeo, dovrebbe ricordarsi che è il presidente di tutti gli italiani». Ed entrando nel merito spiega: «Le aziende del Nord per smaltire i rifiuti pagano un servizio alle imprese del Sud, il cui costo è esattamente identico a quello delle concorrenti tedesche. Se lo smaltimento diventa illegale, questo dipende dal fatto che le amministrazioni campane e la camorra sono conniventi con le aziende che smaltiscono». Polemica finita? Non sembra, a sentire Angelo Alessandri, neo presidente della commissione ambiente e presidente federale della Lega in Emilia: «Sarebbe meglio che Napolitano approfondisse la questione. Nessuna azienda padana smaltisce rifiuti tossici attraverso canali illegali. Accade invece - spiega - che dietro a quello che sulle prime appare un circuito in regola ci sia invece una torbida gestione da parte della camorra. Napolitano dovrebbe prendersela con chi ha taciuto finora e non con la gente del Nord». Non si scappa: l' uomo che persino Calderoli aveva pubblicamente elogiato a Pontida - non senza una punta d' ironia - per il suo riferimento al federalismo («È come tutti i vini rossi: più passano gli anni e più migliorano, e lui rosso lo è stato veramente»), porta con se due marchi di fabbrica ai quali la base leghista è ancora allergica: l' essere napoletano, e essere il Capo di una nazione alla quale il Carroccio contrappone la Padania. - PAOLO BERIZZI

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