Un vivace dibattito
quello che si è tenuto il 16 ottobre, a Suzzara, presso la sala “Dino Villani”.
Argomento il prossimo referendum del 22 ottobre che chiede più autonomia per la
Regione Lombardia. Il confronto, organizzato dai Civici mantovani, è stato
moderato dal giornalista Marco Bosco. Vincenzo Satta, professore di Diritto costituzionale
all’Università Cattolica di Milano, ha illustrato alcuni esempi dei settori in
cui si esercita la potestà legislativa statale e regionale alla luce degli
articoli 116–119 della Costituzione. Una piena autonomia legislativa è tuttavia
molto dipendente dall’autonomia finanziaria e dal suo esercizio responsabile, reso
difficile dall’attuale contesto globalizzato in cui le politiche economiche di
uno Stato come il nostro sono fortemente legate ai vincoli imposti dall’appartenenza
europea. Satta ha sottolineato che, nello spirito della Costituzione, il
referendum è uno strumento di tipo straordinario cui ricorrere in via
eccezionale poiché la nostra struttura democratica (a maggior ragione oggi) si deve
esercitare per via rappresentativa e non diretta. Anche il secondo intervento,
di Enrico Dioli, già presidente della Provincia di Sondrio ed esponente dei movimenti
civici della Valtellina, ha sottolineato che senza potere economico l’autonomia
è una parola vuota e che un decentramento efficace richiede l’esercizio della
responsabilità. Dioli ha poi evidenziato che i movimenti civici non sono contro
i partiti, piuttosto vogliono stimolarli e aiutarli a migliorarsi. Visto il carattere consultivo del referendum, da lunedì 23 non
cambierà niente quale che sia l’esito. I movimenti civici erano inizialmente favorevoli
al “sì”, mentre ora lasciano libertà di voto o anche di astensione. È
prioritario che si diffonda la consapevolezza che è importante il tema dell’autonomia
delle istituzioni. Marco Carra, deputato del Partito democratico, ha ricordato
che su alcuni temi (come l’agricoltura) occorre maggior omogeneità e coesione a
livello nazionale, essendo improduttive venti piccole politiche regionali. Ha
poi affermato che si recherà a votare per il “sì” per senso di responsabilità istituzionale;
il referendum è però superfluo e costoso perché una richiesta analoga poteva
essere avviata dalla Regione senza la consultazione come ha fatto l’Emilia
Romagna. Occorre rivitalizzare le Province dopo la bocciatura del referendum
costituzionale del 2016. Infine Carra ha rivendicato l’azione di governo degli
ultimi anni, che ha dato “ossigeno” agli enti locali, sbloccando i vincoli del
patto di stabilità. Infine Giacomo
Stucchi, deputato della Lega Nord, favorevole al “sì”, ha ricordato il
lungo impegno del suo partito su temi quali federalismo fiscale e
sussidiarietà. Ha sostenuto che il referendum è un’indispensabile forzatura politica,
senza il quale l’Emilia non avrebbe avviato le trattative di maggior autonomia
con il governo. Essere lombardi non significa essere migliori o peggiori di
altri, ma avere una specificità da salvaguardare.
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