Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il direttore generale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Alessandro Pansa
hanno presentato oggi a Palazzo Chigi la nuova Relazione annuale sulla
politica dell’informazione per la sicurezza, realizzata a cura del Dis.“Uno dei maggiori terreni sui quali si impegnano oggi il gruppo
dirigente, la nostra intelligence e il prefetto Pansa in prima persona è
la necessità di adeguare l’architettura e l’impegno italiano in termini
di cyber security e alle sfide sempre crescenti che la cyber security
propone a livello internazionale”, ha detto Paolo Gentiloni. Il riferimento, spiega l’agenzia Cyber Affairs, era alla
recente approvazione di un programma nazionale per la cyber security in
più fasi e dell’adozione di un nuovo decreto del presidente del
Consiglio che sostituisce il Dpcm Monti del 24 gennaio 2013, che ha
finora regolato l’architettura nazionale per la sicurezza cibernetica.
L’assetto del decreto semplifica e razionalizza la catena di comando,
rafforzando i poteri del Comitato interministeriale per la sicurezza
della Repubblica (Cisr) e della sua articolazione tecnica, ai quali è
affidata la gestione politica e strategica del contrasto alla minaccia.
Il compito di stabilire e coordinare le linee d’azione che dovranno
portare ad assicurare i necessari livelli di sicurezza dei sistemi e
delle reti di interesse strategico, sia pubblici che privati,
verificandone ed eliminandone le vulnerabilità è invece assegnato al
direttore generale del Dis (il dipartimento vedrà inoltre collocato al
suo interno il Nucleo per la sicurezza cibernetica).“C’è un capitolo a parte nella Relazione al Parlamento”, ha
proseguito Gentiloni, “che contiene un documento specificamente
dedicato” alla sicurezza cibernetica. “Sappiamo di essere in un mondo in
cui si moltiplicano le cosiddette minacce asimmetriche, non c’è più
tanto la minaccia tradizionale di eserciti stranieri alle porte, ma ci
sono minacce di vario tipo che vengono dagli attacchi cyber e da molte
altre questioni. A queste minacce non si risponde nell’illusione di
potersi proteggere chiudendoci, ma si risponde accettando la sfida. Più
sicurezza non vuol dire meno libertà, al contrario. Oggi avere più
sicurezza è una condizione per continuare a vivere liberi, per
continuare ad avere una società aperta, ispirata ai valori che abbiamo
conquistato e che intendiamo difendere”.Oltre al primo ministro e al direttore del Dis erano presenti i ministri Marco Minniti, Angelino Alfano e Roberta Pinotti e i componenti del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Giacomo Stucchi (presidente), Vito Crimi (M5s), Bruno Marton (M5s), Angelo Tofalo (M5s) Ettore Rosato (Pd) e Rosa Villeco (Pd). Presente anche Mario Parente, chi è il nuovo capo dell’Aisi (ex Sisde, il servizio segreto civile).
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