Nel Santuario di Nostra Signora dello Scoglio pure il presidente del Copasir Stucchi
Il vescovo di Locri-Gerace mons. Oliva: «Non avremo pace sino a quando abbasseremo la testa davanti al potente di turno»
«Purtroppo la ’ndrangheta in
questo momento vive il suo periodo di massimo splendore. È l’organizzazione
criminale più potente e fa i suoi affari soprattutto all’estero. Era giusto,
dunque, essere qui». A parlare così Giacomo
Stucchi, deputato, presidente del Copasir, organo parlamentare che esercita
il controllo sull’azione dei servizi segreti in Italia. Il suo intervento a
conclusione della Giornata Diocesana di preghiera per la conversione dei
mafiosi che, per volere di monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri- Gerace
si è celebrata nel Santuario Nostra Signora dello Scoglio coinvolgendo migliaia
di fedeli. «È stata - ha aggiunto Stucchi - un’esperienza importante, vissuta
intensamente. Vedere tanta gente sfidare le grandi organizzazioni criminali richiama
tutti noi, che abbiamo responsabilità istituzionali, ad agire con decisione e
senza paura». Non un gesto simbolico, dunque, ma il desiderio di condividere e
solidarizzare con il Vescovo e con tutte le persone che si stanno impegnando
attivamente in un territorio dove è così pregnante e devastante la presenza della
’ndrangheta, per gettare semi di speranza. Partendo dalla consapevolezza che la
pacifica convivenza non è un merletto che si aggiunge all’impegno dei credenti,
ma il filo che permette di ricucire le lacerazioni prodotte dal male, dunque,
nella Comunità mariana fondata da fratel Cosimo, giovani, protagonisti indiscutibili
della voglia di riscatto di questa terra, ma anche sindaci, esponenti politici
e delle Istituzioni, con rappresentanti di associazioni laiche e del
volontariato, hanno accolto l’invito alla preghiera partecipando numerosi all’evento.
Monsignor Oliva ha aperto con una breve riflessione e la preghiera: «Noi
crediamo che la vera fede ci trasforma dentro, purifica il nostro cuore e le relazioni
fra noi e che quando veniamo meno alle nostre responsabilità, la fede si riduce
ad uno sterile salvacondotto, a una scelta che anestetizza la fame e sete di
giustizia. «Noi crediamo, Signore, che non avremo pace sino a quando non ci
libereremo dalla tentazione del conformismo e della convenienza, dal piegare la
testa al potente di turno, rinunciando al nostro impegno per la riconciliazione
e la giustizia sociale. Convertici, Signore,
in costruttori di speranza». La giornata di preghiera si è conclusa, con la
messa a dimora di una pianta di olivo: «Vogliamo rendere questo colle, deturpato
dagli incendi e sfregiato in maniera irreparabile da interessi meschini, di
nuovo bello – ha spiegato il vescovo Oliva –Abbiamo già piantato più di
trecento alberelli, ne metteremo altri a dimora il quattro novembre prossimo, giornata
in cui celebreremo in questo santuario la Giornata diocesana di preghiera per
la salvaguardia del creato».
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